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Questa serie dà spunto a parecchie riflessioni: "Welcome to the N.H.K." tratta di un problema sociale di una certa rilevanza in Giappone, ma che è riscontrabile in tutto il mondo.

Il protagonista "hikikomori" Sato Tatsuhiro vive rinchiuso in casa da quattro anni, uscendo sporadicamente (di notte) solo per fare la spesa, vive una condizione per cui è necessario solo mangiare, dormire e avere qualcuno che finanzi questo modo di vivere, nella fattispecie i suoi genitori. A sconvolgere questo status è una ragazza, Misaki, mossa da una innata volontà di aiutarlo. Sato come tutti gli hikikomori ha il terrore di trovarsi in posti affollati; le sue introspezioni durante l'anime aiutano a capire cosa gli passa per la testa e lo portano puntualmente a non agire o comunque ad arrivare a conclusioni errate. L'andamento della trama porta a chiedersi dove e se si voglia arrivare a una conclusione, oppure potrebbe sembrare semplicemente un'analisi delle vicende accadute; di certo c'è un avanzamento nella storia, anche se spesso sembra che si ritorni a un punto di partenza.
Sato si può considerare non solo un hikikomori ma un inetto coi fiocchi, spesso rimane impassibile anche di fronte a un angelo come Misaki, che fa l'impossibile per salvarlo, e questa è la parte più utopica da accettare nella trama.
Ho apprezzato anche il personaggio di Yamazaki, sicuramente quello con un carattere più marcato rispetto agli altri, e poi si apprezzano anche i riferimenti ad altri problemi della società come il marketing multi-livello che adesca le persone più deboli o comunque in una fase difficile della loro vita.

Dal punto di vista tecnico l'anime presenta disegni semplici ma secondo me che ben si sposano con la serie, le animazioni non sono tra le migliori, ma comunque restano più che accettabili.
La colonna sonora è molto carina, molto bella la melodia con la chitarra acustica che si ascolta spesso durante le puntate e che rimanda a sonorità anni '80, così come alcune scene e paesaggi che sembrano portare indietro nel tempo.

L'anime va sicuramente guardato da chi apprezza questo genere, essendo prima di tutto psicologico e drammatico; ci sono anche fasi molto divertenti, quello che manca è un attimo di sentimentalismo che affiora nella prima parte ma che scompare del tutto nel corso della serie, inaridendo un po' la storia.
Il voto finale è comunque buono, mi sento di promuovere questa serie.