Recensione
Midnight Secretary
2.0/10
Recensione di Aurore LaNuit
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Dopo una sofferta lettura di questa poltiglia trash ho sentito il dovere morale di recensire. Non per dissuadere qualcuno dalla lettura (no, anzi, bisogna rendersi conto da soli di quello che si ha sotto al proprio naso), ma per esporre la mia piena indignazione e per avvisare colui che si accinge ad affrontare questa trama che no, non vi troverà una gloriosa rappresentazione di una storia d'amore (a dispetto dell'intento dell'autrice); né del genere maschile, né di quello femminile.
La trama di ''Midnight Secretary'' la si può sintetizzare attraverso una manciata di parole. C'è un capo-vampiro che per sopravvivere ha bisogno di nutrirsi di sangue femminile; il suddetto sangue è più gustoso se la lussuriosa vittima è portata all'orgasmo dal prestante uomo-vampiro (che, dunque, si ''gode'' il pasto in ogni senso); c'è una segretaria tutto amore per il lavoro che, per dedizione al suo boss, offre il suo collo, assicurandosi prima di avere "prodotto il miglior sangue possibile" (cit.), ovvero di essere stata sessualmente ''estasiata'' dal prestante uomo-vampiro, per allattarlo alla sua vena nel modo più delizioso possibile per lui (e per lei). Straordinari che, per la protagonista, rientrano tranquillamente nei suoi doveri e compiti di segretaria. Dunque, siamo al cospetto di un incredibile modello femminile di intelligenza, amore per il proprio lavoro e spessore etico.
...
Oppure no.
Una delle cose che fa sanguinare i bulbi oculari al malcapitato lettore è questa: i rapporti sessuali tra i protagonisti avvengono subito dopo che il personaggio maschile è stato a letto con altre donne-pasto, in modo tale che lui possa "mangiare" la preferita del suo harem da sazio ed evitare di dissanguarla, fermandosi così a bere qualche goccia del suo sangue (l'unico che riesce a soddisfarlo appieno...ah, l'amour!). Quindi, ricapitoliamo: lui fa sesso con lei subito dopo averlo fatto con un'altra e, forse forse, dopo nemmeno essersi fatto una doccia. Che cosa struggevolmente romantica.
...
Oppure no.
Ora, io non voglio fare la perbenista e dire che tutto ciò sia disgustoso di per sé. Se la storia fosse stata presentata con i giusti accorgimenti e con le opportune delicatezze, dipingendo una relazione sentimentale difficile, basata sull'accettazione di tradimenti e di un insano rapporto carnefice/vittima, non avrei avuto problemi a godermela. Non avrei gridato sdegnata all'assoluta mancanza di amor proprio dalla parte di lei e di spessore e valore umano dalla parte di lui. Sarei, anzi, stata deliziata dalla coraggiosa scelta narrativa di rappresentare un amore così contorto e malato, con al centro due personaggi umani, deboli e poco idealizzati. Il punto è che tutta questa spazzatura viene presentata in maniera del tutto superficiale e, cosa ancora più grave, in una veste romantica e da farfalle (e non di pugni) nello stomaco, che pretende di elevare la protagonista al rango di ''donna meritevole di benedizioni e amore, in quanto ha sopportato tutto con assoluta abnegazione di se stessa, pensando sempre al bene di lui, prima che al proprio''. No, mi dispiace. Non mi si può venire a dire che l'amore è un buon amore se, per sostenerlo, si deve passare sul cadavere della cura e del rispetto di sé stessi.
Il mio raccapriccio non sta tanto nel non avere letto una buona e sana storia d'amore (ripeto: mi piace leggere di amori contorti e malsani, se questi vengono adeguatamente trattati), quanto nel fatto che questa cattiva e insana storia d'amore venga presentata come bella, buona e sana; nel fatto che la protagonista diventi un insulto alle donne, allorquando si pretende di presentarla come ciò che in alcun modo è: un modello ricco di profondità e di qualità; il paradigma perfetto della donna ideale. L'essere accecati dall'amore al punto di accettare qualsiasi condizione è, nell'universo valoriale di questo manga, una cosa meritevole e che ti candida alla ricompensa finale.
Quanto alla controparte maschile, siamo al cospetto del trionfo della vacuità: un belloccio narcisista, assetato di sangue (e dunque di sesso), tronfio del suo ''orgoglio di vampiro'', che risulta desiderabile perché è ricco, potente, bello e impossibile. Uno che prende le donne e le tratta male. Uno che ti fa cedere le ginocchia perché ti sfrutta per i suoi scopi e poi ti getta via. Un degno rappresentante dell'universo maschile, insomma.
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Oppure no.
La trama di ''Midnight Secretary'' la si può sintetizzare attraverso una manciata di parole. C'è un capo-vampiro che per sopravvivere ha bisogno di nutrirsi di sangue femminile; il suddetto sangue è più gustoso se la lussuriosa vittima è portata all'orgasmo dal prestante uomo-vampiro (che, dunque, si ''gode'' il pasto in ogni senso); c'è una segretaria tutto amore per il lavoro che, per dedizione al suo boss, offre il suo collo, assicurandosi prima di avere "prodotto il miglior sangue possibile" (cit.), ovvero di essere stata sessualmente ''estasiata'' dal prestante uomo-vampiro, per allattarlo alla sua vena nel modo più delizioso possibile per lui (e per lei). Straordinari che, per la protagonista, rientrano tranquillamente nei suoi doveri e compiti di segretaria. Dunque, siamo al cospetto di un incredibile modello femminile di intelligenza, amore per il proprio lavoro e spessore etico.
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Oppure no.
Una delle cose che fa sanguinare i bulbi oculari al malcapitato lettore è questa: i rapporti sessuali tra i protagonisti avvengono subito dopo che il personaggio maschile è stato a letto con altre donne-pasto, in modo tale che lui possa "mangiare" la preferita del suo harem da sazio ed evitare di dissanguarla, fermandosi così a bere qualche goccia del suo sangue (l'unico che riesce a soddisfarlo appieno...ah, l'amour!). Quindi, ricapitoliamo: lui fa sesso con lei subito dopo averlo fatto con un'altra e, forse forse, dopo nemmeno essersi fatto una doccia. Che cosa struggevolmente romantica.
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Oppure no.
Ora, io non voglio fare la perbenista e dire che tutto ciò sia disgustoso di per sé. Se la storia fosse stata presentata con i giusti accorgimenti e con le opportune delicatezze, dipingendo una relazione sentimentale difficile, basata sull'accettazione di tradimenti e di un insano rapporto carnefice/vittima, non avrei avuto problemi a godermela. Non avrei gridato sdegnata all'assoluta mancanza di amor proprio dalla parte di lei e di spessore e valore umano dalla parte di lui. Sarei, anzi, stata deliziata dalla coraggiosa scelta narrativa di rappresentare un amore così contorto e malato, con al centro due personaggi umani, deboli e poco idealizzati. Il punto è che tutta questa spazzatura viene presentata in maniera del tutto superficiale e, cosa ancora più grave, in una veste romantica e da farfalle (e non di pugni) nello stomaco, che pretende di elevare la protagonista al rango di ''donna meritevole di benedizioni e amore, in quanto ha sopportato tutto con assoluta abnegazione di se stessa, pensando sempre al bene di lui, prima che al proprio''. No, mi dispiace. Non mi si può venire a dire che l'amore è un buon amore se, per sostenerlo, si deve passare sul cadavere della cura e del rispetto di sé stessi.
Il mio raccapriccio non sta tanto nel non avere letto una buona e sana storia d'amore (ripeto: mi piace leggere di amori contorti e malsani, se questi vengono adeguatamente trattati), quanto nel fatto che questa cattiva e insana storia d'amore venga presentata come bella, buona e sana; nel fatto che la protagonista diventi un insulto alle donne, allorquando si pretende di presentarla come ciò che in alcun modo è: un modello ricco di profondità e di qualità; il paradigma perfetto della donna ideale. L'essere accecati dall'amore al punto di accettare qualsiasi condizione è, nell'universo valoriale di questo manga, una cosa meritevole e che ti candida alla ricompensa finale.
Quanto alla controparte maschile, siamo al cospetto del trionfo della vacuità: un belloccio narcisista, assetato di sangue (e dunque di sesso), tronfio del suo ''orgoglio di vampiro'', che risulta desiderabile perché è ricco, potente, bello e impossibile. Uno che prende le donne e le tratta male. Uno che ti fa cedere le ginocchia perché ti sfrutta per i suoi scopi e poi ti getta via. Un degno rappresentante dell'universo maschile, insomma.
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Oppure no.