Recensione
Pluto
8.0/10
<b>[ATTENZIONE: possibili SPOILER a seguire!]</b>
Le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Ahimé, alcuni particolari abbassano il mio voto complessivo, che si assesta comunque su un 8.
La regia di Urasawa è al massimo della sua forma nei primi volumi, quando il fulcro della narrazione è rappresentato da Gesicht e dalla sua indagine. La trama è coinvolgente fin dalle primissime battute e il tenore generale si mantiene su alti livelli fin quasi alla fine. L'ambientazione è resa graficamente benissimo da disegni sempre all'altezza del maestro Urasawa, mentre l'approfondimento psicologico dei personaggi (altro punto di forza in tutte le opere del sensei) è elevato alla massima potenza, rendendo i robot coinvolti nella vicenda "più umani degli umani".
Ovviamente, trattandosi della rivisitazione di uno tra i più famosi episodi della serie "Tetsuwan Atom" ("AstroBoy", in Italia), la figura di Atom è essenziale ai fini della risoluzione della trama. E qui si riscontra il primo disequilibrio: se da un lato la scelta di "regalare" a Gesicht un ruolo di primo piano per buona parte della storia risulta vincente ai fini della resa di un'ambientazione più noir e "adulta", il personaggio di Atom viene introdotto quasi in sordina e anche i suoi interventi successivi sono di poco conto rispetto alla figura dell'investigatore Gesicht, che fino alla sua uscita di scena è a tutti gli effetti il protagonista indiscusso di questo manga.
Quando Atom, tornato in scena dopo una lunga assenza, prende in mano le redini della situazione, la svolta risulta troppo repentina rispetto al ritmo meno incalzante e frettoloso visto nei volumi precedenti, e la sensazione (spiacevole, invero) è quella di una brusca e immotivata accelerata verso il finale, che arriva troppo presto, senza una preparazione adeguata. Sotto quest'ottica, anche la risoluzione degli ultimi misteri (Bora, il dottor Goji...) pare "gettata nel mucchio" e troppo sbrigativa, azzerando (quasi) tutto il pathos che avrebbe potuto invece infarcire lo scontro finale tra Atom e Pluto.
Come ho detto in apertura, le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Alcune scelte nella stesura della trama (una fra tutte, lo spostamento del punto di vista da Atom a Gesicht) hanno però finito col dare a questo manga molto sprint iniziale, per poi lasciarlo con poco carburante a pochi metri dal traguardo, imponendogli inutili salti mortali per concludere la corsa.
È comunque un manga che consiglio vivamente. Al di là dei difetti sopra elencati e del (leggero) amaro in bocca per l'occasione mancata di diventare un vero e proprio cult, rimane una lettura gradevolissima, coinvolgente ed emozionante.
Le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Ahimé, alcuni particolari abbassano il mio voto complessivo, che si assesta comunque su un 8.
La regia di Urasawa è al massimo della sua forma nei primi volumi, quando il fulcro della narrazione è rappresentato da Gesicht e dalla sua indagine. La trama è coinvolgente fin dalle primissime battute e il tenore generale si mantiene su alti livelli fin quasi alla fine. L'ambientazione è resa graficamente benissimo da disegni sempre all'altezza del maestro Urasawa, mentre l'approfondimento psicologico dei personaggi (altro punto di forza in tutte le opere del sensei) è elevato alla massima potenza, rendendo i robot coinvolti nella vicenda "più umani degli umani".
Ovviamente, trattandosi della rivisitazione di uno tra i più famosi episodi della serie "Tetsuwan Atom" ("AstroBoy", in Italia), la figura di Atom è essenziale ai fini della risoluzione della trama. E qui si riscontra il primo disequilibrio: se da un lato la scelta di "regalare" a Gesicht un ruolo di primo piano per buona parte della storia risulta vincente ai fini della resa di un'ambientazione più noir e "adulta", il personaggio di Atom viene introdotto quasi in sordina e anche i suoi interventi successivi sono di poco conto rispetto alla figura dell'investigatore Gesicht, che fino alla sua uscita di scena è a tutti gli effetti il protagonista indiscusso di questo manga.
Quando Atom, tornato in scena dopo una lunga assenza, prende in mano le redini della situazione, la svolta risulta troppo repentina rispetto al ritmo meno incalzante e frettoloso visto nei volumi precedenti, e la sensazione (spiacevole, invero) è quella di una brusca e immotivata accelerata verso il finale, che arriva troppo presto, senza una preparazione adeguata. Sotto quest'ottica, anche la risoluzione degli ultimi misteri (Bora, il dottor Goji...) pare "gettata nel mucchio" e troppo sbrigativa, azzerando (quasi) tutto il pathos che avrebbe potuto invece infarcire lo scontro finale tra Atom e Pluto.
Come ho detto in apertura, le premesse perché Pluto potesse diventare un capolavoro assoluto c'erano tutte. Alcune scelte nella stesura della trama (una fra tutte, lo spostamento del punto di vista da Atom a Gesicht) hanno però finito col dare a questo manga molto sprint iniziale, per poi lasciarlo con poco carburante a pochi metri dal traguardo, imponendogli inutili salti mortali per concludere la corsa.
È comunque un manga che consiglio vivamente. Al di là dei difetti sopra elencati e del (leggero) amaro in bocca per l'occasione mancata di diventare un vero e proprio cult, rimane una lettura gradevolissima, coinvolgente ed emozionante.