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9.0/10
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Non ho mai avuto una grande passione per i manga sportivi, questo è a conti fatti il primo che ho letto; in precedenza, l'unico di cui vi avrei potuto parlare è l'immancabile Holly e Benji (o meglio, Capitan Tsubasa) in quanto faccio parte della generazione in cui ha raggiunto l'apice della sua fama grazie ai passaggi televisivi (il manga invece ancora mi manca). E ammetto che, pur con tutte le assurdità e le esagerazioni di cui già all'epoca mi ero accorto, occupa un posto di rilievo tra le opere con cui ho passato la mia infanzia/adolescenza. Ma proprio Capitan Tsubasa mi permette di riallacciarmi ad Eyeshield 21, perché questo manga in definitiva è, per il football americano, tutto quello che Capitan Tsubasa doveva essere (e non è stato) per il calcio.

Eyeshield 21 è davvero un bel manga, uno dei migliori del suo genere (dal basso della mia ignoranza in materia) e uno dei più memorabili fra quelli pubblicati su Jump, grazie soprattutto al riuscito mix di tre aspetti: i disegni, i personaggi e le partite.

Prima di avvicinarmi a questo manga non avevo assolutamente idea di come funzionava il football americano, conoscevo solo qualche principio base a grandi linee. Il primo pregio dell'opera, tutto merito dello scrittore Riichiro Inagaki (uno che sa il fatto suo), consiste nello spiegare perfettamente e senza inutili giri di parole le regole e le tattiche di questo sport (che non immaginavo essere così complesso), affidandosi il più delle volte a scene ironiche e ripetendole nei momenti cruciali. Insomma, l'autore riesce a farti appassionare davvero e in breve tempo il lettore si troverà perfettamente a suo agio!

Le numerose partite costituiscono la punta di diamante di questo manga, e personalmente non riesco ancora a trovare un difetto in come sono state rese. L'esito finale è spesso scontato (d'altronde non è questo un manga che fa della trama e dei colpi di scena il suo punto di forza), ma è nello svolgimento che risultano appassionanti e adrenaliniche. Ciascuna squadra è caratterizzata molto bene, i loro componenti ed il loro stile di gioco si riconoscono immediatamente e le "mosse speciali" dei giocatori vengono enfatizzate da illustrazioni legate al tema della squadra (per esempio, i passaggi di Kid dei Seibu Wild Gunmen che sembrano colpi di uno Shotgun); nonostante si tratti di uno shonen bello e buono, da questo punto di vista il manga raggiunge un ottimo equilibro fra realismo e fantasia, spesso (per motivi di pathos) si raggiungono situazioni estreme, ai limiti della credibilità, ma in linea di massima tutto quello che i protagonisti fanno/pensano si basa su concetti reali ed è una diretta conseguenza delle loro caratteristiche e del loro allenamento. Insomma, non vedrete mai superpoteri e personaggi che fanno cose ridicole come in Capitan Tsubasa, dove tutto viene portato all'esagerazione!

Coinvolgimento nelle partite che è assicurato anche grazie agli ottimi disegni di Yuusuke Murata, e qui non dico nulla di nuovo. Dopo un inizio "normale" (i primi volumi presentano uno stile ancora in evoluzione), quelle a cui ci troviamo di fronte sono tavole spettacolari, non solo per il dettaglio dei giocatori e delle loro uniformi, ma anche e soprattutto per come rendono il dinamismo delle varie fasi di gioco (i giocatori sembrano quasi "uscire" dalle pagine). I numerosi personaggi poi sono tutti tratteggiati benissimo ed immediatamente riconoscibili; è grazie anche a Murata se tuttora mi ricordo a memoria tutti i loro nomi (e vi assicuro che non è una cosa da poco).

Proprio i personaggi sono il secondo punto di forza di questo manga; come dicevo sono tantissimi, ma sono tutti caratterizzati talmente bene che è impossibile dimenticarseli, ciascuno presenta una determinata caratteristica fisica/comportamentale che ti permette di riconoscerlo al volo e, nel bene o nel male, avrà il suo momento di gloria nella storia. Quello che domina davvero la scena è Hiruma, il diabolico quarterback capitano dei Deimon Devil Bats, personaggio a dir poco memorabile e protagonista di alcuni dei momenti più belli (soprattutto nelle partite finali). Tra i miei preferiti anche Kid dei Seibu Wild Gunmen e Marco degli Hakushu Dinosaurs.

Sebbene in un primo momento possano apparire stereotipati, in realtà non è così, e lo testimoniano i numerosi momenti riflessivi durante le partite o i flashback (per i più importanti). I primi, per fortuna, sono funzionali e non occupano più spazio del dovuto; altra personale frecciatina a Capitan Tsubasa, che era davvero esasperante da questo punto di vista ("E invece questi hanno lunghi flashback, ma l'avversario in quel momento dov'è?" cantavano i Gem Boy).

Qualche cenno alla trama e al suo sviluppo. Come dicevo, essa è molto lineare e non vi sono particolari colpi di scena fino al gran finale. Nei primi volumi è presente molta comicità demenziale, in gran parte dovuta a Hiruma e alle sue diaboliche idee, che non stona e anzi risulta ben gestita ed efficace (anche se ho trovato davvero poco credibile Mamori che per 18 volumi non si accorge che Eyeshield 21 è proprio Sena). Questa piano piano diminuisce fino a risultare solo di contorno quando per i nostri protagonisti si inizia a fare sul serio (dal torneo d'autunno in poi). Mi sarebbe piaciuto vedere più interazione tra i personaggi al di fuori delle partite (che sono sempre il centro dell'attenzione) ma va bene lo stesso così; scordatevi a tal proposito qualsiasi romanticismo, solo accennato tra Sena e Suzuna e tra Mamori e Hiruma.

Una cosa che non ho apprezzato del tutto riguarda il finale; gli eventi principali della trama si concludono al 34° volume, mentre gli ultimi tre sono una sorta di minisaga finale in cui compaiono tutti i personaggi più famosi visti sin dall'inizio. Nonostante questa sia molto divertente e si concluda in maniera abbastanza inaspettata (inoltre permette di scoprire alcune cose sul misterioso passato di Hiruma) non mi è sembrata al livello delle precedenti, e purtroppo il suo inserimento rende un po' "monco" quello che doveva essere il vero finale. Insomma, anche se non la avessero messa, non sarebbe cambiato nulla, anzi secondo me sarebbe stato meglio.

Consiglio Eyeshield 21 a tutti quelli che sono in cerca non solo di un buon manga sportivo, ma anche di uno shonen di tutto rispetto capace di appassionare e intrattenere per un bel numero di volumi. Consigliato!