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6.0/10
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Approssimativo è la prima parola che mi viene per descrive questo volume, a partire dalla trama, che non brilla per originalità e nemmeno per coerenza.

Il protagonista di questa storia, dopo i problemi lavorativi, la morte del figlio e il matrimonio che va in pezzi, giunge alla conclusione che per poter cominciare una nuova vita deve prima uccidere la moglie. Con la scusa di un viaggio la porta su un’isola sperduta, ma nemmeno tanto, visto che si tratta pur sempre di un luogo di villeggiatura, dove si dice che sia stata combattuta una battaglia con decine di migliaia di vittime le cui ossa ancora oggi affiorano di continuo dal terreno. L’idea è quella di farla fuori nel mezzo del nulla così che, se un giorno le ossa dovessero essere ritrovate, nessuno ci darebbe troppa importanza. Qui c’è un primo problema di sceneggiatura perché a quanto pare questo genio del male non ha preso in considerazione l’idea che partire in coppia e tornare da solo potrebbe destare qualche sospetto. Ma tant'è, se lui crede che possa funzionare, ci credo anch'io. O almeno ci credo fino a quando non viene mostrato un flashback di cosa fa giusto un paio di minuti prima di partire. A quel punto ho la certezza che dopo il viaggio comincerà una nuova vita, ma non del tipo che pensa lui.
Non mi dilungo oltre sulla sceneggiatura per non fare spoiler; ci tengo però a far notare che il tutto si svolge su di un’isoletta in cui la gente svanisce di continuo da anni e nessuno ha mai l’alzata di ingegno di mandare qualcuno a controllare cosa stia succedendo. Ma va bene così.

Parliamo un po’ dei personaggi. Il protagonista è uno scrittore caduto in disgrazia. Il che ha senso visto che, da come elabora il suo piano, gli manca il concetto di causa/effetto. Di lui sappiamo solo che è un gran lavoratore, che ama la sua famiglia e che la cosa non è reciproca.
Passiamo alla moglie. Lei è il classico personaggio che l’autore vuole farti odiare a tutti i costi. Non ha alcuno spessore. Semplicemente, tutto quello che dice, fa e pensa, ha l’unica finalità di renderla detestabile.
Ci sarebbe anche il suocero, che appare giusto il tempo di pensare che la mela non cade lontano dall'albero, e alcuni altri personaggi di cui non dico niente per non rivelare troppo ma che, fidatevi, non hanno alcuna caratterizzazione.

Dopo alcune scene da “se, vabbeh…”, arriviamo al finale. In effetti si tratta di un colpo di scena ma, diversamente da come si potrebbe pensare ad una prima lettura, non riguarda il protagonista. Riguarda la rivelazione della vera vittima di questo volume: un personaggio che appare solo in una dozzina di tavole e di cui non sappiamo nemmeno il nome.

Due parole sui disegni, l’unica ragione che mi porta a dare la sufficienza a questo volume. Se la storia fosse stata al livello delle tavole, probabilmente avremmo avuto un’opera da 9. Le tavole di Kakizaki sono molto buone, specie quelle sotto la pioggia o in ambienti scuri. Per rendere l’idea, ho visto le tavole, ho deciso di comprare il volume e solo dopo mi sono ricordato di leggere la trama.