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9.5/10
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Recensione basata sulla Perfect Edition in 27 volumi + guida edita da Star Comics.
Shaman King è un manga iniziato nel 1998 ideato da Hiroyuki Takei. Le vicende si svolgono attorno a un giovane ragazzo di nome Yoh e al suo gruppo di amici, che andrà via via aumentando, in lotta per diventare il Re degli Sciamani.
L'arco narrativo iniziale del manga non è particolarmente emozionante, ma introduce i personaggi e le arti sciamaniche, preparando il lettore alla crescita spirituale e caratteriale che compieranno durante tutto il corso della storia. L'introduzione ha quindi il grande pregio di farti sorridere, divertire, conoscere ed affezionare ai protagonisti del manga, senza questo fondamentale passaggio le azioni e gli sviluppi dei nostri sciamani (ma non solo) non sarebbero così chiari e ben strutturati.
Arrivati alla parte centrale della storia si avverte una sorta di nostalgia, quasi un male al cuore per tutte le battaglie e le prove che hanno portato al cambiamento di questi ragazzi. È proprio qui che mi voglio soffermare, perché se Takei è stato bravo in qualcosa questa è sicuramente la crescita dei personaggi.
Se in molti manga si è abituati a vedere protagonisti che rimangono uguali a se stessi fino alla fine, qui non succede.
Yoh in particolare, da ragazzo spensierato, diventa più consapevole di sé, delle sue responsabilità e viene tormentato dall'inquietudine e dai dubbi, ma è giusto così, perché nessuno può avere subito una risposta chiara ai propri interrogativi. A volte sono necessari incontri, viaggi e prove che ci mostrino la via.
Ma il personaggio più umano è indubbiamente Ren. La sua crescita non consiste in una scalata verso la verità, ma in un continuo sali e scendi, che lo vede sbagliare e poi capire, e ancora cadere e poi alzarsi, cercare di imparare dai propri errori e non commetterli più; è questo a renderlo il personaggio più realistico in un racconto irrealistico.
Horo Horo, poi, presenta la personalità che più stupirà nel corso della lettura, con degli sguardi sul suo passato che faranno rivalutare la testa calda inizialmente presentataci.
Non mi soffermerò su altri due personaggi, anch'essi importanti e indagati dall'autore psicologicamente, che si aggiungeranno più avanti nel corso della storia per non rovinare la lettura a nessuno.
Un piccolo spazio devo però darlo al cattivo principale del manga: Hao.
Hao può apparire a prima vista come lo stereotipo del cattivo che ce l'ha con l'umanità, ma grazie alla regia di Takei noi potremo conoscerlo meglio, capire il perché delle sue azioni, quali sono i suoi veri sentimenti e perché no, affezionarci anche lui. [Tuttavia per comprendere appieno questo personaggio consiglio la lettura extra di "Shaman King:Zero 2".]
Come si può capire dai personaggi, la storia non rimane costante ma viene arricchita da digressioni, ricordi del passato e riflessioni sull'amicizia e sulla vita. In questo modo la trama non risulta quella di un semplice shonen, ma un modo per riflettere su se stessi, andando ben oltre il semplice scopo di diventare Shaman King.
Il finale è forse l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso, un po' buonista e frettoloso.
La storia dovrebbe continuare in "Shaman King Flowers", ma non avendo ancora letto il sequel non saprei dire.
In ultimo dedico una breve opinione sui disegni.
Il miglioramento di Takei è ineccepibile, i primi volumi sono caratterizzati da un disegno semplice, non troppo dettagliato e particolarmente spigoloso, ma comunque piacevole a vedersi; verso la conclusione avviene la vera svolta: il disegno è sempre quello, ma più curato, particolare, dinamico e unico. Uno stile solo suo, che quando entri in una fumetteria non hai bisogno di leggere il nome dell'autore, solo dai disegni sai per certo che è lui.

Consiglio vivamente la lettura di questo manga, sarà capace di farvi emozionare e una volta finito vi lascerà un vuoto nel cuore, perché avrete vissuto insieme a loro un percorso e la loro conclusione sarà anche la vostra. È una di quelle opere che per un po' vi trasporta in un altro mondo, vi fa vivere un'altra vita, vi allontano dai problemi della quotidianità e io credo non si possa chiedere di meglio.