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“Sin: Nanatsu no Taizai” è una serie anime di dodici episodi di genere ecchi, uscita nel 2017. Fuori dal Giappone è nota come “Seven Mortal Sins”, da non confondere con il più noto “The Seven Deadly Sins”. I titoli sono simili, perché l’elemento alla base di entrambe le serie è comune, ed è quello dei “sette vizi/peccati capitali”.
La serie in oggetto è stata creata per sponsorizzare una serie di action figure realizzata dall’azienda giapponese “Hobby Japan”, la stessa compagnia che sta dietro al franchise di “Queen’s Blade”. In questo, anche “Seven Mortal Sins” non si discosta molto nei contenuti, dato che abbiamo una serie piena di belle ragazze e moltissimo fanservice: i personaggi sono in pratica i vari demoni dell’Inferno, ma tutte in forma di donne molto pettorute e disinibite.

Ma andiamo con ordine.
La storia di “Seven Mortal Sins” inizia con Lucifer, il primo angelo che, ribellatosi a Dio, viene scacciato dal Paradiso e mandato all’Inferno. E fin qua, sono cose che sapevamo. Come detto prima, la particolarità della serie è che tutti i personaggi sono donne, perciò anche Lucifero è una bella bionda. Arrivata all’Inferno, Lucifer decide di sconfiggere e sottomettere tutti i demoni a capo dei vari gironi infernali, le cosiddette “Seven Deadly Sins”, anche loro, delle belle fig...liuole che vanno in giro mezze nude. L’obiettivo dell’angelo caduto è quello di prendere il controllo degli inferi e da lì lanciare un attacco verso il regno dei cieli.

Questo si traduce in vari episodi in cui vedremo Lucifer affrontare in scontri di vario genere le sue demoniache avversarie, finendo molto spesso nuda. Purtroppo, quella che sulla carta poteva sembrare una buona idea, almeno come base per una serie senza troppe pretese, finisce invece per essere parecchio deludente. La trama non decolla mai davvero, e ben presto i vari episodi finiscono per annoiare lo spettatore. I pochi misteri e colpi di scena che ci sono nella storia vengono rivelati sono nelle ultime due puntate, e non sono chissà che.
Nel resto degli episodi assistiamo solo a scontri uno contro uno abbastanza noiosi tra Lucifer e l’avversaria di turno. La regia in questi casi è sempre molto statica o in altri casi troppo confusionaria. Non c’è nessun tipo di pathos nelle battaglie, e men che meno nelle scene di fanservice. L’elemento principale della serie è uno dei peggiori: non c’è nessuna scena che sia davvero un minimo erotica e/o stuzzicante in qualche modo. Abbiamo solo delle tipe che stanno con tette e sedere al vento per mezzo episodio.

La qualità della parte tecnica è in generale quasi sempre più che discreta, almeno per quel che riguarda disegni e animazioni. Il chara design delle ragazze è una delle parti salvabili della serie, perché tutte, ma proprio tutte, le protagoniste sono belle e sexy. Come detto prima, però, purtroppo non vengono molto valorizzate, peccato.

Per quel che riguarda invece l’audio, si strappa la sufficienza. I brani usati come sigla di apertura e chiusura sono belli e orecchiabili, e fanno il loro dovere. Da segnalare che ogni personaggio ha la sua character song, che si sente in sottofondo nell’episodio a lui dedicato: sufficienti anche queste, ma non memorabili. La OST invece è abbastanza trascurabile, composta da cori celestiali per le scene in paradiso e altri brani più cupi per le ambientazioni infernali, non si fa per nulla notare.

Il doppiaggio è invece sicuramente il punto più alto della serie. Il cast delle doppiatrici è di prim’ordine, con nomi come quelli di Eri Kitamura, Shizuka Itou, Youko Hikasa, per dirne alcune. Tutte molto convincenti nelle varie parti, sia nelle normali scene che in quelle di puro fanservice, dove si producono in memorabili gemiti e versi di varia natura... con grande gioia dei loro fan.

In conclusione, per quanto la trama sia banale, con più accortezza e cura, la serie poteva comunque risultare interessante e gradevole. Purtroppo chi ci ha lavorato ha pensato che bastasse mostrare una decina di ragazze nude per riempire ventiquattro minuti di episodio, fallendo però miseramente.

Tradotto in soldoni, alla fine, vale la pena guardare la serie? Dipende. Se vi basta guardare due tette al vento per essere felici, accomodatevi, gli episodi ne sono pieni.
Se invece cercate una serie ecchi e divertente da guardare, “Sin: Nanatsu no Taizai” non fa al caso vostro. Anche di questo stesso genere, c’è molto di meglio in giro, a partire dalla “sorella maggiore” “Queen’s Blade”, di qualità molto superiore sotto tutti gli aspetti.