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8.0/10
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Se la base sono gli emo di Death Note e i tamarri in pigiama di Bleach si dovrà pur variare, nel tema tutto giapponese degli shinigami, di chi viene dall'aldilà per uccidere nell'aldiquà, e anche Sua Altezza Rumiko Takahashi sembra faticare, con Kyōkai no Rinne.

Ideato da Kei Tsuchiya con i disegni di Saki Nonoyama, Enma narra la storia di una ragazzina di nome Emma, emissaria del Re degli inferi e incaricata di giudicare gli esseri umani di svariate epoche che, tramite le loro azioni, causano più stragi del previsto intasando così il lavoro di giudizio nel mondo dei morti. Emma è stata creata tramite una bambola di carta ed è priva di emozioni, trovando incomprensibili le azioni degli esseri umani e tempestando così di domande il povero Re Enma una volta svolto uno dei sui incarichi.

La particolarità del manga GP publishing (luglio 2010-febbraio 2012, 8 volumi a 3.90 cadauno) sta innanzitutto nelle sue vittime, Emma non si limita a giustiziare cattivi e delinquenti, ma chiunque, buoni, vecchi, ragazze, che per via delle loro azioni causeranno decessi in futuro. Emma spacciandosi per un essere umano (ma neanche tanto, fin da subito rivela la sua identità ma spesso non viene creduta) prima tenterà di dissuadere il soggetto dalle sue azioni per salvarli, ma senza successo, e quando ormai la scelta sarà inevitabile giustizierà il malcapitato togliendo loro le ossa dal corpo, lasciando intatto solo un numero di ossa equivalente alle persone che hanno voluto bene alla vittima nell'istante della loro morte.

Prima che ciò avvenga però conosceremo a fondo le future vittime, che spesso si dimostrano per ciò che non sono e per quanto insensato possano sembrare inizialmente le loro azioni, verremo sempre a scoprire il vero significato dei loro intenti, spesso nobili e coerenti (del tipo: avrei fatto lo stesso). Questo farà si che il lettore si ritrovi a tifare per loro, e per la loro salvezza, provando così pietà nei confronti della vittima nel momento della sua condanna a morte.

Tutto questo riguarda solo la prima parte di Enma, di narrazione assolutamente episodica e priva di una trama principale con ogni capitolo che fa storia a se, ma dalla metà in poi la musica cambia.
A seguito di alcuni eventi, la ripetitività strutturale del manga lascia il posto ad una storia di intrighi, interessi e misteri, ma soprattutto alla crescita psicologica di Emma che inizierà a sviluppare sentimenti umani. La sua indifferenza di fronte alle sofferenze altrui, dovuta all'incapacità di comprendere gli atteggiamenti umani causati dai sentimenti più comuni come amore e orgoglio, viene meno aprendo così in lei un vortice di introspezioni e di dubbi. E' giusto ciò che fa? Perché deve uccidere persone, buone o cattive che siano, che agiscono soltanto seguendo la natura dei loro sentimenti?

Giudicare quindi l'opera dai primi volumi potrebbe rivelarsi un grave errore, la presunta ripetitività della sua narrazione in realtà ha il preciso scopo di stupire, successivamente, nel momento in cui quella serie di eventi abitudinali che ci coccolano per circa 4 volumi (Emma arriva, Emma conosce l'individuo e lo mette in guarda, Emma giustizia l'individuo) vengono a mancare con eventi e colpi di scena del tutto inaspettati.

Dignitoso, Enma, grazie pure al gradevole tratto grafico che riesce a portarci in diverse epoche e al particolare character design della protagonista con questi occhi a bambola che non fanno trasparire alcuna emozione, fino al momento in cui, anche lei, conoscerà gioie e dolori dell'essere umana.
E vale la pena, di leggere Enma, anche solo per vedere finalmente dopo tante avventure in giro per le epoche, un sorriso sul suo ingenuo volto.