Recensione
Il giardino delle parole
10.0/10
Recensione di $upersonico
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
La parte che mi ha davvero emozionato di questo breve film di animazione è quando la giovane donna, mentre sta piangendo, reagisce e, scalza, corre dietro al ragazzo appena uscito dal suo appartamento, corre velocemente giù dalle scale, cade anche, si fa male, ma si rialza come una tigre e continua, non si ferma finché lo incontra di nuovo fino ad abbracciarlo, anche se lui, al momento, reagisce male, ferito per prima. In quel momento viene fuori tutta l'umanità del film, ecco, lì c'è amore, quello vero, genuino, con i suoi sbagli, ma veri, fino in fondo, in quel momento ripara lo stupido errore di quella insopportabile frase al minuto 34: "La prossima settimana mi trasferisco, torno nello Shikoku dai miei, l'avevo già deciso da tempo. Vedi... io, laggiù, mi sono allenata a camminare sempre da sola, anche senza scarpe".
Il finale aperto è in verità un doloroso addio, anche se così non dovrebbe sembrare; l'ultima frase del ragazzo, che, sconsolato, torna sotto la veranda di quel parco, portandole un dono (ma lei non c'è, insegna nella sua città), andando via, dice: "Ora mi ritrovo a pensare che, forse, anch'io mi stessi esercitando a camminare, e, quando un giorno sarò in grado di arrivare molto piu lontano, andrò a trovarla".
E qui io interferisco con il regista, perché, secondo me, invece, ci sono momenti in cui la vita deve fermarsi e permettere di condividere un sogno d'amore, perché alla fine non è solo una cotta, non è una 'sbandata', ma un incontro dove due cuori possono di nuovo battere forte e stringersi in un abbraccio dal piacere senza fine.
Purtroppo sappiamo che così non sarà, la scelta del regista di dividerli è terribilmente triste e spietata, e non dà quell'elemento utile, il riscatto che entrambi i protagonisti avrebbero voluto trovare quando si sono incontrati. Forse, nella storia, sarà anche vero, entrambi cercavano qualcosa, ma il sogno di una vita felice era lì, davanti a loro, insieme. Peccato che il regista abbia scelto questo finale, io l'avrei cambiato, ma non per una questione di lieto fine, ma per insegnare che, a volte, incontri di questo tipo sono dei tesori in mezzo al deserto che trovi una volta nella vita.
La parte che mi ha davvero emozionato di questo breve film di animazione è quando la giovane donna, mentre sta piangendo, reagisce e, scalza, corre dietro al ragazzo appena uscito dal suo appartamento, corre velocemente giù dalle scale, cade anche, si fa male, ma si rialza come una tigre e continua, non si ferma finché lo incontra di nuovo fino ad abbracciarlo, anche se lui, al momento, reagisce male, ferito per prima. In quel momento viene fuori tutta l'umanità del film, ecco, lì c'è amore, quello vero, genuino, con i suoi sbagli, ma veri, fino in fondo, in quel momento ripara lo stupido errore di quella insopportabile frase al minuto 34: "La prossima settimana mi trasferisco, torno nello Shikoku dai miei, l'avevo già deciso da tempo. Vedi... io, laggiù, mi sono allenata a camminare sempre da sola, anche senza scarpe".
Il finale aperto è in verità un doloroso addio, anche se così non dovrebbe sembrare; l'ultima frase del ragazzo, che, sconsolato, torna sotto la veranda di quel parco, portandole un dono (ma lei non c'è, insegna nella sua città), andando via, dice: "Ora mi ritrovo a pensare che, forse, anch'io mi stessi esercitando a camminare, e, quando un giorno sarò in grado di arrivare molto piu lontano, andrò a trovarla".
E qui io interferisco con il regista, perché, secondo me, invece, ci sono momenti in cui la vita deve fermarsi e permettere di condividere un sogno d'amore, perché alla fine non è solo una cotta, non è una 'sbandata', ma un incontro dove due cuori possono di nuovo battere forte e stringersi in un abbraccio dal piacere senza fine.
Purtroppo sappiamo che così non sarà, la scelta del regista di dividerli è terribilmente triste e spietata, e non dà quell'elemento utile, il riscatto che entrambi i protagonisti avrebbero voluto trovare quando si sono incontrati. Forse, nella storia, sarà anche vero, entrambi cercavano qualcosa, ma il sogno di una vita felice era lì, davanti a loro, insieme. Peccato che il regista abbia scelto questo finale, io l'avrei cambiato, ma non per una questione di lieto fine, ma per insegnare che, a volte, incontri di questo tipo sono dei tesori in mezzo al deserto che trovi una volta nella vita.