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Inferno e Paradiso è il classico manga che o si ama o si odia. Questo soprattutto a causa dell'elevata e spesso ingiustificata dose di fanservice presente, soprattutto nei primi numeri in cui emergono i residui del disegnatore hentai che era in precedenza Oh! Great, e della "stranezza" della trama, che all'inizio appare praticamente quasi assente per poi prendere una sua forma (peraltro molto "complicata") solo dopo qualche volume, a partire dal primo flashback in cui emergono le "ragioni" dei combattimenti. Infatti se il manga inizia come un "bulli e pupe" in un contesto scolastico - non certo il massimo dell'originalità -, man mano che si va avanti si capisce che ciò che sta succedendo ora è in realtà il culmine di una guerra che dura da molto tempo e che è supportata da visioni filosofiche contrapposte. A ciò si aggiunga che i disegni dell'autore crescono esponenzialmente di capitolo in capitolo per qualità, e da metà manga sono veramente eccezionali e testimoniano la posizione di Oh! Great fra i migliori illustratori del panorama nipponico, a prescindere dalla sua abilità nel disegnare le forme femminili. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, si passa da alcuni classici stereotipi (il protagonista bulletto e arrogante e la tipa sexy che lo ama non si sa per quale motivo) e soggetti con un background più sviluppato (come Mitsuomi, Maya, e mettiamoci pure il buon Kagesada "Scartina" Sugano).

Ma allora, tralasciando il fanservice che può essere gradito o meno a seconda del lettore, qual è il vero limite di questo manga? È un piccolo grande problema: la trama, pur meritevole nelle sue idee di fondo (va addirittura a rileggere in alcuni punti la storia giapponese), è stata veramente gestita e spiegata male dall'autore. In sostanza non è riuscito a tradurre adeguatamente su carta le idee che aveva in testa, è ciò viene implicitamente ammesso dallo stesso Oh! Great. Nelle sue vignette sketch alla fine dell'ultimo volume infatti egli riconosce di aver inserito nel manga tutto quello che voleva ma anche, dimostrando una certa autocritica, che rileggendolo dall'inizio il risultato è "strano". Forse non poteva trovare un aggettivo migliore. Un esempio evidente è il secondo grande flashback del manga, il quale è parecchio lungo e lascia da parte tutti i personaggi fino ad ora presentati, dando quasi l'impressione che l'autore non sappia dove andare a parare. Impressione che si scoprirà essere sbagliata, ma solo dopo qualche volume letto "sulla fiducia". Ed è proprio questa "stranezza" nella trama che non fa apprezzare appieno uno dei punti di forza di questo manga: l'imprevedibilità. Infatti in Inferno e Paradiso non sono sempre i protagonisti a vincere, ma soprattutto fino ad un certo punto della trama non c'è un vero "nemico", ma solo individui con punti di vista differenti su ciò che giusto fare. Ed anche quando questo nemico emerge, il suo modo di agire è davvero particolare ed inaspettato. Questo comporta che, fino praticamente agli ultimi volumi, è veramente difficile prevedere quando e in che modo finirà questa storia, e difatti gli stessi combattimenti finali sono alquanto originali.

Il mio consiglio a chi vuole iniziare questo manga è cercare di leggerlo tutto in una volta, perché altrimenti si fa veramente fatica a cogliere appieno la trama. Consiglio inoltre di acquistare la recente edizione Collection della Planet Manga, che è nettamente migliore all'edizione "sottiletta" in termini di rilegatura ma soprattutto di adattamento (almeno per i volumi iniziali).

In conclusione Inferno e Paradiso è un manga da leggere per coloro che amano i combattimenti e il fan service, ma anche per coloro che richiedono anche qualche aspetto più profondo e retrospettivo a ciò leggono. Questo ovviamente purché abbiano la voglia e la pazienza di mettersi a "decifrarne" la trama. Il voto finale è un 8, che va a bilanciare il 10 dei disegni, il 6 della trama e il 7 dei personaggi.