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Dopo il buon successo di "Suzuka", Kouji Seo rimescola le carte e prova ad alzare l'asticella con "A Town Where You Live", opera che si discosta dal tema romantico-sportivo di "Suzuka" per raccontare un "frammento di vita" del protagonista, Haruto Kirishima, attraverso i suoi travagli adolescenziali, problemi di cuore con la compagna Yuzuki Eba e dilemmi che attanagliano ogni giovane in fase di crescita.

Il tema trattato e i primi capitoli mostrano la volontà dell'autore di lasciare nel cassetto "Suzuka" e provare vie nuove pur in un contesto, come quello del manga sentimentale, dove l'originalità tende a non essere molto diffusa. Il risultato, però, non è dei migliori: se da una parte, infatti, i passi in avanti rispetto a "Suzuka" ci sono, diverse scelte editoriali e di trama hanno trasformato quello che poteva essere un'opera di grande valore in un esperimento riuscito solamente a metà. La scelta più deleteria (ed è un must in molti shounen) è quella di trascinare la storia in avanti per troppo tempo, riempiendola di capitoli autoconclusivi o mini-saghe di poco interesse e cariche di fanservice, lasciando da parte o, ancora peggio, risolvendo alla bene e meglio conflitti e problemi che fino a poco prima erano stati al centro della trama. E a poco serve che negli ultimi dieci capitoli il tono torni a essere quello dell'inizio, poiché l'effetto provocato sul lettore è solo di straniamento e di rabbia per l'occasione persa (se le idee c'erano, perché maltrattarle così?). Sia ben chiaro, problemi strutturali c'erano anche nella parte più "corposa" dell'opera: diverse decisioni prese dai protagonisti, per esempio, sembravano forzate e motivate più dal desiderio dell'autore di portare avanti la trama che da reali pensieri dei protagonisti. Tuttavia niente di grave in confronto a essere costretti a leggere circa cento capitoli banali e ripetitivi in cui ogni possibile sviluppo di trama credibile si risolve nel giro di qualche pagina mentre altri, molto meno interessanti, vengono trascinati quasi per inerzia. Ed è difficile capire quanto questo sia causa dell'incapacità dello scrittore di portare avanti la sua idea o della richiesta di tirare lungo per continuare a guadagnare su un'opera seguita, anche se ormai lontana dallo standard qualitativo dei primi capitoli e più vicina a progetti banali e dalla comicità facile come "Nisekoi".

Questa scelta, come detto, rimane il più grande rimpianto, che comunque non oscura del tutto il lavoro di Seo, capace per gran parte dei primi 170 capitoli di scrivere una storia che, seppure con qualche forzatura, appassiona e finisce per toccare l'animo del lettore e che, in alcuni punti, è anche superiore a "Suzuka". Se le avventure di Yamato e Suzuka, infatti, erano appassionanti, ma abbastanza canoniche e lineari, "A Town Where You Live" è molto più mutevole nelle sue vicende, e porta più facilmente il lettore a immedesimarsi nei sentimenti provati dei vari personaggi, così come i colpi di scena (alcuni fortunati, altri meno) lasciano sempre quell'aura di imprevisto essenziale per ogni racconto degno di nota. E non stona neanche una certa dose di fanservice (buono quando fatto con intelligenza) che porta l'autore ogni tanto a mostrarci di sfuggita i personaggi di "Suzuka", intenti a vivere la loro vita dopo la fine del manga. Ma è con i personaggi secondari che Seo riesce a fare il suo passo avanti più deciso. Se in "Suzuka" il racconto era catalizzato da Yamato e Suzuka e gli altri personaggi (come Honoka, Hattori, Miki) erano inevitabilmente legati alle loro esperienze, in "A Town Where You Live" questi prendono letteralmente vita, con storylines a loro dedicate e con una crescita che in "Suzuka" era quasi impossibile vedere. Senza dimenticare la presenza, tra questi, di una vera e credibile pretendente per il cuore di Haruto che riesce a far tifare il lettore per lei. I personaggi secondari (Akari, Takashi, Asuka, Nanami, Rin e Kyosuke), le loro storie e i loro rapporti veri con i due protagonisti sono il vero punto forte del manga; per questo è ancora più dura vederli finire sempre più in secondo piano nella parte finale del manga, magari velocemente messi da parte, snaturati con scelte di trama poco felici o, ancora peggio, sostituiti da personaggi non in grado di reggere il confronto. Cose che si sarebbero potute facilmente evitare.

Nel tirare le somme, valutando i pregi e i difetti dell'opera, alla fine sono i primi a prevalere e a far sì che "A Town Where You Live", come uno studente che segue ma non si applica, arrivi alla sufficienza piena. Una sufficienza, comunque, amara pensando a quello che quest'opera poteva essere e non sarà mai.