Recensione
Vampire Knight
6.5/10
L'intero anime di svolge, quasi del tutto, all'interno di un liceo, dove una Day Class di ignari umani convive con i notturni alunni vampiri della Night Class. Yūki, protagonista insieme al suo amico Zero, ragazzo tenebroso dall'oscuro passato, si occupa della sicurezza della scuola, mentre è alle prese con il suo sconfinato amore per il capo dei vampiri, il nobile Kaname Kuran.
Descritto così, sembra un romanzetto rosa da adolescenti, ed effettivamente, tranne che per certi versi, è così. Dopo circa metà del primo episodio o al massimo del secondo, ci si rende già conto del livello di ciò che si sta guardando: passabile, ma niente di che.
I colpi di scena ci sono, ma si accavallano in modo confusionario e del tutto scoordinato, rendendo artificioso il susseguirsi degli eventi. Dopo un po', soprattutto nella seconda parte ("Vampire Knight Guilty"), appaiono come un'accozzaglia di cose avvincenti ma che, spesso, sembrano non avere un nesso logico.
A tratti l'anime cerca di essere un po' noir, riuscendoci però solo in alcune occasioni. L'atmosfera vuole essere realistica per quanto riguarda la parte del liceo, riuscendoci però davvero poco. Le ragazze che la frequentano sono delle isteriche che passano il loro tempo a sbavare dietro agli alunni della Night Class in modo tanto monotono e ripetitivo, da risultare fastidioso in alcuni momenti.
Molto più riuscite sono le ambientazioni dark di molte scene, riescono a trasmettere le giuste sensazioni, a volte in modo magistrale.
Yūki, la protagonista, è un personaggio piatto e privo di qualsiasi spessore, si lascia trasportare dagli eventi senza prendere quasi mai una posizione. Kaname è un personaggio se possibile ancor più noioso, perfetto e impeccabile, sta lì a non fare nulla. L'obbiettivo probabilmente era farlo sembrare un simil-stratega, peccato aver fallito completamente nel raggiungerlo.
Zero, al contrario, è l'unico personaggio ad avere una personalità definita, ha un carattere deciso, ma non manca di sensibilità. Ha una storia interessante alle spalle che riesce a dare un certo brio alla storia, intrecciandosi con gli eventi principali e non.
Essendo una storia per molti versi leggera, si presta a una visione scorrevole, favorita sia dalla buona grafica sia dall'azzeccata - e a mio avviso affascinante - colonna sonora sia da alcuni misteriosi risvolti che sanno di noir e che rendono il tutto più interessante.
Il finale è più che deludente e lascia un che d'amaro in bocca, ma del resto non ci si aspetta chissà cosa già dall'inizio.
Per tutti questi motivi per me l'anime merita nel complesso una sufficienza più che meritata ma nulla di più: insomma, non è da buttare.
Descritto così, sembra un romanzetto rosa da adolescenti, ed effettivamente, tranne che per certi versi, è così. Dopo circa metà del primo episodio o al massimo del secondo, ci si rende già conto del livello di ciò che si sta guardando: passabile, ma niente di che.
I colpi di scena ci sono, ma si accavallano in modo confusionario e del tutto scoordinato, rendendo artificioso il susseguirsi degli eventi. Dopo un po', soprattutto nella seconda parte ("Vampire Knight Guilty"), appaiono come un'accozzaglia di cose avvincenti ma che, spesso, sembrano non avere un nesso logico.
A tratti l'anime cerca di essere un po' noir, riuscendoci però solo in alcune occasioni. L'atmosfera vuole essere realistica per quanto riguarda la parte del liceo, riuscendoci però davvero poco. Le ragazze che la frequentano sono delle isteriche che passano il loro tempo a sbavare dietro agli alunni della Night Class in modo tanto monotono e ripetitivo, da risultare fastidioso in alcuni momenti.
Molto più riuscite sono le ambientazioni dark di molte scene, riescono a trasmettere le giuste sensazioni, a volte in modo magistrale.
Yūki, la protagonista, è un personaggio piatto e privo di qualsiasi spessore, si lascia trasportare dagli eventi senza prendere quasi mai una posizione. Kaname è un personaggio se possibile ancor più noioso, perfetto e impeccabile, sta lì a non fare nulla. L'obbiettivo probabilmente era farlo sembrare un simil-stratega, peccato aver fallito completamente nel raggiungerlo.
Zero, al contrario, è l'unico personaggio ad avere una personalità definita, ha un carattere deciso, ma non manca di sensibilità. Ha una storia interessante alle spalle che riesce a dare un certo brio alla storia, intrecciandosi con gli eventi principali e non.
Essendo una storia per molti versi leggera, si presta a una visione scorrevole, favorita sia dalla buona grafica sia dall'azzeccata - e a mio avviso affascinante - colonna sonora sia da alcuni misteriosi risvolti che sanno di noir e che rendono il tutto più interessante.
Il finale è più che deludente e lascia un che d'amaro in bocca, ma del resto non ci si aspetta chissà cosa già dall'inizio.
Per tutti questi motivi per me l'anime merita nel complesso una sufficienza più che meritata ma nulla di più: insomma, non è da buttare.