Recensione
Made in Abyss
10.0/10
Recensione di Luca Pianegonda
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Mi sono approcciato a questo titolo spinto da diversi pareri positivi su Reddit ed evitando volutamente di anticiparmi trama, ambientazione e critiche. Il risultato? Diciamo che sto parlando dell'opera di animazione che più mi ha affascinato e sorpreso, da sempre.
Partiamo dal processo di creazione del prodotto: la trama è tratta dall'omonimo manga e ne rispecchia fedelmente, per la maggior parte degli episodi, il contenuto e il messaggio.
La qualità dell'artwork è incredibile, il team di produzione ha messo anima e corpo nella resa e si sente; l'animatore degli sfondi, a conferma dell'eccezionale scelta della squadra, proviene dallo studio Ghibli (https://it.wikipedia.org/wiki/Studio_Ghibli).
Altra grande nota di merito l'OST prodotta da Kevin Penkin (vocal: Takeshi Saito, Raj Ramayya; lyrics: Takeshi Saito, Raj Ramayya); contiene una vasta selezione di generi musicali, tra cui la bellissima "Hanezeve Caradhina" (ft.Takeshi Saito), che da sola vale l'acquisto dei CD.
Le tracce sono state accostate perfettamente alle immagini, fungendo efficacemente da focus emotivo.
Ora, la prima puntata.
Fin da subito viene introdotta la protagonista, Riko, una ragazzina di dodici anni che sta cercando dei cimeli in compagnia del suo amico Nat. Le prime inquadrature sono state scelte per dare una sensazione d'immersione nel mondo che viene presentato: i fiori, la cascata, il sentiero, il punto di vista di Riko mentre si cala con la corda, il montacarichi che scompare sotto le nuvole sono tutte immagini che cercano di dare una visione complessiva iniziale dell'ambientazione allo spettatore, che, mano a mano che la puntata andrà avanti, tenderà verso quello stile dark che sarà il cardine di "Made in Abyss".
Il primo evento fondamentale della serie sarà l'incontro di Riko col verme purpureo; con l'amico a un passo dalla morte e lei stessa in grave pericolo, l'istinto la spinge a fare la cosa giusta, costringendola però a un mortale inseguimento nel ruolo della preda: preda in trappola e ormai "finita", se non fosse per uno strano fascio di luce che colpisce il mostro, facendolo scappare. Questa è l'entrata in scena dell'altro protagonista: Reg (o meglio il senza nome a questo punto), un robot dall'aspetto di bambino, che giace svenuto dal punto in cui ha, in qualche modo, salvato Riko.
Da qua parte l'intreccio delle prime tre puntate tra i personaggi che, nonostante lo scarso tempo a disposizione, vengono ben caratterizzati in tutti gli aspetti. Tutti i personaggi sono disegnati in stile chibi, scelta che, se all'inizio può portare a relegare la storia a una "cosa per ragazzini", poi creerà quel contrasto con la profondità dello sviluppo che mi ha tanto lasciato sorpreso.
Le relazioni tra personaggi, e i personaggi stessi, non sono mai banali, anche procedendo la serie, e, anzi, sono il motivo per il quale mi sono innamorato di questo anime (Nanachi!).
Conclusione: consiglio a chiunque di vederlo, penso che sia un prodotto che qualsiasi persona possa apprezzare (nonostante la crudezza di certe scene) e, sperando che le stagioni proseguano quando ci sarà abbastanza materiale cartaceo, sono convinto che questo anime diventerà uno dei grandi classici del genere.
Partiamo dal processo di creazione del prodotto: la trama è tratta dall'omonimo manga e ne rispecchia fedelmente, per la maggior parte degli episodi, il contenuto e il messaggio.
La qualità dell'artwork è incredibile, il team di produzione ha messo anima e corpo nella resa e si sente; l'animatore degli sfondi, a conferma dell'eccezionale scelta della squadra, proviene dallo studio Ghibli (https://it.wikipedia.org/wiki/Studio_Ghibli).
Altra grande nota di merito l'OST prodotta da Kevin Penkin (vocal: Takeshi Saito, Raj Ramayya; lyrics: Takeshi Saito, Raj Ramayya); contiene una vasta selezione di generi musicali, tra cui la bellissima "Hanezeve Caradhina" (ft.Takeshi Saito), che da sola vale l'acquisto dei CD.
Le tracce sono state accostate perfettamente alle immagini, fungendo efficacemente da focus emotivo.
Ora, la prima puntata.
Fin da subito viene introdotta la protagonista, Riko, una ragazzina di dodici anni che sta cercando dei cimeli in compagnia del suo amico Nat. Le prime inquadrature sono state scelte per dare una sensazione d'immersione nel mondo che viene presentato: i fiori, la cascata, il sentiero, il punto di vista di Riko mentre si cala con la corda, il montacarichi che scompare sotto le nuvole sono tutte immagini che cercano di dare una visione complessiva iniziale dell'ambientazione allo spettatore, che, mano a mano che la puntata andrà avanti, tenderà verso quello stile dark che sarà il cardine di "Made in Abyss".
Il primo evento fondamentale della serie sarà l'incontro di Riko col verme purpureo; con l'amico a un passo dalla morte e lei stessa in grave pericolo, l'istinto la spinge a fare la cosa giusta, costringendola però a un mortale inseguimento nel ruolo della preda: preda in trappola e ormai "finita", se non fosse per uno strano fascio di luce che colpisce il mostro, facendolo scappare. Questa è l'entrata in scena dell'altro protagonista: Reg (o meglio il senza nome a questo punto), un robot dall'aspetto di bambino, che giace svenuto dal punto in cui ha, in qualche modo, salvato Riko.
Da qua parte l'intreccio delle prime tre puntate tra i personaggi che, nonostante lo scarso tempo a disposizione, vengono ben caratterizzati in tutti gli aspetti. Tutti i personaggi sono disegnati in stile chibi, scelta che, se all'inizio può portare a relegare la storia a una "cosa per ragazzini", poi creerà quel contrasto con la profondità dello sviluppo che mi ha tanto lasciato sorpreso.
Le relazioni tra personaggi, e i personaggi stessi, non sono mai banali, anche procedendo la serie, e, anzi, sono il motivo per il quale mi sono innamorato di questo anime (Nanachi!).
Conclusione: consiglio a chiunque di vederlo, penso che sia un prodotto che qualsiasi persona possa apprezzare (nonostante la crudezza di certe scene) e, sperando che le stagioni proseguano quando ci sarà abbastanza materiale cartaceo, sono convinto che questo anime diventerà uno dei grandi classici del genere.