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Dopo l'interessante ma sfortunato "Tista" Tatsuya Endo ci riprova stavolta con un manga avventuroso pubblicato su Jump Square, ricco di azione e comicità di matrice shounen.
Alla base c'è la fiaba "Kaguya-hime no monogatari" ma la storia risulta del tutto differente, avente come protagonista una moderna e capricciosa erede al trono del regno lunare sotto la dinastia dei Takenouchi, che si ritroverà suo malgrado coinvolta in un colpo di stato a opera della famiglia Ume, in precedenza governante. Dopo aver ricevuto dalla madre la potente spada Futsunushi, viene spedita sulla Terra (detto il "pianeta impuro" poiché è dove vengono mandati i criminali) onde evitare che venga catturata dagli Ume. Senza la Futsunushi non è possibile salire al trono lunare, ecco che quindi il ritrovamento della Kaguya sulla Terra, con ogni mezzo, diviene per gli Ume di primaria importanza.

La storia ha il pregio di catturare fin da subito il lettore, con un susseguirsi di eventi a ritmo spedito, alcuni spesso ricorrenti per il genere, ma non ho avuto la sensazione di forzature o banalità di vario genere nelle vicende. Il percorso di maturazione della vulcanica Kaguya assume sempre più spazio con il proseguire dei capitoli, e a lei si aggiungono una schiera di personaggi secondari forse non originalissimi ma sicuramente riusciti e funzionali nei ruoli che ricoprono, sicché raramente si avverte una presenza "inutile" in Gekka Bijin.
Sul versante grafico, la particolare ambientazione lunare fonde il passato giapponese, nella architettura come nei costumi, a conoscenze tecnologiche di moderna concezione come computer, televisori e sofisticati mezzi di trasporto, in pieno contrasto con un Giappone terrestre ancora feudale. Il character design si presenta invece elastico e caricaturale, con un tratto tutt'altro che perfetto ma capace di far trasparire a dovere l'espressività dei personaggi, in particolar modo nelle fasi comiche.
I colpi di scena non sono molti e la narrazione procede in modo abbastanza convenzionale fino alla sua conclusione, e questo è forse il maggiore limite di Gekka Bijin, anche se non mancano interessanti sotto-trame e rivelazioni varie atte ad arricchire la "micromitologia" creata da Tetsuya Endo, e In cinque volumi forse sarebbe stato abbastanza pretenzioso attendersi di più.
È una normale edizione da edicola quella proposta da Panini a cadenza bimestrale, in concomitanza però con il cambio di carta utilizzata nella totalità delle loro pubblicazioni attuato nella metà del 2012, di conseguenza il quinto volume, e solo quello, si presenta visibilmente "ingrassato" rispetto ai primi quattro. Ho trovato in compenso molto carina la grafica delle cover e il font verticale del titolo.

Dato il suo miscuglio di generi (fantasy, fantascienza, battle shonen, commedia..) Gekka Bijin potrebbe piacere ad un vasto target con la stessa facilità con la quale potrebbe fallire, diventa quindi difficile consigliarlo a spada tratta. Se pensate possa interessarvi, o vi ispira simpatia con la sua estetica, dategli pure una possibilità, mal che vada sono solo cinque volumi.