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8.0/10
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Parlare di un'opera di Tezuka-sama, il dio creatore dei manga e anime moderni, è per me motivo di grande orgoglio ma anche terrore; le mie umili parole non possono di certo fare giustizia a una persona magnifica come Osamushi, che ha usato il suo stile di disegno e la sua abilità di sceneggiatore per raccontare storie di stampo universale, godibili ancora oggi, portatrici di messaggi riguardanti l'animo umano, l'importanza della vita (grande o piccola che sia), la storia dell'umanità, la grandezza e il pericolo che porta la tecnologia e tanti altri....

Oggi le mie parole canteranno di una sola delle infinite opere di Tezuka, quella che è forse, dopo "Kimba il leone bianco", la più conosciuta e apprezzata sia in patria che nel mondo: parlo ovviamente di "Tetsuwan Atom", meglio conosciuto come Astro Boy.

La storia delle sue origini è ormai conosciuta da tutti: nel futuro-passato del 2003 il geniale Dr. Tenma , capo del Ministero della Scienza, costruisce Astro, un piccolo robot dalle fattezze simili a suo figlio Tobio, morto in un incidente stradale; presto però Tenma si accorge che Astro non potrà mai sostituire il figlio dato che, essendo robot, è incapace di crescere; Astro viene così venduto ad un circo robotico ed è l'inferno in terra per lui. Un giorno però il Dr. Ochanomizu, successore di Tenma, interessato a ciò di cui Astro è capace, decide di comprarlo e di prendersene cura. Perché vedete, Astro non è un normale robot dalle fattezze di bambino: possiede la forza di 100,000 cavalli a vapore, riesce a capire se una persona ha intenzioni buone o cattive, possiede razzi a propulsore negli stivali, occhi che possono vedere nell'oscurità e mitragliatrici nel sederino (no, davvero), ma cosa più importante, possiede un cuore grande e puro. Il suo sogno più grande è che un giorno gli umani possono trattare i robot come loro pari.

Da qui iniziano le avventure di Astro, storie autoconclusive che trattano i temi più disparati: dal pericolo della tecnologia all'importanza del rispetto per la natura, dalle storie di spionaggio al rapporto padre e figlio; in ognuna di esse Astro si batte per proteggere gl'innocenti da numerosi cattivi, spesso rappresentati da uomini senza scrupoli che vedono i robot come semplici mezzi per portare a termine i loro loschi progetti.

Qui in Italia la serie manga è alquanto misconosciuta (come molte altre serie tezukiane, del resto :P): a parte una breve stampa di alcune delle sue storie, alla fine degli anni 80, non ci fu altro per anni. Solo di recente la Planet Manga ha deciso di ristampare la serie nel 2005, in occasione (guarda caso :P) del film americano in CGI di Astro (di cui, tra parentesi, è meglio dimenticarsi). Tuttavia, non si tratta di una ristampa di tutti e 23 i volumetti originali, ma una collezione delle migliori storie della serie raccolte in 5 volumi di spessore notevole. Ora, per chi è deluso di non poter leggere il manga completo, bisogna ricordarsi che si tratta sempre di capitoli autoconclusivi, e chi ha lavorato a questa edizione è stato ben attento a scegliere le storie più acclamate e ricordate. Malgrado tutto, quindi, l'Astro della Planet Manga merita comunque di essere letto.

Passiamo ora a quello che è da sempre l'argomento più controverso dello stile tezukiano: i disegni. Tagliamo subito la testa al toro: se vi aspettate le rappresentazioni realistiche di un "Black Jack", o le sequenze oniriche de "La Fenice", rimarrete delusi. Siamo negli anni 50-60, questo è il "primo" Tezuka: il Tezuka dai disegni semplici, spesso privi di ombreggiature e anche di background, pesantemente ispirato allo stile Disney e ai comics americani dell'epoca. Certo, nei momenti clou, Tezuka ci delizia con tavole contenenti rappresentazioni un po' più complesse e con background disegnati alquanto bene, ma la maggior parte delle volte lo stile rimane essenziale. Ora, vi sono un sacco di lettori manga che non apprezzano quest'essenzialità e non mi sento di biasimarli: lo stile manga/anime si è evoluto un sacco in questi 60 anni, al punto che risulta quasi impensabile per i lettori moderni immaginare che i disegni manga s'ispirassero pesantemente alle vignette giornalistiche americane (non solo Tezuka ma anche i mangaka che seguirono subito dopo, come Ishinomori e Matsumoto); non c'è quindi da meravigliarsi se i "novellini" che cercano stili più "mangeschi" non trovino di proprio gusto i disegni del manga no kamisama, arrivando anche a dire che ricordano i fumetti di Topolino. Di per me, ho passato l'intera infanzia leggendo i giornalini di Topolino e questo mi ha indubbiamente aiutato non poco ad apprezzare lo stile del primo Tezuka. Vi è inoltre una cosa importante da ricordare: Tezuka usava i suoi disegni come mezzo di comunicazione. Egli voleva che le sue storie fossero lette da tutti, grandi e piccini, orientali e occidentali, perciò il suo stile semplice altri non è che un mezzo immediato perché tutti potessero leggere e capire le sue storie, senza perdersi in particolari poco importanti; tenendo a mente questo, penso sia possibile chiudere un occhio sui disegni essenziali e poco profondi, perché dietro di essi, vi sono storie complesse e molto avanti per l'epoca.

La mia più grande speranza è che, prima o poi, tutti possano riscoprire le opere di questo magnifico mangaka, rimasto sconosciuto ai più per fin troppo tempo e le sue opere più conosciute, come Astro Boy, sono una grande occasioni per poter cominciare dalle basi dei suoi racconti fino ai lavori più complessi e con disegno più raffinato, che seguiranno poco dopo.