Recensione
“Kimi ga Nozomu Eien: Next Season” è una serie OVA di quattro episodi realizzata nel 2007 dallo studio Brain’s Base. L’anime è diretto da Hideki Takayama e rappresenta una versione alternativa dell’opera del 2003: invece di scegliere Mitsuki, infatti, il protagonista Takayuki decide di passare il resto della sua vita accanto ad Haruka.
Partiamo del presupposto che quest’anime non aveva alcun motivo di esistere. Sin dai primi episodi di “Kimi ga Nozomu Eien”, infatti, era già chiaro chi fosse l’anima gemella di Takayuki: decidere di creare una serie in cui il ragazzo compie una scelta diversa, dunque, è un mero ed evidente espediente per dare un contentino a tutti quei fan che tifavano per l’eroina dai capelli castani.
Avrei potuto accettare di buon grado questo prodotto, se almeno ci avessero fornito validi motivi alla diversa decisione presa dal protagonista, ma con mio grande rammarico tutto ciò non accade. E allora di cosa si tratta in questi quattro episodi? Ecco qui l’altro problema: nell’OAV non succede praticamente niente. O meglio, qualcosa accade, ma si rivela completamente inutile o già visto. Ad esempio, si fa un bel riassunto di quello a cui avevamo già assistito o ci si perde in lunghi discorsi che alla fine non portano da nessuna parte.
I personaggi non subiscono alcuna evoluzione, o meglio sembra che compiano qualche passo indietro, viste le decisioni senza senso che prendono e le incomprensioni che tra essi si verificano. A dire la verità, sembra che i personaggi secondari, come Akane o sua madre, abbiano molto più carattere di quelli principali: Shinji e Mitsuki quasi non sono pervenuti, mentre Haruka e Takayuki si comportano alla stregua di due amebe.
Unica nota positiva è rappresentata dal comparto visivo. Ho infatti apprezzato il nuovo character design, più pulito e dettagliato, e la colorazione dei capelli. Disegni e animazioni si rivelano un filino superiori a quelli dell’anime del 2003, ma le sbavature sono spesso presenti. OST e sigle orecchiabili ma non eccezionali.
In conclusione, considero “Kimi ga Nozomu Eien: Next Season” una grande perdita di tempo e denaro. Non aggiunge alcun valore alla serie di appartenenza, e anzi le toglie uno dei suoi punti di forza (ovvero il finale). Meglio far finta che non esista.
Partiamo del presupposto che quest’anime non aveva alcun motivo di esistere. Sin dai primi episodi di “Kimi ga Nozomu Eien”, infatti, era già chiaro chi fosse l’anima gemella di Takayuki: decidere di creare una serie in cui il ragazzo compie una scelta diversa, dunque, è un mero ed evidente espediente per dare un contentino a tutti quei fan che tifavano per l’eroina dai capelli castani.
Avrei potuto accettare di buon grado questo prodotto, se almeno ci avessero fornito validi motivi alla diversa decisione presa dal protagonista, ma con mio grande rammarico tutto ciò non accade. E allora di cosa si tratta in questi quattro episodi? Ecco qui l’altro problema: nell’OAV non succede praticamente niente. O meglio, qualcosa accade, ma si rivela completamente inutile o già visto. Ad esempio, si fa un bel riassunto di quello a cui avevamo già assistito o ci si perde in lunghi discorsi che alla fine non portano da nessuna parte.
I personaggi non subiscono alcuna evoluzione, o meglio sembra che compiano qualche passo indietro, viste le decisioni senza senso che prendono e le incomprensioni che tra essi si verificano. A dire la verità, sembra che i personaggi secondari, come Akane o sua madre, abbiano molto più carattere di quelli principali: Shinji e Mitsuki quasi non sono pervenuti, mentre Haruka e Takayuki si comportano alla stregua di due amebe.
Unica nota positiva è rappresentata dal comparto visivo. Ho infatti apprezzato il nuovo character design, più pulito e dettagliato, e la colorazione dei capelli. Disegni e animazioni si rivelano un filino superiori a quelli dell’anime del 2003, ma le sbavature sono spesso presenti. OST e sigle orecchiabili ma non eccezionali.
In conclusione, considero “Kimi ga Nozomu Eien: Next Season” una grande perdita di tempo e denaro. Non aggiunge alcun valore alla serie di appartenenza, e anzi le toglie uno dei suoi punti di forza (ovvero il finale). Meglio far finta che non esista.