Recensione
Abara
9.0/10
Tsutomu Nihei è un autore che riesce a fare ciò che altri mangaka vorrebbero o hanno disperatamente tentato di fare , ossia far parlare i disegni privandoli quasi interamente dei dialoghi.
L'ineguagliabile potenza espressiva del suo tratto e il suo linguaggio grafico criptico non si adattano a tutti, difatti comprendere o meglio ancora "interpretare" la trama delle sue opere non è cosa immediata. Spesso riferendosi a Nihei, si sente parlare di "mancanza di trama" e "opere incomplete", ma non è esatto, difatti le linee guida della storia sono tutte impresse nelle tavole. Soffermandosi anche un minuto su una singola pagina si possono notare dettagli ai quali inizialmente non si aveva fatto caso, specialmente nelle scene d'azione, elementi che garantiscono una miglior comprensione generale della storia. A causa della narrazione astratta è consigliabile per i neofiti iniziare a leggere Nihei da Blame! per comprendere meglio lo stile dell'autore, evitando così di rimanere delusi al primo approccio, e successivamente cimentarsi nella lettura di questo titolo. Risulta meno accessibile dei classici manga poiché qui il lettore deve sforzarsi di dare un'interpretazione a ciò che ha letto: i contorni sfumati della vicenda non riescono a raggiungere chi legge velocemente o a chi vuole semplicemente distrarsi con la lettura.
Abara è una miniserie in due volumi, che si allontana dalle atmosfere cyberpunk di Blame! per esplorare un mondo meno improntato strettamente sul claustrofobico e sintetico, ma che conserva le atmosfere apocalittiche e oscure tipiche del maestro. In un'enorme città sorgono imponenti alture nelle quali è racchiuso un inquietante segreto che la popolazione ignora da sempre. L'operaio Denji Ito viene chiamato dall'optometrista Tadohomi, una sua vecchia conoscenza, la quale lo informa della comparsa di un terribile mostro in superficie che si nutre di esseri umani, il Gauna Bianco.
Se inizialmente, il ragazzo vuole restare lontano dai fatti, egli si rivelerà poco più tardi un Gauna Nero, sorta di nemesi che si dedicherà a combattere con forza e velocità sovrumana il nemico.
Perché "Abara"? Abara si può tradurre come "costole", infatti i Gauna inizialmente riescono a trasformarsi prolungando queste per creare affilate corazze, che distorcendosi e propagandosi diventano delle vere e proprie armature.
Se i Gauna Neri sono esseri che conservano fattezze umanoidi, i Gauna Bianchi possono divorare talmente tanti esseri umani da alterare la forma originale e mutare in orrende e gigantesche creature. Responsabile di questo disastro è il Distretto di Optimetria, del quale Todohomi fa parte. Negli immensi laboratori della residenza di Optometria, vengono operati esperimenti che coinvolgono i Gauna. Il capo di Optometria, individuo senza nome e brutto come la fame, si serve delle gemelle Ayuta e Nayuta, entità telepaticamente collegate l'una con l'altra, per studiare e regolare lo sviluppo dei Gauna. Tra i suoi piani però, c'è anche il recupero, o meglio la cattura di Denji, che diversi anni fa era sfuggito al suo controllo e aveva avuto la possibilità di rifarsi una vita come addetto alla coltura dell'olio.
Quando la storia è ormai inoltrata, sia nei combattimenti che nei dialoghi vengono svelati alcuni retroscena sul passato di Todohomi e Denji. Ad esclusione di Sakijima, si può dire che tutti i personaggi principali si conoscano già e che la storia non sia altro che lo sviluppo di vicende pregresse partendo da una trama già avviata.
Nel presente il Gauna Bianco ha raggiunto dimensioni preoccupanti e la polizia decide di investigare su questi recenti avvenimenti, iniziando a documentarsi su questi esseri e svolgendo un sopralluogo nel reparto di Optimetria. Il poliziotto Sakijima soccorrerà Todohomi nei laboratori segreti del reparto e i due incontreranno di sfuggita sia Ayuta, ormai tramutata in Gauna Bianco, che Denji.
Nihei nei suoi manga fa spesso sfoggio della sua abilità da architetto, con infrastrutture articolate e incredibilmente varie. Le ambientazioni urbane vengono disegnate magistralmente trasmettendo un senso di degrado totale, mentre quelle più fantascientifiche stregano il lettore invogliandolo a proseguire nella lettura. Dai neri e lunghi abiti rituali ai conglomerati putrescenti , alla raffinata bellezza delle donne disegnate dall'autore, ogni elemento non risulta mai stonato nell'equilibrato e buio Niheiverso.
Un finale apocalittico che potrebbe trovare la sua colonna sonora nei The Angelic Process lascia il compito di ricomporre ogni frammento e costruirsi una personale visione della storia.
Un volume da leggere e rileggere per assimilare bene i particolari e ricomporre i pezzi. Già alla seconda lettura vi sembrerà tutto più chiaro.
Terminata la lettura di Abara, è presente anche un one-shot dal titolo Digimortal, dove viene raffigurata una società distopica con a capo un governo tecnocratico e tecnoteista, la "Chiesa della Trasfigurazione". Dopo aver riesumato le tecnologie del passato, la Chiesa aveva incoraggiato fortemente le trasformazioni estreme degli esseri umani in cyborg, inquisendo invece i cittadini sospettati di aver tracce di manipolazione genetica risalente alla civiltà precedente.
Una misteriosa organizzazione assolda il mercenario Digimortal per colpire il cuore del Tribunale dell'Inquisizione, che opera spietatamente arrestando in maniera indiscriminata e trafficando umani. Si rivela una storia avvincente e violenta, ben più immediata e lineare delle classiche opere di Nihei, e pur non sfociando in elementi trascendentali riesce a mantenere un buon livello di coinvolgimento emotivo. L'impatto grafico è molto simile ad Abara , vi sono ambientazioni dal sapore gotico, fredde e maestose, che suggeriscono un'atmosfera di solennità, rendendolo un extra decisamente valido e gradito.
In conclusione Abara è un'ottima opera, sicuramente consigliata ai fan di Nihei e a chi non ha paura di trame nelle quali occorre prestare particolare attenzione sia ai disegni che ai dialoghi minimali ma di essenziale importanza.
Per chi vuole leggersi quello che pare proprio il sequel spirituale di Abara, consiglio la più recente opera del sensei, Knights of Sidonia.
L'ineguagliabile potenza espressiva del suo tratto e il suo linguaggio grafico criptico non si adattano a tutti, difatti comprendere o meglio ancora "interpretare" la trama delle sue opere non è cosa immediata. Spesso riferendosi a Nihei, si sente parlare di "mancanza di trama" e "opere incomplete", ma non è esatto, difatti le linee guida della storia sono tutte impresse nelle tavole. Soffermandosi anche un minuto su una singola pagina si possono notare dettagli ai quali inizialmente non si aveva fatto caso, specialmente nelle scene d'azione, elementi che garantiscono una miglior comprensione generale della storia. A causa della narrazione astratta è consigliabile per i neofiti iniziare a leggere Nihei da Blame! per comprendere meglio lo stile dell'autore, evitando così di rimanere delusi al primo approccio, e successivamente cimentarsi nella lettura di questo titolo. Risulta meno accessibile dei classici manga poiché qui il lettore deve sforzarsi di dare un'interpretazione a ciò che ha letto: i contorni sfumati della vicenda non riescono a raggiungere chi legge velocemente o a chi vuole semplicemente distrarsi con la lettura.
Abara è una miniserie in due volumi, che si allontana dalle atmosfere cyberpunk di Blame! per esplorare un mondo meno improntato strettamente sul claustrofobico e sintetico, ma che conserva le atmosfere apocalittiche e oscure tipiche del maestro. In un'enorme città sorgono imponenti alture nelle quali è racchiuso un inquietante segreto che la popolazione ignora da sempre. L'operaio Denji Ito viene chiamato dall'optometrista Tadohomi, una sua vecchia conoscenza, la quale lo informa della comparsa di un terribile mostro in superficie che si nutre di esseri umani, il Gauna Bianco.
Se inizialmente, il ragazzo vuole restare lontano dai fatti, egli si rivelerà poco più tardi un Gauna Nero, sorta di nemesi che si dedicherà a combattere con forza e velocità sovrumana il nemico.
Perché "Abara"? Abara si può tradurre come "costole", infatti i Gauna inizialmente riescono a trasformarsi prolungando queste per creare affilate corazze, che distorcendosi e propagandosi diventano delle vere e proprie armature.
Se i Gauna Neri sono esseri che conservano fattezze umanoidi, i Gauna Bianchi possono divorare talmente tanti esseri umani da alterare la forma originale e mutare in orrende e gigantesche creature. Responsabile di questo disastro è il Distretto di Optimetria, del quale Todohomi fa parte. Negli immensi laboratori della residenza di Optometria, vengono operati esperimenti che coinvolgono i Gauna. Il capo di Optometria, individuo senza nome e brutto come la fame, si serve delle gemelle Ayuta e Nayuta, entità telepaticamente collegate l'una con l'altra, per studiare e regolare lo sviluppo dei Gauna. Tra i suoi piani però, c'è anche il recupero, o meglio la cattura di Denji, che diversi anni fa era sfuggito al suo controllo e aveva avuto la possibilità di rifarsi una vita come addetto alla coltura dell'olio.
Quando la storia è ormai inoltrata, sia nei combattimenti che nei dialoghi vengono svelati alcuni retroscena sul passato di Todohomi e Denji. Ad esclusione di Sakijima, si può dire che tutti i personaggi principali si conoscano già e che la storia non sia altro che lo sviluppo di vicende pregresse partendo da una trama già avviata.
Nel presente il Gauna Bianco ha raggiunto dimensioni preoccupanti e la polizia decide di investigare su questi recenti avvenimenti, iniziando a documentarsi su questi esseri e svolgendo un sopralluogo nel reparto di Optimetria. Il poliziotto Sakijima soccorrerà Todohomi nei laboratori segreti del reparto e i due incontreranno di sfuggita sia Ayuta, ormai tramutata in Gauna Bianco, che Denji.
Nihei nei suoi manga fa spesso sfoggio della sua abilità da architetto, con infrastrutture articolate e incredibilmente varie. Le ambientazioni urbane vengono disegnate magistralmente trasmettendo un senso di degrado totale, mentre quelle più fantascientifiche stregano il lettore invogliandolo a proseguire nella lettura. Dai neri e lunghi abiti rituali ai conglomerati putrescenti , alla raffinata bellezza delle donne disegnate dall'autore, ogni elemento non risulta mai stonato nell'equilibrato e buio Niheiverso.
Un finale apocalittico che potrebbe trovare la sua colonna sonora nei The Angelic Process lascia il compito di ricomporre ogni frammento e costruirsi una personale visione della storia.
Un volume da leggere e rileggere per assimilare bene i particolari e ricomporre i pezzi. Già alla seconda lettura vi sembrerà tutto più chiaro.
Terminata la lettura di Abara, è presente anche un one-shot dal titolo Digimortal, dove viene raffigurata una società distopica con a capo un governo tecnocratico e tecnoteista, la "Chiesa della Trasfigurazione". Dopo aver riesumato le tecnologie del passato, la Chiesa aveva incoraggiato fortemente le trasformazioni estreme degli esseri umani in cyborg, inquisendo invece i cittadini sospettati di aver tracce di manipolazione genetica risalente alla civiltà precedente.
Una misteriosa organizzazione assolda il mercenario Digimortal per colpire il cuore del Tribunale dell'Inquisizione, che opera spietatamente arrestando in maniera indiscriminata e trafficando umani. Si rivela una storia avvincente e violenta, ben più immediata e lineare delle classiche opere di Nihei, e pur non sfociando in elementi trascendentali riesce a mantenere un buon livello di coinvolgimento emotivo. L'impatto grafico è molto simile ad Abara , vi sono ambientazioni dal sapore gotico, fredde e maestose, che suggeriscono un'atmosfera di solennità, rendendolo un extra decisamente valido e gradito.
In conclusione Abara è un'ottima opera, sicuramente consigliata ai fan di Nihei e a chi non ha paura di trame nelle quali occorre prestare particolare attenzione sia ai disegni che ai dialoghi minimali ma di essenziale importanza.
Per chi vuole leggersi quello che pare proprio il sequel spirituale di Abara, consiglio la più recente opera del sensei, Knights of Sidonia.