Recensione
Detective Conan
8.0/10
Ero decisamente piccolo quando è iniziata la mia passione per detective Conan, come un po' tutti penso avevo iniziato a seguire l'anime quando tornavo da scuola, ero rimasto affascinato senza nessun motivo in particolare, mi piaceva e punto.
Un giorno, mi ricordo ancora come se fosse ieri, ero andato al lago con mia madre e quello che ai tempi delle elementari era il mio migliore amico, decidiamo di entrare in edicola, ed eccolo li nascosto nello scaffale, il primo numero di detective Conan, copertina marroncina, Conan vestito da Sherlock Holmes e prezzo ancora in lire stampato in piccolo.
Ecco da quel giorno è decisamente iniziata la mia ConanMania e non potete immaginare la mia gioia quando qualche anno dopo ho scoperto che Star Comics lo stava ristampando, da lì ho iniziato ad acquistarlo ogni mese per diversi anni.
La storia racconta le avventure di Shinichi Kudo, giovane studente del liceo appassionato di misteri e crimini, un giorno andando al luna park con la sua amica (o forse qualcosa in più) Ran dopo aver risolto un caso scopre i piani di una misteriosa organizzazione criminale. Ma si sa, chi non si fa gli affari propri rischia di avere dei guai ed infatti ecco che si ritrova nel corpo di un bambino.
Dopo aver preso il nome di Conan Edogawa si trasferirà a casa di Ran (che ignora la sua identità) dove aiuterà il padre della ragazza, detective da quattro soldi, a risolvere svariati casi per fare in modo di ritrovare l'organizzazione e tornare adulto.
Detective Conan vanta di moltissimi volumetti, forse troppi, ed è per questo che non si becca un bel voto 10 da parte mia: le storie sono tutte diverse ed appassionanti senza dubbio ed è decisamente bello leggere come il nostro amico risolverà i casi più complicati, ma i casi più belli dal mio punto di vista sono quelli che coinvolgono l'organizzazione degli uomini in nero e purtroppo di questi casi ce ne sono davvero pochi, quindi la trama principale si può dire che avanza di un passo ogni venti volumi.
I casi auto conclusivi comunque non stancano mai e Gosho Aoyama è un vero mago a creare storie cosi complesse e diverse da loro, in più ci fa imparare diverse cose sulla cultura giapponese ed è impossibile non notare l'immensa cultura dell'autore che sembra essere un intenditore di qualsiasi cosa, dallo sport, alla musica, alla religione e alle storie popolari nipponiche.
Passiamo ai personaggi, secondo me sono ben caratterizzati e diversi tra loro, a parte il protagonista abbiamo altri personaggi interessanti, primo su tutti sicuramente Kaito Kid (protagonista anche di un altra opera di Aoyama) ladro imprendibile ed affascinante, si può dire che è il vero rivale di Shinichi, infatti per ora non è mai riuscito ad acciuffarlo.
Abbiamo poi Eiji, altro brillante giovane detective che è uno dei pochi a conoscenza della vera identità di Conan, e che lo aiuterà svariate volte a risolvere i casi più difficili.
Il personaggio di Ran è molto particolare poi, fuori ragazza dura e decisa che pratica il karate, ma dentro ragazza sentimentale e dolce che è preoccupata per Shinichi.
Poi abbiamo il padre di Ran, il detective Goro, che dovrebbe decisamente cambiar lavoro, l'ispettore Megure, i Detective Boys, il professor Agasa e molti altri, ma ognuno con un ruolo importante nella storia.
Ciò che affascina è sicuramente l'organizzazione degli uomini in nero, ancora avvolta dal mistero e con membri persone che al posto del loro nome usano quello di un alcolico (i più famosi sono Gin e Vodka, che sono quelli che hanno rimpicciolito Shinichi), si sa ancora molto poco su di loro, ma molto lentamente si aggiunge qualche informazione in più.
Parlando del disegno, se si prende il primo volume e lo si confronta con uno più recente è impossibile non notare il miglioramento di Aoyama.
Il tratto e lo stile è molto originale e personale ma sicuramente ben fatto, le vignette sono molto dettagliate e non lasciano nulla al caso, ma secondo me un elogio particolare va alla realizzazione delle espressioni facciali dei personaggi.
Concludo dicendo che Detective Conan è un capolavoro e Aoyama un vero genio, lo consiglio a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e originale ma che non perda punti sul disegno e la continuità.
Io personalmente lo ricomincerò a leggere a breve, la storia che praticamente non andava avanti mai mi aveva un po' stancato, ma si sa, il primo amore è duro da dimenticare.
Un giorno, mi ricordo ancora come se fosse ieri, ero andato al lago con mia madre e quello che ai tempi delle elementari era il mio migliore amico, decidiamo di entrare in edicola, ed eccolo li nascosto nello scaffale, il primo numero di detective Conan, copertina marroncina, Conan vestito da Sherlock Holmes e prezzo ancora in lire stampato in piccolo.
Ecco da quel giorno è decisamente iniziata la mia ConanMania e non potete immaginare la mia gioia quando qualche anno dopo ho scoperto che Star Comics lo stava ristampando, da lì ho iniziato ad acquistarlo ogni mese per diversi anni.
La storia racconta le avventure di Shinichi Kudo, giovane studente del liceo appassionato di misteri e crimini, un giorno andando al luna park con la sua amica (o forse qualcosa in più) Ran dopo aver risolto un caso scopre i piani di una misteriosa organizzazione criminale. Ma si sa, chi non si fa gli affari propri rischia di avere dei guai ed infatti ecco che si ritrova nel corpo di un bambino.
Dopo aver preso il nome di Conan Edogawa si trasferirà a casa di Ran (che ignora la sua identità) dove aiuterà il padre della ragazza, detective da quattro soldi, a risolvere svariati casi per fare in modo di ritrovare l'organizzazione e tornare adulto.
Detective Conan vanta di moltissimi volumetti, forse troppi, ed è per questo che non si becca un bel voto 10 da parte mia: le storie sono tutte diverse ed appassionanti senza dubbio ed è decisamente bello leggere come il nostro amico risolverà i casi più complicati, ma i casi più belli dal mio punto di vista sono quelli che coinvolgono l'organizzazione degli uomini in nero e purtroppo di questi casi ce ne sono davvero pochi, quindi la trama principale si può dire che avanza di un passo ogni venti volumi.
I casi auto conclusivi comunque non stancano mai e Gosho Aoyama è un vero mago a creare storie cosi complesse e diverse da loro, in più ci fa imparare diverse cose sulla cultura giapponese ed è impossibile non notare l'immensa cultura dell'autore che sembra essere un intenditore di qualsiasi cosa, dallo sport, alla musica, alla religione e alle storie popolari nipponiche.
Passiamo ai personaggi, secondo me sono ben caratterizzati e diversi tra loro, a parte il protagonista abbiamo altri personaggi interessanti, primo su tutti sicuramente Kaito Kid (protagonista anche di un altra opera di Aoyama) ladro imprendibile ed affascinante, si può dire che è il vero rivale di Shinichi, infatti per ora non è mai riuscito ad acciuffarlo.
Abbiamo poi Eiji, altro brillante giovane detective che è uno dei pochi a conoscenza della vera identità di Conan, e che lo aiuterà svariate volte a risolvere i casi più difficili.
Il personaggio di Ran è molto particolare poi, fuori ragazza dura e decisa che pratica il karate, ma dentro ragazza sentimentale e dolce che è preoccupata per Shinichi.
Poi abbiamo il padre di Ran, il detective Goro, che dovrebbe decisamente cambiar lavoro, l'ispettore Megure, i Detective Boys, il professor Agasa e molti altri, ma ognuno con un ruolo importante nella storia.
Ciò che affascina è sicuramente l'organizzazione degli uomini in nero, ancora avvolta dal mistero e con membri persone che al posto del loro nome usano quello di un alcolico (i più famosi sono Gin e Vodka, che sono quelli che hanno rimpicciolito Shinichi), si sa ancora molto poco su di loro, ma molto lentamente si aggiunge qualche informazione in più.
Parlando del disegno, se si prende il primo volume e lo si confronta con uno più recente è impossibile non notare il miglioramento di Aoyama.
Il tratto e lo stile è molto originale e personale ma sicuramente ben fatto, le vignette sono molto dettagliate e non lasciano nulla al caso, ma secondo me un elogio particolare va alla realizzazione delle espressioni facciali dei personaggi.
Concludo dicendo che Detective Conan è un capolavoro e Aoyama un vero genio, lo consiglio a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e originale ma che non perda punti sul disegno e la continuità.
Io personalmente lo ricomincerò a leggere a breve, la storia che praticamente non andava avanti mai mi aveva un po' stancato, ma si sa, il primo amore è duro da dimenticare.