Recensione
Non mi farò coinvolgere
9.0/10
"Doushitemo furetakunai" è un manga yaoi della brava Kou Yoneda (conosciuta anche per il popolare "Saezuru Tori wa Habatakanai") che ha la capacità di raccontare storie dal tocco delicato. La paura di essere feriti e di ferire. Non avere la forza di lasciarsi il passato alle spalle e per chi il passato invece rimane tale.
Questo manga parla di due persone completamente opposte ma che riescono a instaurare un certo tipo di rapporto.
Al primo incontro Shima (che è stato appena trasferito per lavoro) non rimane particolarmente colpito da Togawa (il suo nuovo direttore) che ha un aspetto orribile per aver bevuto troppo la notte prima e puzza da morire di sigarette. Due cose che Shima proprio non sopporta.
Togawa lo tormenta e lo stuzzica fin dall'inizio, non riesce proprio a lasciarlo perdere finché Shima non accetta uno dei suoi inviti a mangiare insieme.
I personaggi si fanno facilmente conoscere. Shima è un ragazzo dall'aria malinconica, di poche parole, schivo e apatico, soprattutto all'inizio. Sta spesso sulla difensiva e ha paura di soffrire di nuovo per una storia impossibile. Ha sempre l'ansia costante che gli altri si stanchino di lui, che finiscano per odiarlo e poi abbandonarlo. Togawa, invece, è spontaneo, rozzo, amichevole, gentile. L'esatto opposto di Shima. Per lui rinuncia anche a birra e sigarette!
Hanno entrambi delle cicatrici profonde ma mentre Togawa riesce a conviverci ed andare avanti nella vita, non è lo stesso per Shima che ne è ancora coinvolto e cerca di prendere le distanze da tutti. Vive col terrore che si possa scoprire la sua omosessualità e quindi vive male anche il suo essere gay, convinto che a spingere Togawa verso di lui non è altro che semplice curiosità. È terrorizzato che la loro storia diventi più profonda.
Si riesce a percepire una certa delicatezza ancora prima di leggerlo, solo guardando la copertina. Gli sfondi sono semplici ed essenziali, fanno giusto da contorno. Le scene di sesso hanno un'importanza secondaria in questa storia e non sono per niente volgari. Il tratto dell'autrice mi piace parecchio e dà il meglio di sé nelle espressioni. Belle le sequenze delle immagini nelle scene più drammatiche.
Non so se sono io che soffro di empatia o è l'autrice che è stata così brava nel disegnare e nel raccontare che mi ha trasmesso tutto quello che provavano i protagonisti.
Questo è uno di quei manga che va letto e che sarà sicuramente ricordato perché ha la capacità di entrarti nel cuore in modo naturale. Per questo per me si merita un bel 9! Vorrei che ci fossero più yaoi di questo genere in modo da mostrare che "yaoi" non vuol dire solo "scene di sesso sfrenato".
Lo consiglio a tutti, anche a chi non ama particolarmente questo genere. Sono sicura che non si pentiranno di averlo letto.
Per chi non ne ha mai abbastanza di questo manga può trovare anche le Doujinshi disegnata dalla stessa Kou Yoneda che ha come protagonisti Onoda e Deguchi e ogni tanto si intravedono anche i protagonisti principali del manga.
Concludo con le parole di Shima che mi hanno particolarmente colpita:
"Ho cercato di non pensare...
Alle cose che desideravo ma non potevo avere.
Ho pensato che la vita fosse tutta basata...
Sulle cose che non si possono avere.
Una parte di me aveva rinunciato.
Sono umano...
Nonostante sapessi che era inutile...
Perché mi sono innamorato?"
Questo manga parla di due persone completamente opposte ma che riescono a instaurare un certo tipo di rapporto.
Al primo incontro Shima (che è stato appena trasferito per lavoro) non rimane particolarmente colpito da Togawa (il suo nuovo direttore) che ha un aspetto orribile per aver bevuto troppo la notte prima e puzza da morire di sigarette. Due cose che Shima proprio non sopporta.
Togawa lo tormenta e lo stuzzica fin dall'inizio, non riesce proprio a lasciarlo perdere finché Shima non accetta uno dei suoi inviti a mangiare insieme.
I personaggi si fanno facilmente conoscere. Shima è un ragazzo dall'aria malinconica, di poche parole, schivo e apatico, soprattutto all'inizio. Sta spesso sulla difensiva e ha paura di soffrire di nuovo per una storia impossibile. Ha sempre l'ansia costante che gli altri si stanchino di lui, che finiscano per odiarlo e poi abbandonarlo. Togawa, invece, è spontaneo, rozzo, amichevole, gentile. L'esatto opposto di Shima. Per lui rinuncia anche a birra e sigarette!
Hanno entrambi delle cicatrici profonde ma mentre Togawa riesce a conviverci ed andare avanti nella vita, non è lo stesso per Shima che ne è ancora coinvolto e cerca di prendere le distanze da tutti. Vive col terrore che si possa scoprire la sua omosessualità e quindi vive male anche il suo essere gay, convinto che a spingere Togawa verso di lui non è altro che semplice curiosità. È terrorizzato che la loro storia diventi più profonda.
Si riesce a percepire una certa delicatezza ancora prima di leggerlo, solo guardando la copertina. Gli sfondi sono semplici ed essenziali, fanno giusto da contorno. Le scene di sesso hanno un'importanza secondaria in questa storia e non sono per niente volgari. Il tratto dell'autrice mi piace parecchio e dà il meglio di sé nelle espressioni. Belle le sequenze delle immagini nelle scene più drammatiche.
Non so se sono io che soffro di empatia o è l'autrice che è stata così brava nel disegnare e nel raccontare che mi ha trasmesso tutto quello che provavano i protagonisti.
Questo è uno di quei manga che va letto e che sarà sicuramente ricordato perché ha la capacità di entrarti nel cuore in modo naturale. Per questo per me si merita un bel 9! Vorrei che ci fossero più yaoi di questo genere in modo da mostrare che "yaoi" non vuol dire solo "scene di sesso sfrenato".
Lo consiglio a tutti, anche a chi non ama particolarmente questo genere. Sono sicura che non si pentiranno di averlo letto.
Per chi non ne ha mai abbastanza di questo manga può trovare anche le Doujinshi disegnata dalla stessa Kou Yoneda che ha come protagonisti Onoda e Deguchi e ogni tanto si intravedono anche i protagonisti principali del manga.
Concludo con le parole di Shima che mi hanno particolarmente colpita:
"Ho cercato di non pensare...
Alle cose che desideravo ma non potevo avere.
Ho pensato che la vita fosse tutta basata...
Sulle cose che non si possono avere.
Una parte di me aveva rinunciato.
Sono umano...
Nonostante sapessi che era inutile...
Perché mi sono innamorato?"