Recensione
Devil & Love Song
5.0/10
Il titolo Devil and Love Song si pone come uno shojo un po' atipico.
La protagonista della storia, Maria, non è di certo la solita eroina dei manga al femminile. Fisicamente molto bella, attrae facilmente chi la circonda. Allo stesso tempo, però, il suo modo di fare, eccessivamente schietto e brusco, spinge gli altri lontano da lei.
Costretta a trasferirsi in una nuova scuola, sfida da subito i suoi compagni di classe e il corpo docenti dando prova del suo caratterino deciso e irreprensibile.
La sua peculiare caratteristica è quella di riuscire a leggere nel profondo dell'animo umano e a scorgere cosa vi si nasconde. Questo impaurisce chi la circonda e la porta a divenire vittima di angherie, poste in essere per invidia e timore. Ciò non ferma Maria, che si rialza e, forte delle sue convinzioni, va avanti imperterrita.
E' con la voce che Maria dà forma alla propria anima, è con il canto che traspare la sua vera personalità: una voce angelica e celestiale che fa breccia nel cuore di chi la ascolta.
I due coprotagonisti maschili, che si contendono il cuore della protagonista, sono inizialmente ben caratterizzati. L'uno l'opposto dell'altro, si completano perfettamente. Uno gioviale e scherzoso, l'altro più introspettivo e sfuggente.
Il prescelto di Maria è chiaro fin da subito. Questa decisione non muta nel corso della storia: un amore vero, che sfida le problematiche di coppia e che non cambia direzione per qualche momentaneo capriccio dell'autrice.
Tuttavia il personaggio di Shin Meguro diventa, a poco a poco, sempre più problematico. Il carattere schietto, che lo caratterizzava all'inizio, si dissolve. Colto da un profondo senso di sfiducia, si sente incapace di gestire la personalità e il passato di Maria tendendo quindi ad allontanarla. Vuole evitare di ferirla (o di ferire se stesso?) e per questo il rapporto diviene cupo e struggente. E' quasi straziante leggere le vignette con lui presente, costantemente malinconico e depresso.
Altro personaggio poco chiaro è quello di Anna. Riflettendoci bene, che senso ha? Nessuno. Una rapida comparsata che non lascia un segno profondo. Non ha alcun peso ai fini del racconto che, anche senza di lei, non avrebbe perso nulla.
Nonostante questo shojo avesse le carte per regalare quel quid in più, rispetto ad altri titoli della medesima categoria, non si sviluppa in modo totalmente coerente.
Se da una parte i toni, con cui il tutto è narrato, sono più maturi, si toccano problematiche più complesse e la storia in generale è più introspettiva, il giudizio finale non è totalmente positivo.
Il racconto si fa eccessivamente tragico ed emerge, troppo spesso, come l'autrice non abbia saputo ben orchestrare gli eventi che si susseguono.
Eventi, molto traumatici e di forte impatto emotivo, che si risolvono in modo troppo bonario. Il lieto fine non è sempre la carta giusta da giocare. Sarebbe stato necessario, magari, un pizzico di cinismo in più, che avrebbe regalato maggiore realismo, soprattutto in alcuni frangenti.
Aspettative un po' deluse.
La protagonista della storia, Maria, non è di certo la solita eroina dei manga al femminile. Fisicamente molto bella, attrae facilmente chi la circonda. Allo stesso tempo, però, il suo modo di fare, eccessivamente schietto e brusco, spinge gli altri lontano da lei.
Costretta a trasferirsi in una nuova scuola, sfida da subito i suoi compagni di classe e il corpo docenti dando prova del suo caratterino deciso e irreprensibile.
La sua peculiare caratteristica è quella di riuscire a leggere nel profondo dell'animo umano e a scorgere cosa vi si nasconde. Questo impaurisce chi la circonda e la porta a divenire vittima di angherie, poste in essere per invidia e timore. Ciò non ferma Maria, che si rialza e, forte delle sue convinzioni, va avanti imperterrita.
E' con la voce che Maria dà forma alla propria anima, è con il canto che traspare la sua vera personalità: una voce angelica e celestiale che fa breccia nel cuore di chi la ascolta.
I due coprotagonisti maschili, che si contendono il cuore della protagonista, sono inizialmente ben caratterizzati. L'uno l'opposto dell'altro, si completano perfettamente. Uno gioviale e scherzoso, l'altro più introspettivo e sfuggente.
Il prescelto di Maria è chiaro fin da subito. Questa decisione non muta nel corso della storia: un amore vero, che sfida le problematiche di coppia e che non cambia direzione per qualche momentaneo capriccio dell'autrice.
Tuttavia il personaggio di Shin Meguro diventa, a poco a poco, sempre più problematico. Il carattere schietto, che lo caratterizzava all'inizio, si dissolve. Colto da un profondo senso di sfiducia, si sente incapace di gestire la personalità e il passato di Maria tendendo quindi ad allontanarla. Vuole evitare di ferirla (o di ferire se stesso?) e per questo il rapporto diviene cupo e struggente. E' quasi straziante leggere le vignette con lui presente, costantemente malinconico e depresso.
Altro personaggio poco chiaro è quello di Anna. Riflettendoci bene, che senso ha? Nessuno. Una rapida comparsata che non lascia un segno profondo. Non ha alcun peso ai fini del racconto che, anche senza di lei, non avrebbe perso nulla.
Nonostante questo shojo avesse le carte per regalare quel quid in più, rispetto ad altri titoli della medesima categoria, non si sviluppa in modo totalmente coerente.
Se da una parte i toni, con cui il tutto è narrato, sono più maturi, si toccano problematiche più complesse e la storia in generale è più introspettiva, il giudizio finale non è totalmente positivo.
Il racconto si fa eccessivamente tragico ed emerge, troppo spesso, come l'autrice non abbia saputo ben orchestrare gli eventi che si susseguono.
Eventi, molto traumatici e di forte impatto emotivo, che si risolvono in modo troppo bonario. Il lieto fine non è sempre la carta giusta da giocare. Sarebbe stato necessario, magari, un pizzico di cinismo in più, che avrebbe regalato maggiore realismo, soprattutto in alcuni frangenti.
Aspettative un po' deluse.