Recensione
One Piece
9.0/10
Noto con ben poco piacere che quest'opera attira le due peggiori categorie di persone che puoi trovare sul web: i fanboy che argomentano sul perché OP è un kapolavoroh fermandosi sempre sugli stessi punti, e i loro opposti diametrali, gli haters incalliti. Che però hanno una cosa in comune: l'assenza di obiettività, negando ogni possibile difetto/pregio che smonti la loro assolutistica recensione. Chiusa questa piccola parentesi, andiamo avanti.
Lo svolgimento di One Piece segue uno stile particolarmente lineare: è un viaggio, quindi prosegue a tappe, e queste tappe si svolgono più o meno sempre nella stessa maniera: la ciurma arriva, la ciurma si divide, la ciurma si fa consapevole della situazione nel luogo corrente, la ciurma combatte contro dei tizi e il protagonista (Luffy, una sorta di Goku un po' più deficiente) combatte col boss finale, ogni tanto alternando a ciò l'arrivo di un nuovo "nakama". I combattimenti sono discreti, spesso forse cadono troppo sulle shonenate tipo l'amicizia, la determinazione eccetera eccetera. I disegni non sono nulla di particolare, e con la saga di Enies lobby cercano di essere più dettagliati, ma risulta solo un tratto sporco e sgradevole. Inoltre, questo inghippo del viaggio e delle tappe consente all'autore una scusa per far durare la storia anni e anni, rendendo One Piece un'opera commerciale. E detto tutto ciò, voi direte "Perché gli hai messo nove se ha così tanti difetti?". Beh, perché sono un soggettivo del Caspio e i pregi che ha mi fanno spesso praticamente dimenticare i suoi innumerevoli difetti. Innanzitutto, il suo mondo. Il mondo di One Piece è enorme, pieno di luoghi tutti diversi tra loro, con le loro usanze, le loro tradizioni, le loro culture. Per svilupparle in tutte le loro sfaccettature, Oda prende a modello culture realmente esistenti, leggende popolari e simili. Di conseguenza, i famigerati misteri che questo mondo cela: i cento anni di grande vuoto, l'origine del governo mondiale, i poignee griffe, la figura di Gol D. Roger: sempre più domande e sempre meno risposte, le quali spesso vengono formate solo da piccoli dettagli sparsi qua e la, come un puzzle. E poi, i travagliati personaggi: l'influenza di DBZ (purtroppo) si sente, e ne risultano personaggi a tratti banali come il protagonista deficiente di cui abbiamo già parlato prima e quella dannata piattola di Zoro, i cui combattimenti sono spesso spettacolari, ma la cui caratterizzazione è praticamente assente (amichetta morta in circostanze stupide che gli lascia un vuoto dentro, attitudine da bel tenebroso di turno). Ma nonostante qualche falla qua e là, i personaggi, anche quelli secondari, sono spesso caratterizzati abbastanza bene, in particolar modo Robin, la cui infanzia travagliata è strutturata bene per davvero e ne definisce il carattere, che si evolve completamente con il suo stare nella ciurma. Stessa cosa per Nami, Chopper, Franky e altri personaggi che non vi sto a elencare per assenza di voglia. Infine, i famigerati messaggi di One Piece: la lotta al razzismo, la critica alla guerra (alabasta best saga), la consapevolezza del mondo in cui ci troviamo: messaggi mandati in modo molto sottile e non sbattuti praticamente in faccia (non dimenticate che siamo sempre in un battle shonen), ma che una volta capiti, almeno per quanto mi riguarda, hanno il loro impatto.
In poche parole: One Piece non è assolutamente esente da difetti, ma allo stesso modo non è affatto un disastro totale: è un'opera sì commerciale, ma ben sopra gli standard delle opere commerciali di oggi, e apprezzabilissima. Infine ripeto per l'ultima volta che io non credo nell'imparzialità assoluta e quindi tanto vale lasciarsi andare dalle emozioni e affibbiargli un bel nove, ergo il voto che gli ho affibbiato non prendetelo troppo sul serio perché è assolutamente soggettivo.
Lo svolgimento di One Piece segue uno stile particolarmente lineare: è un viaggio, quindi prosegue a tappe, e queste tappe si svolgono più o meno sempre nella stessa maniera: la ciurma arriva, la ciurma si divide, la ciurma si fa consapevole della situazione nel luogo corrente, la ciurma combatte contro dei tizi e il protagonista (Luffy, una sorta di Goku un po' più deficiente) combatte col boss finale, ogni tanto alternando a ciò l'arrivo di un nuovo "nakama". I combattimenti sono discreti, spesso forse cadono troppo sulle shonenate tipo l'amicizia, la determinazione eccetera eccetera. I disegni non sono nulla di particolare, e con la saga di Enies lobby cercano di essere più dettagliati, ma risulta solo un tratto sporco e sgradevole. Inoltre, questo inghippo del viaggio e delle tappe consente all'autore una scusa per far durare la storia anni e anni, rendendo One Piece un'opera commerciale. E detto tutto ciò, voi direte "Perché gli hai messo nove se ha così tanti difetti?". Beh, perché sono un soggettivo del Caspio e i pregi che ha mi fanno spesso praticamente dimenticare i suoi innumerevoli difetti. Innanzitutto, il suo mondo. Il mondo di One Piece è enorme, pieno di luoghi tutti diversi tra loro, con le loro usanze, le loro tradizioni, le loro culture. Per svilupparle in tutte le loro sfaccettature, Oda prende a modello culture realmente esistenti, leggende popolari e simili. Di conseguenza, i famigerati misteri che questo mondo cela: i cento anni di grande vuoto, l'origine del governo mondiale, i poignee griffe, la figura di Gol D. Roger: sempre più domande e sempre meno risposte, le quali spesso vengono formate solo da piccoli dettagli sparsi qua e la, come un puzzle. E poi, i travagliati personaggi: l'influenza di DBZ (purtroppo) si sente, e ne risultano personaggi a tratti banali come il protagonista deficiente di cui abbiamo già parlato prima e quella dannata piattola di Zoro, i cui combattimenti sono spesso spettacolari, ma la cui caratterizzazione è praticamente assente (amichetta morta in circostanze stupide che gli lascia un vuoto dentro, attitudine da bel tenebroso di turno). Ma nonostante qualche falla qua e là, i personaggi, anche quelli secondari, sono spesso caratterizzati abbastanza bene, in particolar modo Robin, la cui infanzia travagliata è strutturata bene per davvero e ne definisce il carattere, che si evolve completamente con il suo stare nella ciurma. Stessa cosa per Nami, Chopper, Franky e altri personaggi che non vi sto a elencare per assenza di voglia. Infine, i famigerati messaggi di One Piece: la lotta al razzismo, la critica alla guerra (alabasta best saga), la consapevolezza del mondo in cui ci troviamo: messaggi mandati in modo molto sottile e non sbattuti praticamente in faccia (non dimenticate che siamo sempre in un battle shonen), ma che una volta capiti, almeno per quanto mi riguarda, hanno il loro impatto.
In poche parole: One Piece non è assolutamente esente da difetti, ma allo stesso modo non è affatto un disastro totale: è un'opera sì commerciale, ma ben sopra gli standard delle opere commerciali di oggi, e apprezzabilissima. Infine ripeto per l'ultima volta che io non credo nell'imparzialità assoluta e quindi tanto vale lasciarsi andare dalle emozioni e affibbiargli un bel nove, ergo il voto che gli ho affibbiato non prendetelo troppo sul serio perché è assolutamente soggettivo.