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8.0/10
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Di solito non recensisco opere ancora in corso di pubblicazione e/o lettura, ma la bassa popolarità di questo titolo e il fatto che l'edizione italiana (con cui sono in pari) è passata da mensile a bimestrale mi hanno convinto a farlo. Anche perché la struttura del manga credo di averla capita, più o meno.

Sarò breve. "L'usuraio" è un manga cinico, diretto, realistico, che ti sbatte in faccia senza mezzi termini e senza alcuna retorica la dura realtà degli sbandati in Giappone, i quali, vittima delle loro dipendenze, costituiscono la preda perfetta per gli usurai. La storia si concentra proprio su uno di questi, Ushijima, che rappresenta il vero punto di forza del manga: carismatico, intelligente, all'apparenza normale (a casa possiede un sacco di conigli di cui si prende cura amorevolmente), ma inflessibile e diabolico non appena si tratta del suo lavoro, la sua morale e i suoi metodi sono magistralmente descritti nei primi capitoli del volume 1 e mettono subito in chiaro con che tipo di persona abbiamo a che fare. E proprio qui sta il bello: nessuno vorrebbe mai avercelo come amico, ma i numerosi emarginati con cui lui ha a che fare quotidianamente spesso sono pure peggio. Succede come nella serie tv Breaking Bad: si arriva a provare empatia, a tifare per un uomo dalla morale discutibile. L'autore è indubbiamente un tipo che sa il fatto suo, riuscire a portare al successo un'opera di denuncia come questa (e arrivare a trentadue volumi) non è cosa da poco. Leggendo il manga inoltre ci si può fare davvero un'ottima cultura su tutte le tendenze e i meccanismi sociali del Giappone al momento della scrittura (ricordo che è iniziato nel 2004): ben fatte, per non dire necessarie, le numerose note dell'edizione italiana della Planet Manga.

Strutturalmente parlando, il manga è costituito da "minisaghe" tra loro separate, alcune molto corte (due-tre capitoli, soprattutto nei primi volumi) altre più lunghe (fino a due-tre volumi). Mentre all'inizio la presenza di Ushijima è dominante, man mano che si va avanti la sua centralità va diminuendo, e l'autore sposta la sua attenzione verso le storie di alcuni degli sbandati il cui legame con Ushijima è più o meno diretto. I risultati, almeno fin dove sono arrivato io, sono alterni: alcune storie sono riuscite (Freeter, Gyaruo), altre meno (quella sulle prostitute, troppo tirata per le lunghe e con troppi personaggi).

I disegni mi piacciono molto, seguono poco lo stile tipico dei manga (anzi, sotto molti aspetti sono più vicini a quello occidentale) e sono un riuscito mix fra realismo (visto il tema) e caricatura (per enfatizzare la meschinità di molti personaggi). Vi è una netta predominanza del nero, in generale dei toni scuri, quasi a voler trasmettere la mancanza di valori e la disperazione di fondo con cui abbiamo a che fare.

Assegno 8 a questo manga perché è ancora in corso e per la discontinuità finora riscontrata nella qualità delle storie, ma possiede tutte le carte in regola per ambire a un voto più alto. Se per voi i manga sono più che un passatempo, se cercate un'opera seria e di denuncia, "L'usuraio" è straconsigliato, non ve ne pentirete.