Recensione
MÄR
6.0/10
Cominciando a leggere i primi volumi del manga, inizialmente ho trovato la trama originale e interessante. Si tratta della classica storia del ragazzino che viene catapultato in questo mondo fantastico che ha sempre desiderato o, in questo caso, sognato. Il tratto risulta semplice e deciso, senza troppi dettagli, e si adegua perfettamente alla elementarità della storia che, diciamocelo, fino al decimo volume funziona. Dico fino al decimo, solo per il fatto che il manga perde quel tocco di originalità che magari l'avrebbe potuto rendere non dico "unico" ma almeno "coinvolgente". Sì, perché la storia va pian piano a perdersi, trovandosi coinvolta "casualmente" in una sorta di monotonia (classico duello tra personaggi buoni e cattivi, personalità e mentalità degli stessi). Attenzione però, c'è dell'altro: nonostante l'originalità della storia, anche gli stessi personaggi risultano fin troppo "originali" (Ginta, il protagonista, rappresenta il classico "eletto" venuto da un altro mondo o chissà dove che deve sistemare la situazione di questo mondo fantastico, Alan il "duro della situazione", Snow, la "ragazza segretamente innamorata del protagonista" e via dicendo). Un'altra pecca (non per girare il coltello nella piaga) è l'ambientazione che, a mio parere, poteva anche andare a "sforare" nel corso della storia, mostrandoci magari qualcosa di più di questo mondo magico, piuttosto che andare a limitarsi in semplici castelli, grotte e ring che sfiorano il patetico. Nonostante questo, MÄR è comunque uno Shōnen pensato e, perché no, anche studiato (il fatto di riuscire a sfruttare il potere dell'immaginazione in questo universo sugli ÄRM dei personaggi, è forse l'unico e vero tocco di genialità dell'intero manga).