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C'è solo una cosa che mi ha delusa di questo breve manga (3 volumi): la fine.
Chi conosce la mangaka sa che è specializzata nello yaoi, ed è l’autrice di uno dei manga più famosi della sua categoria: “Haru wo daite ita”. Ebbene, Otodama non è uno yaoi, nonostante i protagonisti siano tutti maschi e le irriducibili potrebbero trovare comunque delle hint che potrebbero far pensare almeno a uno shonen-ai.
In realtà, è davvero uno shoujo o al più un josei, e ancora mi domando per quale motivo la Magic Press che lo ha pubblicato in Italia lo abbia incluso nella sua collana yaoi (la 801). L’ho trovata una scelta piuttosto senza senso, perché la presenza della Nitta come mangaka o il fatto che questo manga abbia avuto uno spinoff yaoi non giustifica a sufficienza la decisione di catalogarlo come qualcosa che non è.
Ad ogni modo, yaoi o meno, quello che conta è il genere narrativo cui appartiene: un poliziesco, con spruzzata di sovrannaturale.
I tre volumetti sono incentrati, quindi, sui casi che i due protagonisti risolvono insieme, che si mischiano anche al loro privato permettendo un approfondimento di entrambi.
Da fan di polizieschi/thriller/gialli, Otodama mi è davvero piaciuto; una lettura che affrontavo con vivo interesse per vedere se riuscivo a indovinare prima dei protagonisti chi era il colpevole e perché. XD
Il tratto della Nitta, poi, non si discute: è estremamente pulito, e molto espressivo quando il pathos lo richiede. Ben apprezzata l'efferatezza di certe scene, per nulla gratuita; l'autrice non si è risparmiata e questo mi piace, visto che adoro lo splatter.
Dei tre, di sicuro il volume centrale è il mio preferito, per il caso che tratta e come. E perché è fondamentale per capire i protagonisti e i loro comportamenti.
Apprezzo molto il legame di amicizia e fiducia tra Otonashi e Hide, e come finiscono col prendersi l'uno cura dell'altro. Il tutto senza che debba sfociare per forza in un qualcosa di amoroso. Ad ogni modo, il mio personaggio preferito rimane quello che poi sarà il protagonista dello spinoff "Spiritual Police", ovverosia Nagatsuma. Sarà che c'ho la fissa per i personaggi all'apparenza tutti d'un pezzo, ma che poi rivelano tutto un tormento interiore che la metà basta. XD
Eppure, come detto, il finale mi è proprio rimasto lì, perché l’ho trovato inconcludente.
I tre volumi sono tre casi distinti e una volta terminato l’ultimo, fine, termina anche il manga. Non viene chiuso nessun discorso che possa tenere insieme le vicende, non c’è una ‘conclusione’ vera e propria, qualcosa che risolva i protagonisti, risolva le loro evoluzioni fino a quel momento. Questo mi ha lasciata un po’ disappointed, perché sono rimasta insoddisfatta. :/
Sarà pure colpa mia che ho la mania di avere conclusioni sensate, soprattutto quando si arriva alla fine dell’intera opera. Eppure non sono una che vuole per forza i finali chiusi, dove tutto è spiegato per filo e per segno. Ben vengano i finali aperti, dove ogni cosa è messa in discussione… ma almeno sai dove sono arrivati i personaggi e cosa li aspetterà nel futuro; come si pongono ad affrontare ciò che ancora non conoscono.
Qui invece c’è proprio una troncatura.

Solo una sufficienza è il mio voto finale, proprio a causa del finale.
Consigliato alle amanti della Nitta e anche ai maschi che vogliono leggere un poliziesco con implicazioni più o meno sentimentali. ;)