Recensione
Il mio amico Gigante
7.0/10
Recensione di animeXcaso
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Difficile trovare un adattamento di un racconto di Dahl che regga l'inevitabile confronto con l'originale, che ne catturi le atmosfere sospese tra il giocoso e il grottesco e che risulti comunque appetibile.
Il GGG (portato in Italia con l'orrendo titolo "il mio amico gigante") film animato del lontano 1989 bene o male riesce nell'impresa, seppur con alcune riserve.
La storia di Sophie, orfanella in "ostaggio" del GGG rea di averlo visto aggirarsi per il mondo umano di notte, tra giochi di parole, spedizioni a caccia di sogni e il finale confronto coi giganti malvagi, tutto sommato è gestita bene. Unici problemi sono alcuni tagli e modifiche che vanno un po’ a snaturare l’opera originale, come l’inserimento di macchiette fuori luogo o la presenza di punti morti che sottraggono inutilmente tempo alla storia, fino ad arrivare al finale che viene completamente riscritto.
Nulla da dire sul comparto tecnico. La produzione è stata all’altezza di raccogliere la sfida di dare vita ai personaggi e alle ambientazioni, misurandosi egregiamente con le storiche illustrazioni di Quentin Blake. Il design dei personaggi ne conserva un po’ l’aspetto caricaturale e cartoonesco, seppur ripulito dei tratti più grezzi, mentre le ambientazioni per quanto di per sé spoglie e austere riescono a trasmetterne l’atmosfera fantastica se non proprio onirica (la sequenza del mondo dei sogni, unita all’azzeccatissima colonna sonora, è probabilmente il momento più alto del film).
Infine va considerato il fatto che un pubblico non avvezzo alle stramberie e al carattere grottesco dei racconti di Dahl potrebbe rimanere alquanto perplesso, o addirittura impressionato se di tenera età.
Per quanto promosso, il consiglio resta comunque una visione preventiva per valutare.
Il GGG (portato in Italia con l'orrendo titolo "il mio amico gigante") film animato del lontano 1989 bene o male riesce nell'impresa, seppur con alcune riserve.
La storia di Sophie, orfanella in "ostaggio" del GGG rea di averlo visto aggirarsi per il mondo umano di notte, tra giochi di parole, spedizioni a caccia di sogni e il finale confronto coi giganti malvagi, tutto sommato è gestita bene. Unici problemi sono alcuni tagli e modifiche che vanno un po’ a snaturare l’opera originale, come l’inserimento di macchiette fuori luogo o la presenza di punti morti che sottraggono inutilmente tempo alla storia, fino ad arrivare al finale che viene completamente riscritto.
Nulla da dire sul comparto tecnico. La produzione è stata all’altezza di raccogliere la sfida di dare vita ai personaggi e alle ambientazioni, misurandosi egregiamente con le storiche illustrazioni di Quentin Blake. Il design dei personaggi ne conserva un po’ l’aspetto caricaturale e cartoonesco, seppur ripulito dei tratti più grezzi, mentre le ambientazioni per quanto di per sé spoglie e austere riescono a trasmetterne l’atmosfera fantastica se non proprio onirica (la sequenza del mondo dei sogni, unita all’azzeccatissima colonna sonora, è probabilmente il momento più alto del film).
Infine va considerato il fatto che un pubblico non avvezzo alle stramberie e al carattere grottesco dei racconti di Dahl potrebbe rimanere alquanto perplesso, o addirittura impressionato se di tenera età.
Per quanto promosso, il consiglio resta comunque una visione preventiva per valutare.