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Un prodotto diverso, assolutamente non per tutti, soprattutto sconsigliato agli amanti del genere yaoi legati al classicismo di certi prodotti.
In Killing Stalking, dopo il primo volume pubblicato dalla J-Pop si può già affermare che il termine amore stoni parecchio se usato per definire la relazione fra i due protagonisti. Yoonbum e Sangwoo sono chiaramente due individui malati, caratterizzati da un bagaglio personale pesante, già intuibile da un primo volume incisivo, che lascia poco spazio all’immaginazione, pur non sfociando nello splatter. I colori ammorbanti delle tavole e l’atmosfera cupa dell’opera rimandano al genere thriller dei film americani, e a mio avviso, il pubblico ideale di questo fumetto, non è tanto quello degli amanti dei boys love, ma quello di chi apprezza storie dalla psicologia complessa, dalla tensione continua e dove i personaggi sono fini a loro stessi e mai cercano di comportarsi in modo da ingraziarsi il lettore.
Il rapporto fra Yoonbum e Sangwoo fa da protagonista a questo volume, dando un’idea realistica del rapporto fra vittima e carnefice, là dove la vittima intrappolata non sembra sfuggire a un quotidiano particolarmente felice. Mi spiego meglio: si intuisce che la vita di Yoonbum non sia delle più belle. Tale peculiarità di Yoonbum, già nel primo volume, giustifica egregiamente molti suoi ragionamenti che a una persona comune possano risultare strani o poco comprensibili.
Spero vivamente che andando avanti l’opera svisceri sempre di più la psicologia dei due personaggi e che questo fumetto thriller abbia uno sviluppo e un finale degno del suo inizio. Le tavole sono impeccabili anche da un punto di vista grafico, molto cinematografico.
Chissà se questi personaggi così disturbati saranno l’uno la distruzione dell’altro, o in qualche modo rocambolesco -e comunque poco sano-, riusciranno a curarsi le reciproche ferite?