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Attirata dalle rivisitazioni fantasy del celebre libro di Lewis Carrol, "Alice nel paese delle Meraviglie" (che peraltro io adoro, anzi, venero), avevo deciso di acquistare Alice in Heartland senza alcun ripensamento, passando anche sopra ad un'edizione italiana non molto brillante che mi andava a costare ben 5.90 euro per un volumetto dall'inchiostro che sbiadiva, la sovra-copertina floscia e una carta che sembrava tanto quella riciclata di un giornale. Arrivata però al volume cinque con una confusione in testa e tante, troppe domande, mi chiedo se non sia il caso di rimpiangere quei cinque euro e novanta buttati per cinque volumi pieni di... nulla!

Ma partiamo con la trama (qualche piccolo spoiler, ma niente di che): Alice Riddle se ne sta tranquillamente dormendo in giardino, quando le si presenta davanti niente di meno che un ragazzo dalle orecchie di coniglio e l'orologio da taschino. Credendolo solo un sogno inizialmente non gli dà peso, ed è allora che Peter il Bianconiglio la rapisce e la porta nel Paese delle Meraviglie, un luogo incantato e allo stesso tempo pericoloso dove clan mafiosi e famiglie reali si fanno la guerra. Riluttante all'idea di restare un giorno di più all'interno di quel mondo di pazzoidi, Alice tenta inutilmente di tornare a casa. Ben presto però, circondata com'è da bishonen (bei ragazzi) che si innamorano di lei al solo sguardo, comincerà a farsene una ragione, instaurando con quegli assurdi personaggi un legame alquanto profondo.

Devo ammettere che la premessa all'inizio mi ha entusiasmato non poco: Alice che si ritrovava catapultata contro il suo volere in un "gioco" dove mafiosi, regine e perfino i proprietari di un parco-giochi si facevano la guerra per chissà quale motivo; individui pragmatici e misteriosi dall'amore distorto; intrighi e complotti...
Questo è ciò che mi aspettavo di leggere dal volume 1, dove, dopo un burrascoso inizio, cominciavano a delinearsi i primi misteri che credevo avrebbero retto tutta la storia.
Arrivata però al volume 5, come già detto, inizio seriamente ad essere perplessa. Il manga si compone di 6 volumetti e già il penultimo lascia parecchie cose in sospeso: come faranno a risolverle tutte in uno solo? Ma soprattutto: che ne è di tutta quella carrellata di personaggi che il volume 4 ci presenta sotto forma di "episodio extra"? E il cosiddetto "gioco" a cui Alice è costretta a partecipare? Di che si tratta, e perché proprio lei, una straniera?
Sono del parere che, secondo me, era più opportuno, invece di dedicare tutte quelle pagine a situazioni assurde come la protagonista che viene contesa da due bei fusti, approfondire non solo i personaggi (che mi sembrano alquanto superficiali, visti così) ma anche la storia di per sé, che presenta lacune e domande non indifferenti.
Riguardo ai disegni, niente da dire: trovo il tratto dell'autrice molto bello e preciso. Forse l'unica cosa veramente ben fatta del manga sono proprio le illustrazioni, ecco anche il perché del 7 invece che un voto più basso.

Ben diverso, come già affermato prima, è il mio parere nei confronti dell'edizione italiana. I primi tre volumi sono di uno scadente scandaloso (scusate l'orribile gioco di parole) e la scelta di cominciare dal quarto a stamparlo con carta e sovraccopertine decenti non è stata azzeccata per nulla: ora mi ritrovo metà collezione opaca e metà lucida! Io che non sono una collezionista pignola posso anche non farci caso, ma ad alcuni potrebbe dare fastidio.

Concludo la recensione col dire che come manga (visto anche che riprende un videogioco giapponese) aveva tutte le carte in regola per essere un ottimo prodotto. È stata forse colpa dell'autrice o della sua poca serietà con cui ha narrato la storia a renderlo un manga, non dico mediocre e banale, ma quasi.