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9.0/10
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Non sono mai stato tanto coinvolto sentimentalmente in un'opera come quando ho letto "Rocky Joe".

Ricordo che inizialmente quando lo vidi non ne fui molto attratto, il genere sportivo nei manga non mi aveva mai colpito molto, ma grazie agli ottimi pareri che sentii in giro lo presi sulla fiducia. Ora io non posso far altro che ringraziare chiunque mi abbia consigliato "Ashita no Joe" (titolo originale dell'opera), perché mi ha trasmesso valori unici e fondamentali.

La storia di base è piuttosto semplice, un giovane teppistello di nome Joe Yabuki incontra casualmente un vecchio pugile, che ammaliato dai potenti pugni del ragazzo decide di allenarlo per farlo diventare un campione di boxe. All'apparenza può sembrare fin troppo scontata come trama, ma vi assicuro che leggendolo ci troverete di tutto, a partire dai singoli personaggi.
Joe ha un carattere forte, non ama sottostare alle regole specialmente se ad imporgliele è qualcuno di cui non si fida, essendo rimasto orfano, sin da piccolo schiva qualsiasi rapporto umano come forma di difesa e ciò non lo aiuta nella vita quotidiana. La sua salvezza arriva proprio quando incontra il vecchio ex pugile Danbei Tange, l'unico a credere in lui sin dall'inizio. Molto spesso ci saranno battibecchi, litigate e scazzottate tra i due a causa dei loro caratteri simili, ogni volta che Joe maltrattava il vecchio io mi ritrovavo ad odiarlo ed a sperare che Danbei si arrendesse, ma lui non mollava mai e Joe finiva sempre col chiedere scusa, rafforzando il potente legame che era nato tra i due.

Ma come si fa ad avere un protagonista senza un degno rivale?
Le vesti di questo personaggio le indossa Rikishi, un ragazzo con un grande talento per la boxe e che sarà il primo vero avversario per Joe. Anche questo è un personaggio di grande spessore, fondamentale per la crescita del nostro Yabuki, anche se i due partono col piede sbagliato poi l'uno sarà l'appoggio per l'altro, una grande rivalità che nasconde una profonda amicizia. Il legame tra i due raggiunge il culmine durante il loro incontro ufficiale e non potrete far altro che restare a bocca aperta quando lo leggerete.

Io reputo che il mondo della boxe abbia fatto da splendido tramite per evidenziare le grandi tematiche raccolte in questo manga. Uno sport non di squadra, in cui a combattere sei unicamente tu e devi contare solo sulle tue forze, rende perfettamente il concetto di non arrendersi mai. Ogni incontro è differente, ricco di patos e suspense, è sempre difficile comprendere quale sarà l'esito finale perché quando meno te lo aspetti l'autore inventa un nuovo escamotage che capovolgerà ogni cosa. Anche se va detto che molte delle mosse inventate risultano piuttosto impraticabili nella realtà , ma è pur sempre un manga.

Il disegno nonostante sia degli anni '70 è ben fatto, fa quasi impressione vedere i volti dei pugili spesso sfigurati a suon di pugni. A me piace parecchio lo stile di Tetsuya Chiba, il disegnatore di quest'opera, non è moderno e pulito, risulta piuttosto sporco e semplice, ma si adatta comunque a questo genere di storia. Per non parlare della tavola finale, è un qualcosa di trascendentale.

La conclusione dell'opera scritta da Asao Takamori mi ha lasciato completamente soddisfatto, era già nella sua testa sin dall'inizio ed è il culmine di tutte le emozioni provate lungo la lettura di "Rocky Joe". Numerose volte sono rimasto commosso ma mai come nel capitolo finale, a mio parere non poteva concludersi meglio di così, lasciandomi una profonda malinconia ma con la consapevolezza che era giusto terminare così questa splendida storia di vita.