Recensione
Nel 2009 appare sulla rivista “Ribon” della Shueisha il primo capitolo di “Hiyokoi”, manga scritto e illustrato da Moe Yukimaru. Terminata nel 2015, l’opera consta di 14 volumi, pubblicati in Italia dalla Planet Manga con il sottotitolo “Il pulcino innamorato”.
La storia vede come protagonista Hiyori Nishiyama, quindicenne alta appena 140 cm. A causa di un incidente avvenuto il giorno della cerimonia di apertura del primo anno di liceo, la ragazza è costretta a cominciare l’anno scolastico in dicembre. Inserirsi in una classe già perfettamente integrata non sarà semplice per Hiyori, timidissima per natura: tuttavia, il suo mondo cambierà completamente quando incontrerà il suo vicino di banco, Yushin Hirose, alto ben 190 cm.
Partiamo subito con il grande difetto che affligge quest’opera: la scarsa originalità. A parte la palese similarità con “Lovely Complex”, di cui rappresenta una sorta di versione rovesciata, “Hiyokoi” è riconducibile in più punti a “Kimi ni Todoke”. Entrambi i manga hanno protagoniste femminili timide e impacciate, le quali si innamorano del protagonista maschile bello, solare e corteggiato da tutte le ragazze della scuola. Sia Hiyori che Sawako, inoltre, riescono a crescere grazie al loro innamorato, e desiderano con tutte le loro forze raggiungerlo, arrivare a lui. Non solo, anche alcuni piccoli eventi disseminati nel manga erano già presenti nell’opera di Karuho Shiina: basti pensare, ad esempio, al cucciolo abbandonato sotto la pioggia o al quaderno degli appunti. Infine, la poca innovazione si evince anche da una gag: quando Hiyori si pettina i capelli a odango, Yushin le dice che somiglia ad un topolino (vedi episodio 7 di “Toradora!”).
Altro punto a sfavore, come molti hanno già fatto notare, è che la ragazza capisca di essere innamorata di Yushin già alla fine del primo capitolo. Essendo davvero simile a Sawako, mi sarei aspettata un percorso analogo.
Tuttavia, nonostante le premesse siano poco innovative, lo sviluppo di “Hiyokoi” è alquanto soddisfacente. Tenerezza e dolcezza pervadono tutta l’opera, tanto da poterne diventare le parole chiave. Delicatissimo, infatti, è il processo di crescita interiore affrontato dalla piccola protagonista, documentato, capitolo per capitolo, dai suoi pensieri e dalle sue riflessioni. La caratterizzazione psicologica di Hiyori, dunque, è lungi dall’essere poco approfondita: dopo fiumi di lacrime e piccoli passi indietro, nell’ultimo volume troveremo una protagonista splendidamente maturata. Lo provano le parole da lei pronunciate il giorno della consegna dei diplomi, davvero toccanti. Anche se non al livello del nostro pulcino, il dovuto spazio è stato dedicato anche al protagonista maschile e ai comprimari. Tra questi spiccano sicuramente Ko e Ritsuka, personaggi dotati di grande personalità, anche migliori dei due protagonisti. Strano ma vero, mi sono dovuta ricredere persino sulla professoressa Miyoko Mitani: all’apparenza la stereotipata trentenne single e ubriacona, verso le ultime battute riesce a conquistare la simpatia del lettore tanto da farlo lamentare dei classici insegnanti italiani. Ultimi appunti sui personaggi: da un lato non ho apprezzato il fatto che l’autrice ne abbia introdotto uno per poi metterlo completamente da parte; dall’altro sono stata contenta per una scelta molto originale, legata a un genere che amo e poco presente in shoujo di questo tipo.
Tralasciando i contenuti, il ritmo della storia è davvero veloce e piacevole: le varie paginette scorrono con molta rapidità, grazie anche alle molte gag, tutte parecchio divertenti, e al linguaggio ricco di espressioni tipicamente giovanili (complimenti dunque all’adattamento italiano, che è riuscito a renderle al meglio). Per quanto riguarda i disegni, non si può dire che il tratto della Yukimaru sia eccelso, soprattutto nelle scene un po’ più dinamiche. C’è da dire, però, che non risulta mai fastidioso per gli occhi: per la maggior parte delle volte, è ben fatto e dettagliato, anche se ho riscontrato un piccolo calo di qualità verso gli ultimi capitoli.
In conclusione, “Hiyokoi – il pulcino innamorato” è privo di qualsivoglia originalità, sia nella premessa, sia negli sviluppi (a parte uno o due colpi di scena). Gli eventi presenti, infatti, sono quelli tipici del manga del suo genere: S. Valentino, Natale, le vacanze estive, il festival culturale, quello sportivo e via dicendo. Nonostante ciò, l’opera può vantare di una caratterizzazione dei personaggi di tutto rispetto, in primis per quanto riguarda la sua protagonista. A mio avviso, giungere alla fine del manga non è stato affatto difficile, grazie al ritmo scorrevole e pervaso da molta dolcezza. Voto: 7,5.
La storia vede come protagonista Hiyori Nishiyama, quindicenne alta appena 140 cm. A causa di un incidente avvenuto il giorno della cerimonia di apertura del primo anno di liceo, la ragazza è costretta a cominciare l’anno scolastico in dicembre. Inserirsi in una classe già perfettamente integrata non sarà semplice per Hiyori, timidissima per natura: tuttavia, il suo mondo cambierà completamente quando incontrerà il suo vicino di banco, Yushin Hirose, alto ben 190 cm.
Partiamo subito con il grande difetto che affligge quest’opera: la scarsa originalità. A parte la palese similarità con “Lovely Complex”, di cui rappresenta una sorta di versione rovesciata, “Hiyokoi” è riconducibile in più punti a “Kimi ni Todoke”. Entrambi i manga hanno protagoniste femminili timide e impacciate, le quali si innamorano del protagonista maschile bello, solare e corteggiato da tutte le ragazze della scuola. Sia Hiyori che Sawako, inoltre, riescono a crescere grazie al loro innamorato, e desiderano con tutte le loro forze raggiungerlo, arrivare a lui. Non solo, anche alcuni piccoli eventi disseminati nel manga erano già presenti nell’opera di Karuho Shiina: basti pensare, ad esempio, al cucciolo abbandonato sotto la pioggia o al quaderno degli appunti. Infine, la poca innovazione si evince anche da una gag: quando Hiyori si pettina i capelli a odango, Yushin le dice che somiglia ad un topolino (vedi episodio 7 di “Toradora!”).
Altro punto a sfavore, come molti hanno già fatto notare, è che la ragazza capisca di essere innamorata di Yushin già alla fine del primo capitolo. Essendo davvero simile a Sawako, mi sarei aspettata un percorso analogo.
Tuttavia, nonostante le premesse siano poco innovative, lo sviluppo di “Hiyokoi” è alquanto soddisfacente. Tenerezza e dolcezza pervadono tutta l’opera, tanto da poterne diventare le parole chiave. Delicatissimo, infatti, è il processo di crescita interiore affrontato dalla piccola protagonista, documentato, capitolo per capitolo, dai suoi pensieri e dalle sue riflessioni. La caratterizzazione psicologica di Hiyori, dunque, è lungi dall’essere poco approfondita: dopo fiumi di lacrime e piccoli passi indietro, nell’ultimo volume troveremo una protagonista splendidamente maturata. Lo provano le parole da lei pronunciate il giorno della consegna dei diplomi, davvero toccanti. Anche se non al livello del nostro pulcino, il dovuto spazio è stato dedicato anche al protagonista maschile e ai comprimari. Tra questi spiccano sicuramente Ko e Ritsuka, personaggi dotati di grande personalità, anche migliori dei due protagonisti. Strano ma vero, mi sono dovuta ricredere persino sulla professoressa Miyoko Mitani: all’apparenza la stereotipata trentenne single e ubriacona, verso le ultime battute riesce a conquistare la simpatia del lettore tanto da farlo lamentare dei classici insegnanti italiani. Ultimi appunti sui personaggi: da un lato non ho apprezzato il fatto che l’autrice ne abbia introdotto uno per poi metterlo completamente da parte; dall’altro sono stata contenta per una scelta molto originale, legata a un genere che amo e poco presente in shoujo di questo tipo.
Tralasciando i contenuti, il ritmo della storia è davvero veloce e piacevole: le varie paginette scorrono con molta rapidità, grazie anche alle molte gag, tutte parecchio divertenti, e al linguaggio ricco di espressioni tipicamente giovanili (complimenti dunque all’adattamento italiano, che è riuscito a renderle al meglio). Per quanto riguarda i disegni, non si può dire che il tratto della Yukimaru sia eccelso, soprattutto nelle scene un po’ più dinamiche. C’è da dire, però, che non risulta mai fastidioso per gli occhi: per la maggior parte delle volte, è ben fatto e dettagliato, anche se ho riscontrato un piccolo calo di qualità verso gli ultimi capitoli.
In conclusione, “Hiyokoi – il pulcino innamorato” è privo di qualsivoglia originalità, sia nella premessa, sia negli sviluppi (a parte uno o due colpi di scena). Gli eventi presenti, infatti, sono quelli tipici del manga del suo genere: S. Valentino, Natale, le vacanze estive, il festival culturale, quello sportivo e via dicendo. Nonostante ciò, l’opera può vantare di una caratterizzazione dei personaggi di tutto rispetto, in primis per quanto riguarda la sua protagonista. A mio avviso, giungere alla fine del manga non è stato affatto difficile, grazie al ritmo scorrevole e pervaso da molta dolcezza. Voto: 7,5.