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10.0/10
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Sebbene incompleto e tutt'ora in corsa, merita il massimo dei voti. Al momento, per me questo è il battle shonen definitivo. "HxH" osa fare ciò che gli altri shonen non fanno, Togashi ha uno stile e un tipo di narrazione talmente maturi da farti dimenticare che hai tra le mani uno shonen. Ma andiamo con ordine, e spieghiamo perché amo questo fumetto. "HxH" parte sembrando un manga come tanti: un ragazzino in un mondo fantasy con un grande sogno da realizzare e una grande avventura che lo aspetta. Se si conosce già Togashi il lettore non si farà ingannare dalla premessa, e difatti quello che parte in maniera tanto semplice si rivelerà un manga ricco di realismo, risvolti psicologici, violenza, personaggi delineati così perfettamente da sembrare veri, con una struttura inusuale che ci permette di avere archi narrativi sempre diversi ed imprevedibili. Viene dato tantissimo spazio a dialoghi e spiegazioni, che però non sono mai banali o noiosi, e vanno letti molto attentamente perché fondamentali per capire le meccaniche del mondo di "HxH" (un mondo pulsante e soprattutto verosimile, non mancheranno approfondimenti politici, sociali e geografici) e dei personaggi che lo popolano. I personaggi sono un altro punto di forza, non c'è una netta distinzione tra buoni o cattivi, ognuno persegue i propri scopi (che possono anche mutare com'è giusto che sia, cosa molto realistica, a differenza della maggior parte dei manga in cui lo scopo dei personaggi è lo stesso sempre e la loro storia raggiunge il culmine una volta realizzato il suo obiettivo iniziale), a volte comportandosi in maniera moralmente discutibile, e anche il personaggio all'apparenza più banale nasconde una personalità molto dettagliata e verosimile. Ed è proprio la verosimiglianza il più grande pregio del manga: il modo in cui ragionano i personaggi è sempre realistico, così come lo è lo svolgersi della narrazione: tutto viene spiegato meticolosamente, niente viene lasciato al caso, non ci sono cliché e forzature, davvero si rasenta la perfezione. E questa capacità dell'autore ha un impatto notevole anche sui combattimenti, altro punto su cui vale la pena di soffermarsi: i personaggi lottano usando un potere chiamato "nen", che ha caratteristiche davvero particolari e complesse che non mi dilungherò a spiegare ma, fidatevi, è qualcosa di geniale, che conferisce loro abilità che variano da persona a persona, e gli scontri non si limiteranno mai a mere scazzottate, ma avranno una notevole componente strategica, capacità di analizzare l'avversario, il terreno di scontro e soprattutto un uso non scontato dei propri poteri si riveleranno doti fondamentali per vincere gli scontri, e spesso saranno proprio i personaggi più intelligenti e calcolatori ad avere la meglio su avversari all'apparenza più forti non solo fisicamente, ma anche con abilità "nen" sulla carta più temibili. E ogni mossa, ogni potere sarà dall'autore spiegato ed analizzato scrupolosamente, non ci saranno power-up e supermosse improvvise e casuali anzi, ogni miglioramento nell'uso delle proprie abilità sarà mostrato e spiegato step by step ai lettori, e integrato perfettamente nella narrazione. Mi voglio soffermare su altri due punti e concludo: il coraggio dell'autore e i disegni. Perché dico coraggio? Perché Togashi non si fa problemi a mostrare una violenza bruta e a tratti splatter, a far morire personaggi, a mettere da parte il protagonista quando non è un personaggio necessario, facendolo spesso comprimario piuttosto che motore degli eventi, rendendo così "Hunter X Hunter" un'opera corale che segue tanti personaggi e tante trame e sottotrame, non si fa problemi a ridurre a zero il fan-service, non vuole scrivere per accontentare i fan, vuole scrivere ciò che pensa sia bello, e questo rende la sua opera libera, incontaminata. Un esempio chiarissimo di ciò, e i lettori mi capiranno subito, è stato il fatto di rendere quello che in qualsiasi altro shonen sarebbe stato il finale dell'opera, un nuovo, inaspettato punto di inizio e non lo fa in maniera forzata per allungare il brodo anzi, ma introducendo quello che ha tutto il potenziale per essere l'arco narrativo più interessante dell'intero fumetto. Chiudo parlando dei disegni: per molti sono una nota dolente, perché a volte Togashi consegna solo le bozze (ma è un problema di cui soffre solo la rivista, in volume viene tutto perfezionato e ridisegnato al meglio), in realtà è un grande disegnatore, capace di creare personaggi dal design sempre originale, di dare grandissima espressività ai volti (su questo resterete sorpresi) e dinamismo ai corpi; di impostare prospettive particolari e di riempire gli sfondi di dettagli. Il suo stile è in continua evoluzione, e Togashi si diverte ad alternare un tratto più dolce, pulito e cartoonesco ad uno più grezzo, sporco, realistico a seconda dei momenti. Insomma, consiglio questo manga a chiunque ami gli shonen, e fidatevi che dopo gli altri fumetti di questo tipo vi sembreranno meno belli, tanta è la superiorità di "Hunter x Hunter". Sul serio, un'opera talmente complessa e ben strutturata non mi è mai capitata tra i battle shonen, e le cose da dire sono talmente tante che probabilmente ne avrò tralasciata più di una e magari sarò risultato pure confuso nella mia recensione, ma fidatevi se dico che "Hunter x Hunter" va letto e senza dubbio, se manterrà questa qualità fino alla fine (e con Togashi non è detto che sarà così) si piazzerà al primo posto della mia personale classifica dei migliori shonen di tutti i tempi e credo in quella di molti altri lettori.