Recensione
Video Girl Ai
10.0/10
Ho deciso di scrivere la mia prima recensione su un manga che ritengo essere una assoluta pietra miliare del fumetto giapponese: Video Girl Ai di Masakazu Katsura.
PERSONAGGI
La prima cosache colpisce in quest'opera è la notevole capacità dell'autore di delineare psicologie complesse ma dinamiche, con un'introspezione che tutt'ora ha pochi eguali (in effetti, mi viene in mente solo quanto fatto da Kentaro Miura con Berserk e dalla Yazawa con Nana). Tutti i personaggi, infatti, portano avanti un'evoluzione caratteriale costante e credibile, priva di quelle assurdità e di quei salti logici che da sempre rappresentano la gioia dei detrattori del fumetto orientale. Il realismo che permea questo mutamento progressivo ma inesorabile dei personaggi è reso possibile, a prima vista, grazie alla narrazione fortemente introspettiva dell'autore, che porta avanti la storia su due binari paralleli. Da un lato vi è la classica narrazione per eventi, peraltro ricca di colpi di scena ed eventi topici ben oltre la media dei manga dello stesso genere. Questa tuttavia acquisisce senso e sostanza alla luce del secondo binario, ossia quello propriamente introspettivo: tutta l'opera, infatti, è pervasa di pensieri e riflessioni dei due protagonisti, a cui l'autore affida uno spazio forse maggiore che ai dialoghi in senso proprio. Questa presenza costante del mondo interiore dei personaggi si sovrappone e irradia di senso l'intera vicenda, donandole una profondità e una coerenza che ne rappresentano il valore aggiunto. Inoltre, proprio questo espediente consente una immedesimazione via via sempre crescente coi personaggi. Tuttavia, anche per non appesantire esageratamente la narrazione, questo trattamento alquanto dispendioso in termini di spazi e scorrevolezza della lettura viene riservato solo ai due personaggi protagonisti (Ai e Yota). I comprimari, che proprio a causa dello stile narrativo sono pochi (e questo è forse uno dei pochi ineludibili difetti dell'opera) ma fondamentali nell'economia della storia e per la maturazione del protagonista maschile (tanto da potersi parlare nel caso di Moemi di vera e propria coprotagonista), vengono definiti sulla base del grado di discrepanza tra le opinioni che i protagonisti hanno su di loro e il loro agire concreto: proprio la frequente erroneità delle opinioni che Ai e, soprattutto, Yota hanno dei propri amici permette di intuire a contrario la complessità di questi ultimi.
Venendo ai singoli personaggi, notiamo immediatamente che si tratta dei "tipi" classici del genere: il ragazzo timido ma dal cuore puro, la ragazza timida e femminile, la ragazza vivace e mascolina, il ragazzo belloccio ma insensibile, la kohai ingenua. Tuttavia, proprio in virtù della forte carica introspettiva di cui sopra, ci accorgiamo subito che non si tratta di macchiette o stereotipi: come dalle premesse discendono le conclusioni, che a loro volta costituiscono le premesse per conclusioni nuove, così dalle caratteristiche interiori dei personaggi (varie e talvolta contraddittorie, proprio come nella realtà) discendono le loro azioni, che a loro volta forniscono la base per cambiamenti che comunque non snaturano la personalità dei soggetti, in una dialettica tra caratteri psicologici e azioni-reazioni che ha dell'incredibile e che rappresenta a livello di metodo un po' il fil rouge dell'opera nel suo complesso.
Che poi proprio questi tipi caratteriali siano stati ripresi, con alterne vicende, da tutta la narrativa romantic shounen successiva, è un'altra storia che non fa che confermare l'immenso valore storico di Video Girl Ai.
SVILUPPO NARRATIVO
Già detto al paragrafo precedente del doppio binario eventi-introspezione (o se si vuole, mondo esteriore-mondo interiore), con le conseguenze che l'estremizzazione di questa tecnica produce sulla narrazione (scarso numero dei comprimari e creazione di un mondo che inevitabilmente gravita intorno ai due protagonisti e alla loro interiorità, venendone in tal modo quasi saturato), non si può non notare come l'opera abbia un'architettura narrativa assolutamente coerente e lineare: i filler sono inesistenti e gli eventi si susseguono senza soluzione di continuità, sviluppandosi in uno spazio narrativo relativamente ristretto. Il plot è abbastanza lineare e procede più per climax e mutamenti di prospettiva che per accumulo di linee narrative o continui colpi di scena: prova evidente della ricchezza dell'opera in quanto tale, che senza bisogno di ricorrere ad artifici narrativi basati su continue (e spesso improbabili se non addirittura contraddittorie) rivelazioni riesce comunque a conquistare e coinvolgere.
TEMATICHE
La tematica fondamentale è, naturalmente, quella amorosa. L'amore è visto come una forza in grado di smuovere il mondo, trasformare le persone, cambiare il corso degli eventi. Al di là dell'enfasi talvolta un po' esagerata posta sul concetto che a volte produce effetti stucchevoli (rischio connaturato ad ogni narrativa romantica), bisogna sottolineare come in realtà ciò avvenga più a livello programmatico che di conseguenze narrative. Infatti, è la concezione stessa dei personaggi intorno all'amore a trasformarsi, in un senso via via sempre più aderente alla complessità della realtà.
Oltre alla tematica amorosa (comunqe assolutamente preponderante e in funzione di di cui sono trattate tutte le altre), non ne mancano di diverse, come la critica dello show business giapponese, l'etica del lavoro e l'importanza delle passioni personali, che non possono essere degradate a meri hobbies, per la piema maturazione e realizzazione dell'individuo (tema sempre presente nelle opere di Katsura e tipicamente nipponico), fino a una toccante e delicata riflessione sulla morte (priva di quei patetismi che troppe volte inquinano questo tipo di narrazioni). Un discorso a parte è da farsi riguardo alla tematica fantascentifica: se da un lato essa rappresenta costantemente il motore degli eventi, dall'altro non può non scorgersi un suo ruolo servente nei confronti della tematica fondamentale, che è e resta quella sentimentale. Ciò nonostante, rappresentando la consistenza incomprimibile del mondo oggettivo in cui i personaggi si muovono, che pone ostacoli dal cui superamento derivano nuove conseguenze e premesse, la fantascienza permette di abbozzare (nel poco spazio dedicatole) riflessioni diverse, che vanno dal ruolo delle relazioni interpersonali in una società sempre più spersonalizzannte ed efficientista alla effettiva natura e consistenza dei sentimenti, vero marcatore dell'umano rispetto alla macchina (e non è un caso che Ai, un androide, proprio perché capace di amare sia molto più umana del suo creatore, che è invece biologicamente un essere umano).
DISEGNO
Il tratto con cui è disegnato Video Girl Ai risente senz'altro dell'epoca in cui fu realizzato. Il tratto sottile, lo scarso utilizzo di ombreggiature per i volti, l'abbigliamento (che definirei "eccentrico" per usare un eufemismo), la presenza di molte vignette di piccole dimensioni e per converso di pochi primi piani e tavole, potrebbero non piacere al lettore contemporaneo. Tuttavia, bisogna sottolineare come la qualità di tali disegni non possa essere messo in discussione: le anatomie morbide, i volti espressivi e mai grotteschi, gli sfondi ricchi e dettagliati, la chiarezza delle tavole, la nitidezza dei contorni, l'utilizzo dei retini (di un realismo ancora insuperato) dovrebbero essere tenuti ben presenti da tutti quei nuovi autori che spesso col pressappochismo tipico dei dilettanti supponenti si accostano al difficile mondo del fumetto, saturandolo di opere amatoriali (e qui la mente corre alle anatomie grottesche e sproporzionate de "L'attacco dei giganti").
In generale si può notare una maggior cura per le figure femminili rispetto a quelle maschili (con la presenza di una certa quantità di fanservice, che tuttavia è ottimamente amalgamato nella narrazione e mai estemporaneo come capita invece nelle produzioni deteriori del genere), ma questo è spiegabile tenendo conto del pubblico (maschile, per l'appunto) cui il manga è rivolto, nonché del presumibile maggior interesse dell'autore per le figure femminili.
RILEVANZA STORICA
Come detto, Video Girl Ai è stato un manga seminale, che ha fornito l'ispirazione preponderante per l'intero genere dello shounen romantico, pur non rappresentandone il primo esempio (in questo senso la palma va consegnata presumibilmente a Orange Road, di qualche anno precedente). In particolare, costantemente ripresi saranno la tecnica del doppio binario narrativo (a mio avviso mai più con effetti tanto realistici e coinvolgenti), nonche i tipi caratteriali dei personaggi (spesso in modo estremamente pedissequo e stereotipato). Ciò che nessun romantic shounen aveva realizzato prima e che nessuno riuscirà a ripetere dopo (neppure lo stesso Katsura con la sua rilettura degli anni '90, il pur piacevole I''S) sono l'immedesimazione nei personaggi, il realismo nella loro maturazione personale e la coerenza assoluta della narrazione, davvero senza eguali.
CONCLUSIONI
Tutto considerato, non posso che riservare a Video Girl Ai una valutazione decisamente alta. Essenso un'opera che rasenta la perfezione (pur senza toccarla) il voto più giusto sarebbe 9.5; ma visto e considerato che alcuni pregi di quest'opera sono praticamente unici nell'intera narrativa a fumetti non solo giapponese arrotonderò per eccesso dando 10 a questo manga davvero bellissimo.
PERSONAGGI
La prima cosache colpisce in quest'opera è la notevole capacità dell'autore di delineare psicologie complesse ma dinamiche, con un'introspezione che tutt'ora ha pochi eguali (in effetti, mi viene in mente solo quanto fatto da Kentaro Miura con Berserk e dalla Yazawa con Nana). Tutti i personaggi, infatti, portano avanti un'evoluzione caratteriale costante e credibile, priva di quelle assurdità e di quei salti logici che da sempre rappresentano la gioia dei detrattori del fumetto orientale. Il realismo che permea questo mutamento progressivo ma inesorabile dei personaggi è reso possibile, a prima vista, grazie alla narrazione fortemente introspettiva dell'autore, che porta avanti la storia su due binari paralleli. Da un lato vi è la classica narrazione per eventi, peraltro ricca di colpi di scena ed eventi topici ben oltre la media dei manga dello stesso genere. Questa tuttavia acquisisce senso e sostanza alla luce del secondo binario, ossia quello propriamente introspettivo: tutta l'opera, infatti, è pervasa di pensieri e riflessioni dei due protagonisti, a cui l'autore affida uno spazio forse maggiore che ai dialoghi in senso proprio. Questa presenza costante del mondo interiore dei personaggi si sovrappone e irradia di senso l'intera vicenda, donandole una profondità e una coerenza che ne rappresentano il valore aggiunto. Inoltre, proprio questo espediente consente una immedesimazione via via sempre crescente coi personaggi. Tuttavia, anche per non appesantire esageratamente la narrazione, questo trattamento alquanto dispendioso in termini di spazi e scorrevolezza della lettura viene riservato solo ai due personaggi protagonisti (Ai e Yota). I comprimari, che proprio a causa dello stile narrativo sono pochi (e questo è forse uno dei pochi ineludibili difetti dell'opera) ma fondamentali nell'economia della storia e per la maturazione del protagonista maschile (tanto da potersi parlare nel caso di Moemi di vera e propria coprotagonista), vengono definiti sulla base del grado di discrepanza tra le opinioni che i protagonisti hanno su di loro e il loro agire concreto: proprio la frequente erroneità delle opinioni che Ai e, soprattutto, Yota hanno dei propri amici permette di intuire a contrario la complessità di questi ultimi.
Venendo ai singoli personaggi, notiamo immediatamente che si tratta dei "tipi" classici del genere: il ragazzo timido ma dal cuore puro, la ragazza timida e femminile, la ragazza vivace e mascolina, il ragazzo belloccio ma insensibile, la kohai ingenua. Tuttavia, proprio in virtù della forte carica introspettiva di cui sopra, ci accorgiamo subito che non si tratta di macchiette o stereotipi: come dalle premesse discendono le conclusioni, che a loro volta costituiscono le premesse per conclusioni nuove, così dalle caratteristiche interiori dei personaggi (varie e talvolta contraddittorie, proprio come nella realtà) discendono le loro azioni, che a loro volta forniscono la base per cambiamenti che comunque non snaturano la personalità dei soggetti, in una dialettica tra caratteri psicologici e azioni-reazioni che ha dell'incredibile e che rappresenta a livello di metodo un po' il fil rouge dell'opera nel suo complesso.
Che poi proprio questi tipi caratteriali siano stati ripresi, con alterne vicende, da tutta la narrativa romantic shounen successiva, è un'altra storia che non fa che confermare l'immenso valore storico di Video Girl Ai.
SVILUPPO NARRATIVO
Già detto al paragrafo precedente del doppio binario eventi-introspezione (o se si vuole, mondo esteriore-mondo interiore), con le conseguenze che l'estremizzazione di questa tecnica produce sulla narrazione (scarso numero dei comprimari e creazione di un mondo che inevitabilmente gravita intorno ai due protagonisti e alla loro interiorità, venendone in tal modo quasi saturato), non si può non notare come l'opera abbia un'architettura narrativa assolutamente coerente e lineare: i filler sono inesistenti e gli eventi si susseguono senza soluzione di continuità, sviluppandosi in uno spazio narrativo relativamente ristretto. Il plot è abbastanza lineare e procede più per climax e mutamenti di prospettiva che per accumulo di linee narrative o continui colpi di scena: prova evidente della ricchezza dell'opera in quanto tale, che senza bisogno di ricorrere ad artifici narrativi basati su continue (e spesso improbabili se non addirittura contraddittorie) rivelazioni riesce comunque a conquistare e coinvolgere.
TEMATICHE
La tematica fondamentale è, naturalmente, quella amorosa. L'amore è visto come una forza in grado di smuovere il mondo, trasformare le persone, cambiare il corso degli eventi. Al di là dell'enfasi talvolta un po' esagerata posta sul concetto che a volte produce effetti stucchevoli (rischio connaturato ad ogni narrativa romantica), bisogna sottolineare come in realtà ciò avvenga più a livello programmatico che di conseguenze narrative. Infatti, è la concezione stessa dei personaggi intorno all'amore a trasformarsi, in un senso via via sempre più aderente alla complessità della realtà.
Oltre alla tematica amorosa (comunqe assolutamente preponderante e in funzione di di cui sono trattate tutte le altre), non ne mancano di diverse, come la critica dello show business giapponese, l'etica del lavoro e l'importanza delle passioni personali, che non possono essere degradate a meri hobbies, per la piema maturazione e realizzazione dell'individuo (tema sempre presente nelle opere di Katsura e tipicamente nipponico), fino a una toccante e delicata riflessione sulla morte (priva di quei patetismi che troppe volte inquinano questo tipo di narrazioni). Un discorso a parte è da farsi riguardo alla tematica fantascentifica: se da un lato essa rappresenta costantemente il motore degli eventi, dall'altro non può non scorgersi un suo ruolo servente nei confronti della tematica fondamentale, che è e resta quella sentimentale. Ciò nonostante, rappresentando la consistenza incomprimibile del mondo oggettivo in cui i personaggi si muovono, che pone ostacoli dal cui superamento derivano nuove conseguenze e premesse, la fantascienza permette di abbozzare (nel poco spazio dedicatole) riflessioni diverse, che vanno dal ruolo delle relazioni interpersonali in una società sempre più spersonalizzannte ed efficientista alla effettiva natura e consistenza dei sentimenti, vero marcatore dell'umano rispetto alla macchina (e non è un caso che Ai, un androide, proprio perché capace di amare sia molto più umana del suo creatore, che è invece biologicamente un essere umano).
DISEGNO
Il tratto con cui è disegnato Video Girl Ai risente senz'altro dell'epoca in cui fu realizzato. Il tratto sottile, lo scarso utilizzo di ombreggiature per i volti, l'abbigliamento (che definirei "eccentrico" per usare un eufemismo), la presenza di molte vignette di piccole dimensioni e per converso di pochi primi piani e tavole, potrebbero non piacere al lettore contemporaneo. Tuttavia, bisogna sottolineare come la qualità di tali disegni non possa essere messo in discussione: le anatomie morbide, i volti espressivi e mai grotteschi, gli sfondi ricchi e dettagliati, la chiarezza delle tavole, la nitidezza dei contorni, l'utilizzo dei retini (di un realismo ancora insuperato) dovrebbero essere tenuti ben presenti da tutti quei nuovi autori che spesso col pressappochismo tipico dei dilettanti supponenti si accostano al difficile mondo del fumetto, saturandolo di opere amatoriali (e qui la mente corre alle anatomie grottesche e sproporzionate de "L'attacco dei giganti").
In generale si può notare una maggior cura per le figure femminili rispetto a quelle maschili (con la presenza di una certa quantità di fanservice, che tuttavia è ottimamente amalgamato nella narrazione e mai estemporaneo come capita invece nelle produzioni deteriori del genere), ma questo è spiegabile tenendo conto del pubblico (maschile, per l'appunto) cui il manga è rivolto, nonché del presumibile maggior interesse dell'autore per le figure femminili.
RILEVANZA STORICA
Come detto, Video Girl Ai è stato un manga seminale, che ha fornito l'ispirazione preponderante per l'intero genere dello shounen romantico, pur non rappresentandone il primo esempio (in questo senso la palma va consegnata presumibilmente a Orange Road, di qualche anno precedente). In particolare, costantemente ripresi saranno la tecnica del doppio binario narrativo (a mio avviso mai più con effetti tanto realistici e coinvolgenti), nonche i tipi caratteriali dei personaggi (spesso in modo estremamente pedissequo e stereotipato). Ciò che nessun romantic shounen aveva realizzato prima e che nessuno riuscirà a ripetere dopo (neppure lo stesso Katsura con la sua rilettura degli anni '90, il pur piacevole I''S) sono l'immedesimazione nei personaggi, il realismo nella loro maturazione personale e la coerenza assoluta della narrazione, davvero senza eguali.
CONCLUSIONI
Tutto considerato, non posso che riservare a Video Girl Ai una valutazione decisamente alta. Essenso un'opera che rasenta la perfezione (pur senza toccarla) il voto più giusto sarebbe 9.5; ma visto e considerato che alcuni pregi di quest'opera sono praticamente unici nell'intera narrativa a fumetti non solo giapponese arrotonderò per eccesso dando 10 a questo manga davvero bellissimo.