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8.0/10
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Da quando ho iniziato ad appassionarmi al mondo di anime e manga mi sono imbattuta spesso in serie incentrate su creature mangia-uomini. Gran parte di queste, però, erano solite basarsi esclusivamente sulla violenza, per dare al lettore il sangue che sperava di trovare. Ciò che rende Tokyo ghoul diverso è il fatto di non essersi concentrato esclusivamente sulla violenza ignorante, ma anche sulla psicologia dei personaggi che compongono la storia, distruggendo quella linea di confine che separa i buoni dai classici cattivi che devono essere sconfitti a prescindere.

L'intera serie è ambientata in una Tokyo abitata da esseri umani e strane creature conosciute con il nome di “ghoul”. Questi ultimi possiedono degli occhi di colore rosso e un organo predatorio chiamato Kagune, ma sono in grado di assumere sembianze umane ed è per questo motivo che sono così difficili da individuare. La loro pericolosità deriva dal fatto che possono nutrirsi solamente di carne umana e per ridurre il numero di vittime tra la popolazione è stato istituito il Comando Investigativo Anti-ghoul.
Il vero protagonista della storia è Ken Kaneki, uno studente iscritto alla facoltà di lettere, che trascorre spesso il suo tempo in compagnia del suo amico Hide oppure immerso nella lettura di alcuni romanzi horror. La sua vita, però, cambierà drasticamente in seguito ad un incidente che lo obbligherà a sottoporsi ad un rischioso intervento che comporterà anche la sostituzione di alcuni organi. Ciò che molti non sanno è che la donatrice è proprio una delle creature mangia-uomini tanto temute e questo lo trasformerà in un mezzo ghoul.
Da questo momento in poi, scoprirà una nuova faccia del mondo, quella vista dai ghoul: assassini, ma allo stesso tempo vittime in quanto braccati dagli investigatori e addirittura dai membri della loro stessa specie.

Questa sua nuova natura è stata sviluppata molto seriamente, perché viene mostrato in modo realistico come reagirebbe una persona se dovesse trovarsi improvvisamente in una situazione simile. L'autore non si è limitato a presentare una guerra tra esseri umani e ghoul, ma è riuscito a sviluppare degnamente i punti di vista delle due parti. In molte serie, l'essere una sorta di ibrido dovrebbe permettere al protagonista di vivere in entrambi i mondi, ma di fatto Kaneki ha solamente ereditato i problemi di entrambi. Non è umano e per questo rappresenta un nemico per gli investigatori, ma non è nemmeno un ghoul al 100%, il che lo rende una misteriosa prelibatezza per alcuni tra i ghoul più spietati e psicopatici. Tramite le esperienze di Kaneki, l'autore ci spinge più volte a chiederci chi siano i veri antagonisti, ponendoci davanti agli occhi sia il bene che il male di entrambe le parti. Da un lato abbiamo i ghoul, creature violente che però uccidono solo per sopravvivere non potendo digerire nessun'altra componente al di fuori della carne umana. Dall'altro lato, invece, si trovano gli esseri umani, che per proteggersi hanno organizzato delle squadre di investigatori armati. Entrambi hanno delle ragioni più che giuste per combattere, ma presentano anche un lato marcio. Alcuni ghoul uccidono per divertimento e per soddisfare i loro desideri ricorrono anche alle torture e al cannibalismo, mentre dall'altra parte ci sono investigatori altrettanto crudeli che uccidono i ghoul e applicano loro le peggiori torture anche a chi si arrende di propria spontanea volontà.

Tutto ciò viene riassunto in una frase ripetuta spesso da Kaneki: "questo mondo è sbagliato". Frase che porterà a riflettere anche Amon, un investigatore molto serio e diligente, che però inizierà a dubitare dei suoi colleghi e degli insegnamenti ricevuti dopo aver capito che anche i ghoul hanno un cuore. Molti degli investigatori infatti, sono orfani alimentati dall'odio provato nei confronti dei ghoul che hanno ucciso i loro genitori, ma anche i figli di ghoul sono costretti a trascorrere una vita infelice e continuamente in fuga a causa della presenza di investigatori e ghoul violenti che gli danno continuamente la caccia. Proprio per la natura delle due fazioni però, sembra impossibile poter raggiungere un punto di incontro.
In mezzo a tanti personaggi tranquilli, ci sono anche figure dal carattere malato, determinato soprattutto dall'ambiente in cui sono cresciuti. La maggior parte dei personaggi ha un atteggiamento coerente con ciò che hanno imparato nel corso della loro vita, il che li rende esenti da forzature tipiche di altre serie attuate solo per far avanzare la trama in un determinato modo. La stessa Touka, pur avendo un carattere serio e diligente, resta pur sempre un'adolescente che di fronte ad alcune situazioni non può fare a meno che reagire istintivamente. Sotto questo punto di vista, Kaneki si dimostra più maturo, ma la sua mancanza di informazioni ed esperienza sulla natura dei ghoul lo rende molto ingenuo e facile da incastrare.

È una serie indubbiamente interessante, tuttavia, non posso non far presente che negli ultimi volumi ci sia stato un calo qualitativo nella narrazione. I primi 9 volumi sono stati interessanti grazie alle intropezioni psicologiche dei protagonisti, ma quelli seguenti hanno reso la storia un comunissimo battle shonen composto solamente da un combattimento dietro l'altro ricco di frasi tamarre, ma prive di qualsiasi significato. Di fatto, l'ultima parte mi ha ricordato molto l'ultimo arco narrativo di Bleach caratterizzato da una serie di combattimenti sostenuti da più persone, intervallati solamente da conversazioni surreali in cui i due opponenti passavano il tempo ad insultarsi facendo notare quanto sono forti e quanto prenderanno a calci l'avversario.
La situazione nella trasposizione animata é addirittura peggiore a causa dei tagli eseguiti su alcune parti importanti della storia, ma quello è un altro discorso e nonostante il manga abbia alcuni difetti, ribadisco che sia ugualmente il media migliore visti i tagli e stravolgimenti apportati dalla seconda serie animata in poi.

Ho molto apprezzato lo stile di disegno di Ishida. Il suo tratto è molto pulito con bordi ben delineati e un buon contrasto tra il bianco e il nero. A differenza di altri manga, questo suo stile rende ogni vignetta di facile comprensione all'occhio del lettore, anche se diventa ugualmente un po' confusionario nelle scene di azione. Fin dal primo volume ha saputo utilizzare egregiamente i retini facendone ampio uso per tutta l'opera. Inoltre, ritengo particolarmente azzeccati gli sfondi scelti, vista la perizia nei dettagli che si accosta molto bene allo stile di Ishida. Il suo stile di disegno ha subito un mutamento solo negli ultimimissimi volumi in cui è possibile notare un abbandono del suo caratteristico tratto preciso, in favore di uno più abbozzato, probabilmente per rendere più dinamici i combattimenti.

Nonostante il calo finale, Tokyo ghoul resta un'opera molto valida che mi ha sorpresa in positivo e ne consiglio la lettura soprattutto alle molte persone che sono ancora indecise se recuperare il manga o l'omonima trasposizione animata. Il manga propone una storia ricca di misteri e intropezioni psicologiche, al contrario dell'anime che, esclusa la prima serie, è solamente un taglia e cuci che mantiene a malapena intatta la trama di base.