Recensione
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>]
Avendo passato parte della mia infanzia con l'anime di Mermaid Melody, quando ho iniziato ad appassionarmi ai manga e all'animazione giapponese non ho potuto fare a meno di reperire il manga di Pichi Pichi Pitch; tuttavia, leggendolo e diventata un po' più grande, mi sono dovuta ricredere sull'opera che avevo tanto adorato da bambina.
Per quanto riguardo la trama, abbiamo Lucia, principessa sirena del Pacifico del Sud, che si reca sulla terra per cercare la sua perla, ora in possesso del bambino che aveva salvato da piccola, Kaito. Questo per difendere la pace dei mari da Gakuto, assieme alle altre principesse dei sette mari. Devo dire che l'idea di base è molto originale, dato che non ho sentito parlare di altri anime/manga che hanno per oggetto le sirene quali creature splendide e con voce melodiosa. Tuttavia, non è la trama iniziale quella meritevole di lamentele, bensì il modo in cui viene sviluppata. Innanzitutto parliamo di quello che occupa circa il 90% di tutto il manga: "l'amore" tra Lucia e Kaito, se così si può definire. All'inizio può sembrare una cosa dolce, l'amore innocente tra un bambino e una sirenetta, oppure quello impossibile tra i due, dato che la ragazza si trasformerebbe in schiuma se la sua identità venisse scoperta. Invece no, abbiamo una Lucia umana che non fa che pensare a Kaito ogni due secondi, persino quando sta per morire durante le "battaglie" (su questo ci torniamo dopo) dice: "Kaito, che faccio?". Che poi non è nemmeno tanto romantica, questa relazione, fatta solo di baci inutili che occupano due pagine intere e che si potevano benissimo risparmiare (quello nella casa al mare e quello di Lucia ubriaca, tanto per fare un esempio). Per non parlare di quello che va un po' più in là dei baci, tenendo conto che Lucia ha 13 anni - ma non fa niente, tanto le sirene diventano maggiorenni a quell'età, no? Fate un po' voi. Vogliamo poi discutere dell'altra metà della coppia, quella sagoma di Kaito? Il classico belloccio circondato sempre da belle ragazze, in realtà senza spessore e un minimo di carattere, che tiene benissimo il piede in due scarpe - per sua fortuna le due ragazze erano la stessa persona - che bacia Lucia pur essendo innamorato della sirena (se l'è meritato quello schiaffo). Ah, rigorosamente a petto nudo ogni volta che è possibile. Insomma, un amore privo di sostanza, basato per lo più sul contatto fisico. Passiamo ora alla storia "principale", a detta degli autori. Il malvagio Gakuto, principe dei Pantalassa, invia le sue "scagnozze" (per non dire il suo harem, tutte che pendono dalle sue labbra), le Dark Lovers, sulla terra per prendere le perle delle principesse e ottenere il dominio dei mari. Nulla di speciale, quindi. Le "battaglie" sono però singolari: le nostre beniamine riescono a sconfiggere i nemici semplicemente cantando. Peccato però che di canzoni ce ne siano solo due di numero, ovvero nelle battaglie finali. Per il resto, avremo le tre ragazze che dicono, in un'illustrazione a due pagine, "Vi sconfiggeremo con le voci Pichi Pichi bla bla" e basta, finito. Nell'anime abbiamo invece canzoni molto carine e orecchiabili, sia quelle giapponesi che quelle italiane. Il finale della prima parte non è poi niente di che, a parte alcuni elementi. Nella seconda parte, invece, avremo Mikel, un essere appartenente ad un'antica razza che cerca di catturare le principesse, quindi uguale come prima. Diciamo che la storia celata dietro il passato di Mikel è un po' più elaborata, ma ovviamente verrà oscurata da qualcos'altro - indovinate un po'? Kaito perde la memoria e Lucia piange e fa di tutto per riconquistarlo. Anche qui il finale ha poco da dire. La cosa che mi ha fatto però più arrabbiare di tutte è questa: dopo che tutto si risolve, le sirene torneranno nei loro regni, sono delle principesse, devono pensare al loro popolo, no? No. Tolta Lucia, tutti gli altri regni sono stati distrutti, e le sovrane che fanno? Si divertono sulla terra. Niente al pari di Usagi, devota fino all'ultimo al suo dovere (almeno nel manga) o di Bibi di One Piece, una principessa con la "P" maiuscola.
Passiamo ai personaggi: tolti Lucia e Kaito, abbiamo Hanon, che non so perché mi stava tanto simpatica quand'ero piccola, si "innamora" prima di Taro e subito dopo di Nagisa. Nient'altro da dire, s'è capito com'è. Poi c'è Rina, che prima fa "Pensiamo ai regni, siamo principesse, gli uomini sono stupidi" e poi anche lei cade sotto il fascino di Hamasaki (come rovinare i personaggi parte 1).
Abbiamo poi Karen, altra principessa, anche lei all'inizio "Non mi unirò a voi, devo salvare mia sorella!" e poi "Brava Lucia, vai con Kaito!" (come rovinare i personaggi parte 2). Proseguiamo con Sara, principessa che ha distrutto il suo regno - guarda un po', per una delusione d'amore. Alla fine però cerca di rimediare al suo peccato, quindi per me un po' si salva. Abbiamo altre due principesse, peccato che compaiano sì e no 5 capitoli su 30 (Karen e Sara 2 o 3 in più). Coco, per esempio, è molto carina esteticamente, sarebbe potuta diventare un personaggio interessante con un po' di carattere, invece niente. Quindi in pratica abbiamo solo tre principesse, Lucia, Hanon e Rina, non sette. Nella seconda parte, al ricco cast si aggiungono Mikaru, la brutta copia di Shiori di Kanon e di Hotaru di Sailor Moon (loro sì che sono dei bei personaggi, Mikaru è solo una psicopatica dipendente da Kaito); Richt, fratello della suddetta, non molto utile; Seira, piccola principessa sostituta di Sara, che non mi sento di condannare; Nagisa e Hamasaki, inutili spasimanti di Hanon e Rina. I nemici sono poi insipidi, salvo qualche piccola nota di carattere dei "capi" quando stanno per morire.
Nel settimo volume abbiamo delle storie brevi: la prima con protagonisti Yuri e Hippo (non tanto brutta), la seconda di due pagine senza senso, la terza - ovviamente - ha come elementi principe Lucia e la sua storia con Kaito, anche se ha alcuni punti interessanti. Poi ci sono altre tre opere di Pink Hanamori, di cui mi sento di salvare solo Moonlight Goddess Diana. Per il resto, fighi sosia di Kaito (almeno una volta a petto nudo, non sia mai!) "a gogo".
Passiamo infine ai disegni: lo stile non è originale, ma i disegni, soprattutto quelli di copertina o illustrazioni di inizio capitolo, sono abbastanza carini. Belli i primi i piani e le illustrazioni a tutta pagina, ma a volte ci sono facce storte (che risaltano poiché la versione è stata "capovolta") e le poche scene di azione presenti (ma anche quando i personaggi corrono) non risultano affatto dinamiche.
Tirando le somme, leggetevi qualche altro bel mahou shoujo, tipo Sailor Moon o Card Captor Sakura.
Avendo passato parte della mia infanzia con l'anime di Mermaid Melody, quando ho iniziato ad appassionarmi ai manga e all'animazione giapponese non ho potuto fare a meno di reperire il manga di Pichi Pichi Pitch; tuttavia, leggendolo e diventata un po' più grande, mi sono dovuta ricredere sull'opera che avevo tanto adorato da bambina.
Per quanto riguardo la trama, abbiamo Lucia, principessa sirena del Pacifico del Sud, che si reca sulla terra per cercare la sua perla, ora in possesso del bambino che aveva salvato da piccola, Kaito. Questo per difendere la pace dei mari da Gakuto, assieme alle altre principesse dei sette mari. Devo dire che l'idea di base è molto originale, dato che non ho sentito parlare di altri anime/manga che hanno per oggetto le sirene quali creature splendide e con voce melodiosa. Tuttavia, non è la trama iniziale quella meritevole di lamentele, bensì il modo in cui viene sviluppata. Innanzitutto parliamo di quello che occupa circa il 90% di tutto il manga: "l'amore" tra Lucia e Kaito, se così si può definire. All'inizio può sembrare una cosa dolce, l'amore innocente tra un bambino e una sirenetta, oppure quello impossibile tra i due, dato che la ragazza si trasformerebbe in schiuma se la sua identità venisse scoperta. Invece no, abbiamo una Lucia umana che non fa che pensare a Kaito ogni due secondi, persino quando sta per morire durante le "battaglie" (su questo ci torniamo dopo) dice: "Kaito, che faccio?". Che poi non è nemmeno tanto romantica, questa relazione, fatta solo di baci inutili che occupano due pagine intere e che si potevano benissimo risparmiare (quello nella casa al mare e quello di Lucia ubriaca, tanto per fare un esempio). Per non parlare di quello che va un po' più in là dei baci, tenendo conto che Lucia ha 13 anni - ma non fa niente, tanto le sirene diventano maggiorenni a quell'età, no? Fate un po' voi. Vogliamo poi discutere dell'altra metà della coppia, quella sagoma di Kaito? Il classico belloccio circondato sempre da belle ragazze, in realtà senza spessore e un minimo di carattere, che tiene benissimo il piede in due scarpe - per sua fortuna le due ragazze erano la stessa persona - che bacia Lucia pur essendo innamorato della sirena (se l'è meritato quello schiaffo). Ah, rigorosamente a petto nudo ogni volta che è possibile. Insomma, un amore privo di sostanza, basato per lo più sul contatto fisico. Passiamo ora alla storia "principale", a detta degli autori. Il malvagio Gakuto, principe dei Pantalassa, invia le sue "scagnozze" (per non dire il suo harem, tutte che pendono dalle sue labbra), le Dark Lovers, sulla terra per prendere le perle delle principesse e ottenere il dominio dei mari. Nulla di speciale, quindi. Le "battaglie" sono però singolari: le nostre beniamine riescono a sconfiggere i nemici semplicemente cantando. Peccato però che di canzoni ce ne siano solo due di numero, ovvero nelle battaglie finali. Per il resto, avremo le tre ragazze che dicono, in un'illustrazione a due pagine, "Vi sconfiggeremo con le voci Pichi Pichi bla bla" e basta, finito. Nell'anime abbiamo invece canzoni molto carine e orecchiabili, sia quelle giapponesi che quelle italiane. Il finale della prima parte non è poi niente di che, a parte alcuni elementi. Nella seconda parte, invece, avremo Mikel, un essere appartenente ad un'antica razza che cerca di catturare le principesse, quindi uguale come prima. Diciamo che la storia celata dietro il passato di Mikel è un po' più elaborata, ma ovviamente verrà oscurata da qualcos'altro - indovinate un po'? Kaito perde la memoria e Lucia piange e fa di tutto per riconquistarlo. Anche qui il finale ha poco da dire. La cosa che mi ha fatto però più arrabbiare di tutte è questa: dopo che tutto si risolve, le sirene torneranno nei loro regni, sono delle principesse, devono pensare al loro popolo, no? No. Tolta Lucia, tutti gli altri regni sono stati distrutti, e le sovrane che fanno? Si divertono sulla terra. Niente al pari di Usagi, devota fino all'ultimo al suo dovere (almeno nel manga) o di Bibi di One Piece, una principessa con la "P" maiuscola.
Passiamo ai personaggi: tolti Lucia e Kaito, abbiamo Hanon, che non so perché mi stava tanto simpatica quand'ero piccola, si "innamora" prima di Taro e subito dopo di Nagisa. Nient'altro da dire, s'è capito com'è. Poi c'è Rina, che prima fa "Pensiamo ai regni, siamo principesse, gli uomini sono stupidi" e poi anche lei cade sotto il fascino di Hamasaki (come rovinare i personaggi parte 1).
Abbiamo poi Karen, altra principessa, anche lei all'inizio "Non mi unirò a voi, devo salvare mia sorella!" e poi "Brava Lucia, vai con Kaito!" (come rovinare i personaggi parte 2). Proseguiamo con Sara, principessa che ha distrutto il suo regno - guarda un po', per una delusione d'amore. Alla fine però cerca di rimediare al suo peccato, quindi per me un po' si salva. Abbiamo altre due principesse, peccato che compaiano sì e no 5 capitoli su 30 (Karen e Sara 2 o 3 in più). Coco, per esempio, è molto carina esteticamente, sarebbe potuta diventare un personaggio interessante con un po' di carattere, invece niente. Quindi in pratica abbiamo solo tre principesse, Lucia, Hanon e Rina, non sette. Nella seconda parte, al ricco cast si aggiungono Mikaru, la brutta copia di Shiori di Kanon e di Hotaru di Sailor Moon (loro sì che sono dei bei personaggi, Mikaru è solo una psicopatica dipendente da Kaito); Richt, fratello della suddetta, non molto utile; Seira, piccola principessa sostituta di Sara, che non mi sento di condannare; Nagisa e Hamasaki, inutili spasimanti di Hanon e Rina. I nemici sono poi insipidi, salvo qualche piccola nota di carattere dei "capi" quando stanno per morire.
Nel settimo volume abbiamo delle storie brevi: la prima con protagonisti Yuri e Hippo (non tanto brutta), la seconda di due pagine senza senso, la terza - ovviamente - ha come elementi principe Lucia e la sua storia con Kaito, anche se ha alcuni punti interessanti. Poi ci sono altre tre opere di Pink Hanamori, di cui mi sento di salvare solo Moonlight Goddess Diana. Per il resto, fighi sosia di Kaito (almeno una volta a petto nudo, non sia mai!) "a gogo".
Passiamo infine ai disegni: lo stile non è originale, ma i disegni, soprattutto quelli di copertina o illustrazioni di inizio capitolo, sono abbastanza carini. Belli i primi i piani e le illustrazioni a tutta pagina, ma a volte ci sono facce storte (che risaltano poiché la versione è stata "capovolta") e le poche scene di azione presenti (ma anche quando i personaggi corrono) non risultano affatto dinamiche.
Tirando le somme, leggetevi qualche altro bel mahou shoujo, tipo Sailor Moon o Card Captor Sakura.