Recensione
Nabari
8.0/10
Nabari è una manga del 2004 scritto da Yuhki Kamatani, dal quale successivamente è stato tratto un omonimo anime. L'opera narra le vicende di Miharu Rokujo, ragazzo schivo e taciturno, che vive la sua vita indifferente a tutto ciò che accade intorno a lui; egli possiede però inconsapevole la tecnica segreta Shinrabanshō, in grado di fornirgli la conoscenza per modificare anche il mondo; sarà l'incontro con il giovane Yoite, utilizzatore della tecnica mortale Kira, a cambiare il corso della sua vita e porlo alla fine davanti ad una serie di scelte.
Se in questa serie ninja si cercano continui combattimenti super-spettacolari si può restare delusi: Nabari a questi sostituisce molto spesso dialoghi tra i protagonisti, dove si analizzano tematiche come la voglia di scomparire, l'indifferenza e le scelte da prendere, la volontà di morire senza poterlo fare e molte altre; i combattimenti sono perciò presenti ma non continuamente. Spesso anzi si ha quasi l'impressione che i nemici non siano così nemici tra di loro, cosa che a volte può lasciare qualche punto interrogativo.
I personaggi principali risultano tutti ben caratterizzati (in particolare una menzione va a Miharu, Yoite, Shijima e Kouichi Aizawa, che ho trovato molto originali nello loro modo di essere, speranze e comportamenti), ognuno nasconde segreti che saranno piano piano svelati in una trama che, dalla metà in poi circa si presenta differente dall'anime, permettendo così anche a chi ha visto l'opera animata di potersi godere il manga senza sapere il finale.
I disegni sono precisi e puliti, forse i personaggi sono un po' troppo magri in alcune circostanze. L'edizione italiana JPOP è ottima anche se ho rilevato qualche errorino di traduzione (non molti comunque).
In definitiva un ottimo manga che consiglio per chi ama il genere ninja ma ricerca anche qualche elemento di diversità.
Se in questa serie ninja si cercano continui combattimenti super-spettacolari si può restare delusi: Nabari a questi sostituisce molto spesso dialoghi tra i protagonisti, dove si analizzano tematiche come la voglia di scomparire, l'indifferenza e le scelte da prendere, la volontà di morire senza poterlo fare e molte altre; i combattimenti sono perciò presenti ma non continuamente. Spesso anzi si ha quasi l'impressione che i nemici non siano così nemici tra di loro, cosa che a volte può lasciare qualche punto interrogativo.
I personaggi principali risultano tutti ben caratterizzati (in particolare una menzione va a Miharu, Yoite, Shijima e Kouichi Aizawa, che ho trovato molto originali nello loro modo di essere, speranze e comportamenti), ognuno nasconde segreti che saranno piano piano svelati in una trama che, dalla metà in poi circa si presenta differente dall'anime, permettendo così anche a chi ha visto l'opera animata di potersi godere il manga senza sapere il finale.
I disegni sono precisi e puliti, forse i personaggi sono un po' troppo magri in alcune circostanze. L'edizione italiana JPOP è ottima anche se ho rilevato qualche errorino di traduzione (non molti comunque).
In definitiva un ottimo manga che consiglio per chi ama il genere ninja ma ricerca anche qualche elemento di diversità.