Recensione
Restaurant to Another World
8.0/10
Recensione di the22dragons
-
Partiamo subito col dire che questa non è una serie per tutti.
Se cercate una trama intrigante, colpi di scena o cose simili, questo anime non ha nulla da offrire.
Detto questo, però, tutto il resto è a livelli molto alti, a partire dalla realizzazione tecnica, alle musiche, al chara design ed ad ogni altro dettaglio.
"Restaurant to Another World" rientra appieno nella categoria degli Slice of Life. Non pretende di raccontare chissà quale storia, ma semplicemente di fornire uno spaccato di vita quotidiana, seppure in un ambiente totalmente inusuale.
L'intero anime ruota attorno ad un ristorante giapponese, il "Cucina Occidentale Nekoya", che di sabato, per qualche motivo mai del tutto spiegato (anche se verso la fine qualche indizio ci viene dato), vede la sua porta d'ingresso trasformarsi in una sorta di portale verso un altro mondo, una classica dimensione fantasy con elfi, nani, demoni e draghi.
In questo mondo, per tutte le 24 ore di ogni sabato, la porta del Nekoya si manifesta in vari posti, spesso sperduti in luoghi nascosti o remoti (miniere, isole deserte, tesori di draghi, semi-interrati o camere di nobildonne sono tutte locazioni possibili).
L'intera opera ruota attorno a questi bizzarri clienti che, scoperta la porta, decidono di entrare e si trovano davanti ad un ristorante del nostro mondo, con tutta l'estrema varietà di ingredienti e tecniche di cottura elaborate che ovviamente sono impensabili in un mondo medievale.
Ogni puntata si ripete con uno schema piuttosto standard, presentando la storia di due nuovi clienti e di come abbiano trovato la porta del locale, e poi la loro reazione quando si trovano ad assaggiare i diversi piatti del locale, rimanendo ogni volta estasiati dalle raffinate qualità degli ingredienti e delle lavorazioni a loro totalmente sconosciute (basti pensare che anche solo l'acqua con ghiaccio e limone offerta gratuitamente lascia stupefatti la maggior parte dei clienti).
L'unico filo conduttore tra queste puntate, di per se abbastanza slegate, è l'evoluzione di Aletta, una ragazza di stirpe demoniaca senza alcun potere, che da vagabonda capita nel locale in cerca di cibo e finisce per essere assunta dal proprietario come cameriera.
I clienti degli episodi precedenti saranno poi molto spesso presenti negli episodi successivi (ovviamente diventando tutti clienti fissi del locale, che tornano ogni sabato), ma avranno quasi sempre solo piccole apparizioni negli episodi a loro non dedicati, riducendosi quindi quasi al ruolo di comparse.
Perchè quindi do voto 8 ad un anime che di per se non sembra niente più che un ripetersi di episodi tutto sommato simili uno dopo l'altro, senza uno scopo preciso?
Perchè la realizzazione è estremamente curata, e nonostante non ci fosse nessun cliffhanger o trama intrigante ad invogliarmi a proseguire, questo era uno degli anime di cui aspettavo con più ansia il nuovo episodio ogni settimana.
Guardare "Isekai Shokudō" mi rilassava moltissimo, e l'atmosfera era fantastica. Riusciva a farti apprezzare tantissime cose che noi diamo per scontate nelle nostre cucine, ma che non lo erano affatto anche solo cento anni fa. In qualche modo mi emozionava vedere i clienti rimanere estasiati dal sapore del loro piatto preferito (senza nessun bisogno di orgasmi spontanei alla "Food Wars"), e le storie dei vari clienti erano tutto sommato interessanti e descrivevano pian piano il mondo di fuori, pezzo per pezzo, seguendo le vicende dei vari personaggi, tutti molto diversi l'uno dall'altro.
Si va da un'elfa vegana (a quanto pare in quel mondo tutti gli elfi sono vegani) sorpresa (e anche un pò irritata) da come un umano (il cuoco del ristorante) sia grado di preparare pietanze a base solamente vegetale anche meglio degli elfi, a uomini lucertola che stabiliscono con duelli rituali quale campione abbia diritto ad attraversare la porta per portare al villaggio le adorate OmuRice, all'uomo-leone gladiatore che, nonostante abbia guadagnato abbastanza soldi da comprarsi la libertà, decide di rimanere nell'arena in quanto la sua cella è uno dei luoghi in cui la porta compare ogni sabato, e lui non può più fare a meno del suo adorato KatsuDon.
Come detto la qualità tecnica dell'anime è enorme, quasi esagerata per un'anime di questo tipo, a partire dalle bellissime Opening ed Ending. L'opening è inoltre cantata dalla cantante Mayu insieme alle "Wake Up, Girls!" (le doppiatrici-idol dell'anime di qualche stagione fa che questo stesso anno vedrà pubblicata la sua seconda stagione), ed è a mio parere una delle opening migliori dell'estate.
Che dire, non è un anime per tutti. C'è chi lo ha trovato noioso e droppato dopo un paio di episodi, ma se rimarrete come me incantati dalla piacevole atmosfera del locale, non vi deluderà fino alla fine.
Se cercate una trama intrigante, colpi di scena o cose simili, questo anime non ha nulla da offrire.
Detto questo, però, tutto il resto è a livelli molto alti, a partire dalla realizzazione tecnica, alle musiche, al chara design ed ad ogni altro dettaglio.
"Restaurant to Another World" rientra appieno nella categoria degli Slice of Life. Non pretende di raccontare chissà quale storia, ma semplicemente di fornire uno spaccato di vita quotidiana, seppure in un ambiente totalmente inusuale.
L'intero anime ruota attorno ad un ristorante giapponese, il "Cucina Occidentale Nekoya", che di sabato, per qualche motivo mai del tutto spiegato (anche se verso la fine qualche indizio ci viene dato), vede la sua porta d'ingresso trasformarsi in una sorta di portale verso un altro mondo, una classica dimensione fantasy con elfi, nani, demoni e draghi.
In questo mondo, per tutte le 24 ore di ogni sabato, la porta del Nekoya si manifesta in vari posti, spesso sperduti in luoghi nascosti o remoti (miniere, isole deserte, tesori di draghi, semi-interrati o camere di nobildonne sono tutte locazioni possibili).
L'intera opera ruota attorno a questi bizzarri clienti che, scoperta la porta, decidono di entrare e si trovano davanti ad un ristorante del nostro mondo, con tutta l'estrema varietà di ingredienti e tecniche di cottura elaborate che ovviamente sono impensabili in un mondo medievale.
Ogni puntata si ripete con uno schema piuttosto standard, presentando la storia di due nuovi clienti e di come abbiano trovato la porta del locale, e poi la loro reazione quando si trovano ad assaggiare i diversi piatti del locale, rimanendo ogni volta estasiati dalle raffinate qualità degli ingredienti e delle lavorazioni a loro totalmente sconosciute (basti pensare che anche solo l'acqua con ghiaccio e limone offerta gratuitamente lascia stupefatti la maggior parte dei clienti).
L'unico filo conduttore tra queste puntate, di per se abbastanza slegate, è l'evoluzione di Aletta, una ragazza di stirpe demoniaca senza alcun potere, che da vagabonda capita nel locale in cerca di cibo e finisce per essere assunta dal proprietario come cameriera.
I clienti degli episodi precedenti saranno poi molto spesso presenti negli episodi successivi (ovviamente diventando tutti clienti fissi del locale, che tornano ogni sabato), ma avranno quasi sempre solo piccole apparizioni negli episodi a loro non dedicati, riducendosi quindi quasi al ruolo di comparse.
Perchè quindi do voto 8 ad un anime che di per se non sembra niente più che un ripetersi di episodi tutto sommato simili uno dopo l'altro, senza uno scopo preciso?
Perchè la realizzazione è estremamente curata, e nonostante non ci fosse nessun cliffhanger o trama intrigante ad invogliarmi a proseguire, questo era uno degli anime di cui aspettavo con più ansia il nuovo episodio ogni settimana.
Guardare "Isekai Shokudō" mi rilassava moltissimo, e l'atmosfera era fantastica. Riusciva a farti apprezzare tantissime cose che noi diamo per scontate nelle nostre cucine, ma che non lo erano affatto anche solo cento anni fa. In qualche modo mi emozionava vedere i clienti rimanere estasiati dal sapore del loro piatto preferito (senza nessun bisogno di orgasmi spontanei alla "Food Wars"), e le storie dei vari clienti erano tutto sommato interessanti e descrivevano pian piano il mondo di fuori, pezzo per pezzo, seguendo le vicende dei vari personaggi, tutti molto diversi l'uno dall'altro.
Si va da un'elfa vegana (a quanto pare in quel mondo tutti gli elfi sono vegani) sorpresa (e anche un pò irritata) da come un umano (il cuoco del ristorante) sia grado di preparare pietanze a base solamente vegetale anche meglio degli elfi, a uomini lucertola che stabiliscono con duelli rituali quale campione abbia diritto ad attraversare la porta per portare al villaggio le adorate OmuRice, all'uomo-leone gladiatore che, nonostante abbia guadagnato abbastanza soldi da comprarsi la libertà, decide di rimanere nell'arena in quanto la sua cella è uno dei luoghi in cui la porta compare ogni sabato, e lui non può più fare a meno del suo adorato KatsuDon.
Come detto la qualità tecnica dell'anime è enorme, quasi esagerata per un'anime di questo tipo, a partire dalle bellissime Opening ed Ending. L'opening è inoltre cantata dalla cantante Mayu insieme alle "Wake Up, Girls!" (le doppiatrici-idol dell'anime di qualche stagione fa che questo stesso anno vedrà pubblicata la sua seconda stagione), ed è a mio parere una delle opening migliori dell'estate.
Che dire, non è un anime per tutti. C'è chi lo ha trovato noioso e droppato dopo un paio di episodi, ma se rimarrete come me incantati dalla piacevole atmosfera del locale, non vi deluderà fino alla fine.