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7.0/10
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"Devil May Cry" è un’anime che si ispira all’omonima serie di videogiochi. Essa è stata (fino all’ultimo episodio, che è uscito anche per Xbox) una delle grandi esclusive Play Station, che ha saputo dare nuova linfa vitale alle serie d’azione a tema horror ed ha creato fan in tutto il mondo. L’anime ha in comune col videogioco soltanto gli elementi base: infatti, a parte il concept e alcuni protagonisti, la trama e il contesto sono piuttosto differenti.
Di per sé, quindi, l’idea di base ha sicuramente del potenziale, ma come succede spesso in casi del genere, ovvero quando si cerca di creare una versione animata di un prodotto già esistente (manga, videogioco, novel), è necessario fare delle scelte (di sceneggiatura, regia ecc.), che inevitabilmente andranno ad incidere decisivamente sul lavoro finale. Ecco, per quanto riguarda questo anime, le scelte che vengono fatte sono comprensibili, ma a mio avviso puntano quasi tutte al ribasso.
Dante fa parte di un’organizzazione, chiamata appunto "Devil May Cry", che si occupa principalmente di fornire protezione e aiuto contro le presenze demoniache che infestano la Terra.
La serie è organizzata in episodi più o meno scollegati tra loro, le avventure in cui si cimenta il protagonista sono un discreto mix di spargimenti di sangue e di mistero, riuscendo a volte anche ad essere originali. La struttura quindi è semplice, lineare e facile da seguire, dove Dante spadroneggia ed annienta qualsivoglia presenza demoniaca senza mai incappare in alcuna difficoltà. Ciò raggiunge l’apice nell’ultimo scontro, dove il demone più forte di tutto il regno infernale viene eliminato in quattro e quattr'otto dal protagonista. Il finale, quindi, risulta troppo sbrigativo e, personalmente, in una serie così breve avrei preferito una trama più articolata oppure qualche episodio in più.
Anche contenutisticamente la serie non ha grandi pretese: alla fine tutto si riduce alla forma più semplice dell’ormai classico scontro tra bene e male.
Per quanto riguarda i personaggi, confermo quanto detto sopra: nessuno è approfondito particolarmente, anzi, al di fuori di Dante gli altri risultano essere poco più che comparse. Il protagonista è comunque più curato, è carismatico e ha il classico fascino dell’eroe silenzioso e solitario. Tuttavia, la sua storia e la sua psicologia potevano essere approfondite di più.
Stilisticamente, la realizzazione grafica è sufficientemente buona, caratterizzata da un tratto piuttosto nuovo, dove i colori scuri descrivono bene le atmosfere gotiche che caratterizzano le ambientazioni.
Inoltre, una delle note completamente positive dell’anime è sicuramente la colonna sonora. L’ho trovata molto azzeccata e coinvolgente, composta soprattutto da pezzi hard rock e punk metal mai ripetitivi o noiosi (mi è piaciuto particolarmente l’episodio 6, che è quasi tutto incentrato su una gran bella canzone).
Personalmente, ho apprezzato l’anime perché sono un fan del videogioco, e quindi non ho fatto fatica a soprassedere su quelli che sono i palesi limiti della serie, che risulta molto semplice e a tratti sbrigativa. In definitiva, quindi, per i non “aficionados” è tranquillamente ignorabile.