Recensione
Sugar Sugar Rune
8.0/10
Nel 2003, sulle pagine della rivista Nakayoshi, compare il primo capitolo di “Sugar Sugar Rune”, manga scritto e disegnato da Moyoco Anno. L’opera, terminata nel 2007 e raccolta in 8 volumi, è stata pubblicata in Italia dalla casa editrice Star Comics.
La storia racconta le avventure di Chocola e della sua amica Vanilla, due streghe che abitano nell’immaginario regno di Extramondo. Le due bambine, entrambe candidate al trono, verranno spedite sulla Terra per decidere chi tra di loro diventerà la nuova regina. Vincerà colei che raccoglierà la quantità maggiore di Ecuré, una sorta di fonte di energia utilizzata anche come moneta. Questa scaturisce dai sentimenti degli esseri umani e si cristallizza in cuori aventi colori diversi.
Accade spesso, tra appassionati di anime e manga, che si decida di recuperare l’opera originale che ha dato vita a uno dei tanti “cartoni animati” che ci aveva tenuto compagnia da bambini. Dopo “Mermaid Melody”, a me è capitato lo stesso con il qui presente “Sugar Sugar Rune”: ma se con le sirene l’esperienza mi aveva portato a rivalutare completamente il titolo (complice magari qualche anno e un po’ di intelligenza in più), fortunatamente lo stesso non è si è verificato con le streghette nate dalla penna e dalla matita di Moyoco Anno. Nonostante le profonde differenze, la lettura della versione cartacea non ha minimamente intaccato il bel ricordo – seppur sfocato – che ho di quella animata; anzi, potrei facilmente affermare che il manga sia notevolmente superiore all’anime.
La trama dell’opera, ad un primo sguardo, non sembra avere nulla di innovativo: molti, infatti, avranno notato quanto questa sia simile a quella di “Majokko Megu-chan”, meglio noto in Italia con il nome “Bia la sfida della magia” (prodotto di cui conosco solo l’incipit, dato che non appartiene proprio alla mia generazione). Visti i tanti punti in comune, si potrebbe considerare “Sugar Sugar Rune” una specie di omaggio; se così non fosse, la sensei ha comunque dimostrato di aver creato una storia che va al di là della semplice scopiazzatura. L’intreccio di “Sugar Sugar Rune”, all’inizio abbastanza lineare, si arricchisce via via di misteri e sviluppi sorprendenti, in grado di catturare l’attenzione del lettore. Tra colpi di scena e flashback illuminanti, l’opera raggiunge il suo climax negli ultimi volumi, per poi concludersi con un finale per nulla scontato e che rende giustizia a tutti i suoi personaggi.
Il target a cui il manga è rivolto non è quello adulto, ma neanche quello troppo infantile a cui sono indirizzati altri majokko come “Ojamajo Doremi”. La lettrice ideale sarebbe una bambina dell’età di Chocola e Vanilla: quasi preadolescente, imparerebbe a scoprire, assieme alla protagonista, il significato e il valore dei vari sentimenti, quale l’amicizia, l’amore o la gelosia. Una questione come quella di “catturare i cuori dei ragazzi”, che poteva apparire abbastanza frivola, viene in realtà trattata dall’autrice con la massima delicatezza.
Da questo punto di vista, la vivace Chocola intraprende un lungo percorso di maturazione che la porterà a distaccarsi notevolmente dall’immagine peperina e un po’ sguaiata che la contraddistingueva in precedenza; alla fine della serie manterrà comunque l’innocenza e l’ingenuità tipiche della sua età, e proprio con i puri occhi di una bambina si approccerà al complicato sentimento dell’amore. Vanilla, purtroppo, viene spesso messa in ombra dalla protagonista; tuttavia non si può certo dire che sia stata trattata in maniera superficiale, dato che sarà proprio lei a imparare cosa significhino la tristezza, la solitudine e la mancanza di autostima. Funzione quasi analoga sarà svolta da Pierre, il protagonista maschile: dapprima freddo come il ghiaccio, anch’egli dovrà riscoprire i sentimenti positivi oscurati dal suo Noir. I personaggi secondari, infine, sono tutti abbastanza approfonditi e godono di una buona caratterizzazione, sebbene non brillino come i principali.
Altra nota vincente del manga è rappresentata dall’elemento favolistico che fa da cornice all’opera di formazione: ciò che invoglia di più alla lettura, infatti, è la continua scoperta delle tradizioni, dei luoghi e delle regole di Extramondo (da ricordare, ad esempio, la caratteristica “Notte di Valpurga”). A questo proposito la matita della Anno svolge un lavoro eccelso: se nei primi capitoli il tratto poteva risultare impreciso e non tanto gradevole, gli episodi a venire sono testimoni di un grandissimo miglioramento. Ecco, dunque, che ogni pagina si rivela una piacevole ed affascinante esperienza visiva: acconciature ricercate si accompagnano ad abiti di una raffinata eleganza che ricordano il mondo delle streghe; le ambientazioni suggestive presentano strade acciottolate e case dai tetti appuntiti, sempre sullo sfondo di una notte oscura con la tipica falce di luna; oggetti strani e preziosi caratterizzano la vita quotidiana delle due protagoniste assieme a dolci all’aspetto delizioso. Anche il layout di ogni pagina si rivela tutt’altro che banale, grazie a retini e ricami che vanno a sostituire i consueti bordi delle vignette.
In conclusione, “Sugar Sugar Rune” si dimostra un mahou shoujo più che buono, grazie al quale le più giovani potranno crescere assieme a Chocola e Vanilla. I lettori più adulti, invece, apprezzeranno la storia non troppo complessa ma comunque interessante, oltre che l’affascinante stile grafico. Voto: 8.
La storia racconta le avventure di Chocola e della sua amica Vanilla, due streghe che abitano nell’immaginario regno di Extramondo. Le due bambine, entrambe candidate al trono, verranno spedite sulla Terra per decidere chi tra di loro diventerà la nuova regina. Vincerà colei che raccoglierà la quantità maggiore di Ecuré, una sorta di fonte di energia utilizzata anche come moneta. Questa scaturisce dai sentimenti degli esseri umani e si cristallizza in cuori aventi colori diversi.
Accade spesso, tra appassionati di anime e manga, che si decida di recuperare l’opera originale che ha dato vita a uno dei tanti “cartoni animati” che ci aveva tenuto compagnia da bambini. Dopo “Mermaid Melody”, a me è capitato lo stesso con il qui presente “Sugar Sugar Rune”: ma se con le sirene l’esperienza mi aveva portato a rivalutare completamente il titolo (complice magari qualche anno e un po’ di intelligenza in più), fortunatamente lo stesso non è si è verificato con le streghette nate dalla penna e dalla matita di Moyoco Anno. Nonostante le profonde differenze, la lettura della versione cartacea non ha minimamente intaccato il bel ricordo – seppur sfocato – che ho di quella animata; anzi, potrei facilmente affermare che il manga sia notevolmente superiore all’anime.
La trama dell’opera, ad un primo sguardo, non sembra avere nulla di innovativo: molti, infatti, avranno notato quanto questa sia simile a quella di “Majokko Megu-chan”, meglio noto in Italia con il nome “Bia la sfida della magia” (prodotto di cui conosco solo l’incipit, dato che non appartiene proprio alla mia generazione). Visti i tanti punti in comune, si potrebbe considerare “Sugar Sugar Rune” una specie di omaggio; se così non fosse, la sensei ha comunque dimostrato di aver creato una storia che va al di là della semplice scopiazzatura. L’intreccio di “Sugar Sugar Rune”, all’inizio abbastanza lineare, si arricchisce via via di misteri e sviluppi sorprendenti, in grado di catturare l’attenzione del lettore. Tra colpi di scena e flashback illuminanti, l’opera raggiunge il suo climax negli ultimi volumi, per poi concludersi con un finale per nulla scontato e che rende giustizia a tutti i suoi personaggi.
Il target a cui il manga è rivolto non è quello adulto, ma neanche quello troppo infantile a cui sono indirizzati altri majokko come “Ojamajo Doremi”. La lettrice ideale sarebbe una bambina dell’età di Chocola e Vanilla: quasi preadolescente, imparerebbe a scoprire, assieme alla protagonista, il significato e il valore dei vari sentimenti, quale l’amicizia, l’amore o la gelosia. Una questione come quella di “catturare i cuori dei ragazzi”, che poteva apparire abbastanza frivola, viene in realtà trattata dall’autrice con la massima delicatezza.
Da questo punto di vista, la vivace Chocola intraprende un lungo percorso di maturazione che la porterà a distaccarsi notevolmente dall’immagine peperina e un po’ sguaiata che la contraddistingueva in precedenza; alla fine della serie manterrà comunque l’innocenza e l’ingenuità tipiche della sua età, e proprio con i puri occhi di una bambina si approccerà al complicato sentimento dell’amore. Vanilla, purtroppo, viene spesso messa in ombra dalla protagonista; tuttavia non si può certo dire che sia stata trattata in maniera superficiale, dato che sarà proprio lei a imparare cosa significhino la tristezza, la solitudine e la mancanza di autostima. Funzione quasi analoga sarà svolta da Pierre, il protagonista maschile: dapprima freddo come il ghiaccio, anch’egli dovrà riscoprire i sentimenti positivi oscurati dal suo Noir. I personaggi secondari, infine, sono tutti abbastanza approfonditi e godono di una buona caratterizzazione, sebbene non brillino come i principali.
Altra nota vincente del manga è rappresentata dall’elemento favolistico che fa da cornice all’opera di formazione: ciò che invoglia di più alla lettura, infatti, è la continua scoperta delle tradizioni, dei luoghi e delle regole di Extramondo (da ricordare, ad esempio, la caratteristica “Notte di Valpurga”). A questo proposito la matita della Anno svolge un lavoro eccelso: se nei primi capitoli il tratto poteva risultare impreciso e non tanto gradevole, gli episodi a venire sono testimoni di un grandissimo miglioramento. Ecco, dunque, che ogni pagina si rivela una piacevole ed affascinante esperienza visiva: acconciature ricercate si accompagnano ad abiti di una raffinata eleganza che ricordano il mondo delle streghe; le ambientazioni suggestive presentano strade acciottolate e case dai tetti appuntiti, sempre sullo sfondo di una notte oscura con la tipica falce di luna; oggetti strani e preziosi caratterizzano la vita quotidiana delle due protagoniste assieme a dolci all’aspetto delizioso. Anche il layout di ogni pagina si rivela tutt’altro che banale, grazie a retini e ricami che vanno a sostituire i consueti bordi delle vignette.
In conclusione, “Sugar Sugar Rune” si dimostra un mahou shoujo più che buono, grazie al quale le più giovani potranno crescere assieme a Chocola e Vanilla. I lettori più adulti, invece, apprezzeranno la storia non troppo complessa ma comunque interessante, oltre che l’affascinante stile grafico. Voto: 8.