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Haikyuu Second Season - Recensione

TRAMA

Le vicende di Haikyuu Second Season si svolgono poco tempo dopo la fine della prima stagione e vedono Shoyou Hinata e la squadra del liceo Karasuno impegnarsi per superare i loro limiti e sconfiggere gli avversari che si frappongono tra loro ed il sogno che intendono realizzare: il torneo nazionale di pallavolo delle superiori in Giappone.
Come chi conosce la serie sa, la Karasuno era riuscita a qualificarsi quattro anni prima a tale competizione, ma la formazione, guidata dal leggendario “Piccolo Gigante”, era stata eliminata agli ottavi.
Ma lo stesso Shoyou e i suoi compagni sono cresciuti aspirando a tale traguardo, sperando anzi di fare di più e raggiungere risultati migliori, motivati anche dal rivale storico: il liceo Nekoma di Sendai.
Ed è proprio da tale istituto, con cui esiste anche un forte rapporto di rispetto ed amicizia, che arriva un'offerta che non si può rifiutare: partecipare ad un ritiro con loro ed altre squadre di Tokyo, compagini molto forti e che possono aiutare i nostri a diventare forti.
Durante tale ritiro, i ragazzi sviluppano un forte affiatamento, incertezze e timori vengono affrontati (sebbene non sempre risolti subito) e si fa strada la consapevolezza che la Karasuno ha i mezzi per fare molta strada. E la cosa divertente è che questo accade in mezzo ad una serie quasi infinita di sconfitte, partite che tuttavia fanno capire ai ragazzi come diventare un vero team.
In seguito, i nostri dovranno affrontare le durissime qualificazioni di prefettura e qui altri dubbi e timori saranno superati da un solo mantra: giocare per la squadra, “per noi che non vogliamo arrenderci”.
Dopo una lunga serie di epiche sfide, la Karasuno riesce, lottando con le unghie e con i denti, a prevalere e raggiungere l'agognata finale, dove ad attenderla vi è un avversario temibile.
Qui tuttavia si chiude la stagione e dovremo aspettare Ottobre 2016 per sapere come andrà a finire.

MESSAGGIO

Come ogni manga ed anime che si rispetti, anche Haikyuu ha un messaggio tra le righe, anzi diversi messaggi.
Il più importante è quello, ormai presente in quasi tutte le opere, di una critica alla società giapponese e fatta in modo molto intelligente.
Invece di puntare il dito in modo diretto verso certi aspetti della loro cultura, Furudate evidenzia certi “comportamenti” con alcuni personaggi. Quello che meglio incarna il suo spirito di “critica” è Kenma, alzatore della Nekoma e grande amico di Shoyou.
Il giovane ha sempre contestato certi atteggiamenti tipici della cultura nipponica, come l'eccessivo rispetto “forzato” verso i senpai, la necessità di chiamarsi per cognome anche se ci si conosce da una vita o la meccanica che vede le persone come parte di qualcosa perché altrimenti non sono nessuno. Questo suo modo di porsi era già evidente nella prima serie di Haikyuu, ma nella seconda si evidenzia ancora di più poiché si rafforza la sua amicizia con lo stesso Shoyou, il quale, attraverso il comportamento di Kenma, trova il modo di “elevarsi” e superare il suo limite fisico (l'altezza) che diventa anche un “limite mentale e morale” (i vari siparietti in cui Shoyou si trova nel bagno da solo con qualche avversario ben rappresentano la sua “paura di essere inadeguato”).
Molti potrebbero obiettare che questa presunta “elevatura” non è così evidente, ma si pensi a quando Hinata trova il coraggio di dire chiaramente che lui e la Karasuno arriveranno al torneo nazionale: non è solo frutto del suo orgoglio, ma dello scambio positivo con altre persone, in particolar modo lo stesso Kenma.
Ed il giovane alzatore della Nekoma trova invece nell'amico le motivazioni per giocare e voler vincere, dato che vede il lato “divertente” della pallavolo, una critica che non riguarda questo specifico sport, ma il modo di porsi dei nipponici nei confronti delle attività agonistiche, viste come prove da superare oppure cadere nell'oblio (non a caso, l'idea di “studente modello e bravo negli sport” è un concetto fin troppo forte nella cultura giapponese).
Altra critica, sempre velata, è quella alla scuola come mezzo non di miglioramento della perfezione, ma di negazione della sua stessa essenza, in cui atti di bullismo e gruppi elitari sono considerati cose non solo tollerabili, ma giuste ed i ragazzi si vergognano ad ammettere che sono vittime ora dell'uno ed escluse ora da un gruppo.
I casi emblematici in tal senso sono Tadashi Yamaguchi (uno dei miei personaggi preferiti), vittima di bullismo da piccolo e salvato dalla dialettica tagliente di Kei Tsukishima (capace di spiazzare un gruppo di bulletti che si fanno vedere tanto spavaldi solo perché sono in tre), di cui diverrà grande amico.
L'altro è proprio il fratello maggiore di Tsukishima, a suo tempo membro della “leggendaria Karasuno” (si, quella del “Piccolo Gigante”), che però si scoprirà essere un bugiardo. In effetti, il giovane era effettivamente membro della Karasuno, ma in qualità di riserva di seconda fascia (non siede nemmeno in panchina, ma tra la folla a tifare). E questo perché era stato escluso da una squadra molto selettiva, ma non voleva ammetterlo dinanzi alla famiglia (si vergognava della sua condizione).
A tutto questo si aggiunga la condizione di Hitoka Yaichi e la visione della donna nel contesto nipponico sin dai tempi della scuola. La giovane neo-manager in prova è l'esempio di come ci sia una forte incapacità da parte delle giovani a mettersi in luce e trovare la propria strada, soprattutto quando la famiglia non comprende come relazionarsi con i figli. A fare da contraltare a lei è la sorella di Tanaka, un tipetto focoso che ben mostra che non è impossibile per una donna emergere anche in un contesto come quello giapponese.
La mancanza di comunicazione è un altro dei temi portanti di Haikyuu, ed una critica forte alla società giapponese: chi ha dei problemi tende a volerli risolvere tutto da solo. E questo sistema porta a situazioni pesanti da sopportare e paure, spesso dovute a traumi od il timore di non essere all'altezza delle aspettative.
Ma a differenza di quella che è la visione tipica del Sol Levante, ossia tanti numeri che danno vita ad un collettivo, in Haikyuu viene mostrata che la capacità del singolo è fondamentale per dar vita ad una squadra forte. E che solo insieme si possono raggiungere grandi traguardi, ma non annullando sé stessi, bensì mettendo a disposizione della formazione le proprie qualità.
A rendere il tutto divertente e fluido ci sono anche alcune geniali scenette comiche, in cui i caratteri diversi, le rivalità ed alcuni limiti culturali danno vita a momenti molto divertenti. Eppure, anche in tali “scenette” si nascondono alcune critiche alla società (ad esempio quando i ragazzi della Karasuno si recano a Sendai, nella periferia di Tokyo e per due volte scambiano un pilone dell'alta tensione per lo Skytree – una critica velata al metodo di insegnamento giapponese, che punta molto sulle capacità mnemoniche ma non sempre sviluppa la capacità di pensare).

PERSONAGGI

Non farò qui un'analisi di ogni singolo personaggio, ma cercherò di presentare l'evoluzione di alcuni fondamentali ed il modo invece in cui altri, che dovrebbero essere centrali, siano alquanto anonimi.
Partiamo dal leggendario “Ukai dei Corvi”, nonno dell'attuale allenatore della Karasuno e a suo tempo coach che condusse la scuola al torneo nazionale. Di lui si intravede solo in parte il carattere e ne viene semmai criticato il modo di insegnare la pallavolo, in modo troppo selettivo, puntando ad ottenere risultati immediati. Certo, invecchiando pare aver capito i suoi errori e sarà lui ad aiutare Hinata a migliorare, ma oltre questo non è tratteggiato troppo in dettaglio (forse ne sapremo di più quando finalmente mostreranno il Piccolo Gigante nella terza stagione).
E ciò nobilita e mette ancora più in risalto proprio Keishin - suo nipote- il quale invece allena i ragazzi cercando di tirare fuori da ognuno di loro il meglio, e dimostrando pazienza e fiducia, non accettandone sempre le debolezze, ma comprendendo che non si può riuscire a dare il massimo se non si crede in quello che si fa e dando sempre un'altra possibilità se c'è la volontà di gettare il cuore oltre gli ostacoli.
In tal senso, è emblematico il suo rapporto con Yamaguchi, il cui unico punto di forza reale è il servizio: il ragazzo ha paura di sbagliare, ma comincia a crederci e si rende conto di quanto la squadra abbia bisogno di lui. Decide quindi di darsi da fare dopo un momento di completa sfiducia nei suoi mezzi e riesce a risollevarsi e superare i suoi limiti (elemento comune a tutta la squadra).
Anche gli avversari sono tutti ben tratteggiati e quando si capiscono le loro motivazioni, ci si rende conto dell'enorme cura riposta nella realizzazione della trama.
Che dire dei protagonisti, Hinata e Kageyama? La loro maturazione è evidente, così come la capacità di fare gioco di squadra e non arrendersi mai.
Come accennato in precedenza, tra i personaggi nuovi spicca l'esplosiva sorella di Tanaka, un tipetto tutto pepe che spicca tra quelli femminili dell'opera insieme a Yaichi.
Non possiamo infine non citare i vari team avversari, che spiccano sempre per qualche motivo.

TECNICA

Il character-design dell'opera è di sicuro impatto, con corpi ben proporzionati e disegni davvero di sicuro effetto. Allo stesso modo, le scene di gioco ed allenamento sono rese in maniera magistrale e più di una volta ci sembrerà di assistere a vera pallavolo. E questo anche perché Haikyuu, a differenza di altre opere, è estremamente realistico (si prende alcune libertà, ma tutti i presunti “colpi speciali”, come la nuova “super-veloce” di Hinata e Kageyama sono realizzabili).
Viene mostrata la scalata di una piccola squadra di un liceo che cerca di raggiungere grandi traguardi ed il tutto è realizzato ad arte.
Da notare che rispetto al manga, l'anime ha un disegno più curato e meno spigoloso, rendendo ogni personaggio istantaneamente riconoscibile.
Come al solito, è da oscar la colonna sonora, forte di brani che restano impressi per la loro realizzazione e la capacità di sposarsi benissimo con una determinata scena.

CONCLUSIONI

Haikyuu Second Season riparte da quanto di buono fatto con la prima stagione e ci mostra uno sviluppo degli eventi e dei personaggi che tiene incollati allo schermo.
Rispetto alla serie iniziale, si perde un po' di quell'effetto “wow” che mi aveva spinto a premiarla con il massimo dei voti.
Tuttavia, la grande qualità di realizzazione, lo sviluppo della trama, il messaggio di fondo ed il carisma dei personaggi sono tali da renderla una delle migliori serie della passata stagione. Non resta che attendere la third season!

VOTO 9,5