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4.0/10
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Shichiri Shikishima in prima elementare viene sconfitto da un bambino di due anni più grande, Kitsuma Meito, in uno scontro di kendo. Sei anni dopo i due si riincontrano, essendo iscritti alla stessa scuola. Kitsuma ha la fama di teppista, è dichiaratamente bisessuale e ci prova senza mezzi termini con Shichiri. Shichiri dapprima respingerà Kitsuma ma poi si renderà conto di ricambiare il sentimento dell’altro; dovrà però fare i conti con la delusione che la notizia della sua omosessualità potrebbe provocare nel padre, a cui è molto legato.

Il tema della bisessualità non è raro in shonen ai e yaoi, in cui ricorre il clichè di protagonisti che sono sempre stati eterosessuali ma scoprono di potersi innamorare anche di uomini. La faccenda viene sempre trattata con superficialità: i personaggi raramente sono dichiaratamente omosessuali o bisessuali, non si dice quasi mai esplicitamente “sono gay/bi”, semplicemente capita che il protagonista si innamori di un uomo, senza troppi interrogativi. Per questo mi sono avvicinata a questo fumetto, sperando che, avendo un personaggio apertamente bisessuale, trattasse in modo più approfondito tutti i problemi che un adolescente alla scoperta del proprio orientamento sessuale può avere, dall’accettazione di sè ai problemi sociali e famigliari.

“Bisexual” non è niente di tutto ciò.
Innanzitutto Kitsuma viene dipinto come un ragazzo problematico, che salta spesso le lezioni e non si presenta al club di kendo. La sua bisessualità sembra quindi far parte di questo quadro: un bravo ragazzo non avrebbe mai una condotta sessuale così anticonformista. Viene inoltre rappresentato come seduttore e promiscuo, e viene accusato di aver deviato la condotta di un gran numero di studenti, avvicinatisi anche loro all’omosessualità dopo averlo conosciuto per moda. In altre parole, l’atteggiamento con cui si parla del suo orientamento sconfina nell’omofobia e nell’intolleranza: bisessuale = maniaco, cattivo ragazzo, ribelle. L’impressione viene rafforzata quando Shichiri, avvicinatosi sentimentalmente a lui, diventa come lui un ragazzo poco serio e indisciplinato. È chiaro che l’intento della storia non fosse discriminatorio, in quanto si parla di due ragazzi che vogliono difendere il loro amore “non convenzionale” contro il giudizio delle famiglie, ma nella pratica non c’è nulla di realistico e tutto ricade nei soliti stereotipi.
Inoltre, come in altri fumetti del genere, ricorrono altre situazioni tipiche: ragazzi e ragazze che passano da relazioni etero a omo senza farsi nessun tipo di problema (si presume che la scoperta di essere interessati anche o solo al proprio sesso qualche domanda dovrebbe suscitarla), omosessualità fin troppo diffusa (non si sa perché spesso negli yaoi il grosso dei personaggi sono omosessuali), maschi che accettano di fare sesso altri maschi con abbastanza facilità pur non essendo gay, episodi di crossdressing, etc...

Le carenze non sono però solo nell’ambito della trattazione della sessualità, ma ci sono vere e proprie situazioni al confine del ridicolo, soprattutto sul finire della storia, in cui azioni e motivazioni dei personaggi perdono ogni lume di logica.
[INIZIO SPOILER]
Quando Kitsuma e Shichiri vengono sorpresi dai propri genitori ad avere una relazione, decidono di scappare di casa, poiché i padri intendono separarli. Per farlo rubano l’automobile del padre di Kitsuma, la guidano senza patente, la mollano in mezzo al traffico e scappano fino alla stazione di Shin Yokohama per prendere lo shikansen. Il padre riesce (non si sa come) a prevedere le loro mosse e ne intercetta la fuga.
Come se non bastasse l’assurdità: nel corso della storia abbiamo scoperto che Kitsuma ha un brutto rapporto col padre, dovuto al fatto che non è suo figlio biologico, ma è nato tramite inseminazione artificiale con utilizzo di sperma di donatore esterno. Salta fuori che il padre biologico di Kitsuma è il padre di Shichiri: i loro padri avevano una relazione, il signor Meito non poteva però permettersi una relazione omosessuale dovendo avere un erede per il suo patrimonio, ma desiderava un figlio dal signor Shikishima. È quindi completamente incomprensibile che i due genitori considerino la relazione dei figli una deviazione (il signor Shikishima, appreso l’orientamento del figlio, pensa letteralmente “eppure è un così bravo ragazzo”). Ancor più assurdo è che i due non sembrino apparentemente sconvolti dall’aver scoperto che sono fratellastri e che i loro genitori avevano una relazione. Infine, il fatto che dopo tanta confusione i genitori acconsentano al loro amore in cambio della banale promessa di andar bene a scuola, ha del ridicolo.
[FINE SPOILER]

Infine, volendo scendere nel gretto, il manga non è nemmeno godibile sotto il punto di vista del fanservice. I disegni sono per lo più orientati al deformed, eliminando la componente bishonen che il grosso delle fujoshi apprezza; le scene di sesso, sono censurate con gag poco divertenti o ellissi temporali brusche, la loro introduzione manca sia di romanticismo che di erotismo. L’assenza di intensità emotiva è totale, sia nei momenti tra i due ragazzi sia negli scontri che hanno coi genitori, o nei momenti di gelosia. Tutto è pervaso da una mal riuscita vena comica, che toglie intensità a tutta la storia.

Sconsiglio a chiunque questo fumetto, sia a chi cerca qualcosa di serio, ma anche a chi predilige storie semplici e godibili dello yaoi classico.