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10.0/10
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Karin è stato probabilmente il manga “di lancio” che mi ha catapultata verso il mondo otaku, e non poteva esserci qualcosa di meglio.
I disegni sono ben fatto anche se a volte sproporzionati tra testa e corpo/occhi enormi sul viso, ma oltre a queste imperfezioni lo stile generale dei personaggi e le ambientazioni sono molto gradevoli, per non parlare delle illustrazioni di copertina/inizio capitolo molto curate. Un complimento speciale va ad Anju, la sorellina, che adoro a livello estetico e non.
Dunque Karin parla della vita difficile di una vampira che vive come un’umana a tutti gli effetti se non per il fatto che una volta al mese inietta il sangue che il proprio corpo produce in eccesso nel primo malcapitato che le capita a tiro.
Una vita serena finché non arriva un nuovo ragazzo nella sua classe che per una serie di eventi scoprirà il suo segreto e la aiuterà nella sua vita diurna.
Una storia per niente scontata lungo la quale vengono sviscerati i singoli caratteri e psicologie dei personaggi, lontani dai soliti stereotipi ma ricchi di emozioni, sfaccettature e contraddizioni.
Vengono inoltre trattati i temi della crescita, il passaggio dalla giovinezza alla fase adulta, la ricerca del proprio posto nel mondo, la solitudine e la “discriminazione delle razze”.
Il tutto condito da simpatiche gag e momenti allegri pieni di leggerezza che rendono il manga oltre che profondo anche estremamente esilarante.
La cosa che ho preferito di più rimane in qualsiasi caso il rapporto tra sorelle Karin-Anju, nel quale l’autrice riesce a trasmettere tutto il senso di amore fraterno e di protezione fino alla stregua della logica comune.
Un piccolo capolavoro.