Recensione
Real
10.0/10
La vera opera d'arte (a prescindere da quale sia la sua entità) è quella che una volta ammirata dona qualcosa che va al di là del semplice piacere: la vera opera d'arte ti riempie e ti sostiene, aggiunge maggiore sostanza al tuo bagaglio personale. Dal momento che Real incarna alla perfezione questo principio io lo considero una vera opera d'arte. Tutto è perfettamente denso ed equilibrato, ma soprattutto tangibile, incredibilmente tangibile. I momenti drammatici non sono sfoghi tragici gratuiti atti a voler commuovere e tenere sulle spine il lettore a tutti i costi, ma delicati e intensissimi scorci di realtà - e da questo punto di vista l'opera non poteva avere titolo migliore.
I tre protagonisti cui ruota intorno la trama sono ragazzi sfortunati e irrimediabilmente danneggiati dalle esperienze che hanno vissuto. Data la premessa l'autore avrebbe potuto giocare su un ulteriore inabissamento delle loro esistenze (un espediente drammaturgico acchiappa-lettori) o su una improvvisa e fortunosa risalita (ottenendo così un ottimismo poco credibile ma accattivante), ma sceglie lucidamente una strada più tortuosa come mezzo narrativo: un alternarsi lucido e concreto di eventi talvolta benevoli (o in apparenza) e altre volte no, proponendo al lettore un universo perfettamente parallelo al suo, quello della vita vera. Sceglie di caratterizzare i personaggi non basandosi su stereotipi di positività e buon carisma (Kyoharu, verso cui è davvero difficile provare simpatia, ne è un perfetto esempio), ed è proprio per questo che si riesce a provare un livello di immedesimazione ed empatia così alto verso di loro (ci sono casi in cui è straniante pensare di trovarsi davanti a carta stampata).
Come già detto nell'introduzione, Real è un manga che riempie e dona qualcosa, dona la forza di trovare dentro di sé uno scopo e la tenacia di non arrendersi mai nonostante le avversità, e lo fa senza costrizioni. E parlare della qualità del disegno (anche se leggermente calante negli ultimissimi volumi) mi sembra riduttivo. È il più bel manga che abbia mai letto, pertanto lo consiglio a tutti.
I tre protagonisti cui ruota intorno la trama sono ragazzi sfortunati e irrimediabilmente danneggiati dalle esperienze che hanno vissuto. Data la premessa l'autore avrebbe potuto giocare su un ulteriore inabissamento delle loro esistenze (un espediente drammaturgico acchiappa-lettori) o su una improvvisa e fortunosa risalita (ottenendo così un ottimismo poco credibile ma accattivante), ma sceglie lucidamente una strada più tortuosa come mezzo narrativo: un alternarsi lucido e concreto di eventi talvolta benevoli (o in apparenza) e altre volte no, proponendo al lettore un universo perfettamente parallelo al suo, quello della vita vera. Sceglie di caratterizzare i personaggi non basandosi su stereotipi di positività e buon carisma (Kyoharu, verso cui è davvero difficile provare simpatia, ne è un perfetto esempio), ed è proprio per questo che si riesce a provare un livello di immedesimazione ed empatia così alto verso di loro (ci sono casi in cui è straniante pensare di trovarsi davanti a carta stampata).
Come già detto nell'introduzione, Real è un manga che riempie e dona qualcosa, dona la forza di trovare dentro di sé uno scopo e la tenacia di non arrendersi mai nonostante le avversità, e lo fa senza costrizioni. E parlare della qualità del disegno (anche se leggermente calante negli ultimissimi volumi) mi sembra riduttivo. È il più bel manga che abbia mai letto, pertanto lo consiglio a tutti.