Recensione
Nana
7.0/10
Recensione di coniglio68
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Sicuramente è un anime maturo e profondo con una psicologia dei personaggi molto curata.
Mi piace il realismo con cui l'autrice ha tratteggiato le due protagoniste. Hachiko è una persona volubile che non cresce, che non impara dai suoi errori e che non matura, rimane coerente con queste caratteristiche per tutta la serie, e credo che anche nella realtà le cose vadano così: le persone non cambiano, ma mettono in atto diverse variazioni dello stesso errore. Non c'è lieto fine, non c'è evoluzione, l'autrice racconta di una persona qualunque con spiccato realismo.
In molti sono rimasti delusi dal finale, ma a mio avviso la scelta di Hachiko è perfettamente coerente con la sua personalità dipendente, infantile e bisognosa di conferme. Quando vede che Takumi è pronto a prendere in mano la situazione, lo lascia fare, delegando a lui tutte le preoccupazioni e le difficoltà di organizzare le cose in previsione dell'arrivo della figlia e di portare a casa i soldi. Hachiko lascia a lui il compito di pensare, abbandonandosi del tutto nelle sue mani. Takumi asseconda i suoi vizi e le sue immaturità, anche se a volte è duro, freddo e possessivo. Dal punto di vista di Hachiko, una persona così controllante e sicura è un punto di riferimento su cui appoggiarsi e da cui dipendere. Paradossalmente, per una come lei, Takumi è la persona in grado di farla sentire protetta e al sicuro. E' la persona giusta.
La seconda parte della serie perde il delicato equilibrio tra l'introspezione dei personaggi e il dinamismo degli eventi che capitano loro. La storia si concentra soprattutto sull'interiorità, e la trama non procede, gli episodi diventano lenti e pesanti, e un po' noiosi da seguire. In alcune parti poi la storia sprofonda in una completa immobilità (per esempio nei lunghi messaggi che Shin scrive a Reira). Nella seconda parte poi Hachiko inizia a diventare antipatica per la sua totale immaturità e incapacità di cavarsela da sola e prendere decisioni in autonomia. A quel punto avrei voluto che la storia desse più spazio al passato dell'altra Nana, di Ren e di Yasu, personaggi immensamente più interessanti e sfaccettati della superficiale, infantile Hachiko. Non è andata così.
L'anime quindi arranca molto nella seconda parte, ma resta comunque bello e interessante.
Mi piace il realismo con cui l'autrice ha tratteggiato le due protagoniste. Hachiko è una persona volubile che non cresce, che non impara dai suoi errori e che non matura, rimane coerente con queste caratteristiche per tutta la serie, e credo che anche nella realtà le cose vadano così: le persone non cambiano, ma mettono in atto diverse variazioni dello stesso errore. Non c'è lieto fine, non c'è evoluzione, l'autrice racconta di una persona qualunque con spiccato realismo.
In molti sono rimasti delusi dal finale, ma a mio avviso la scelta di Hachiko è perfettamente coerente con la sua personalità dipendente, infantile e bisognosa di conferme. Quando vede che Takumi è pronto a prendere in mano la situazione, lo lascia fare, delegando a lui tutte le preoccupazioni e le difficoltà di organizzare le cose in previsione dell'arrivo della figlia e di portare a casa i soldi. Hachiko lascia a lui il compito di pensare, abbandonandosi del tutto nelle sue mani. Takumi asseconda i suoi vizi e le sue immaturità, anche se a volte è duro, freddo e possessivo. Dal punto di vista di Hachiko, una persona così controllante e sicura è un punto di riferimento su cui appoggiarsi e da cui dipendere. Paradossalmente, per una come lei, Takumi è la persona in grado di farla sentire protetta e al sicuro. E' la persona giusta.
La seconda parte della serie perde il delicato equilibrio tra l'introspezione dei personaggi e il dinamismo degli eventi che capitano loro. La storia si concentra soprattutto sull'interiorità, e la trama non procede, gli episodi diventano lenti e pesanti, e un po' noiosi da seguire. In alcune parti poi la storia sprofonda in una completa immobilità (per esempio nei lunghi messaggi che Shin scrive a Reira). Nella seconda parte poi Hachiko inizia a diventare antipatica per la sua totale immaturità e incapacità di cavarsela da sola e prendere decisioni in autonomia. A quel punto avrei voluto che la storia desse più spazio al passato dell'altra Nana, di Ren e di Yasu, personaggi immensamente più interessanti e sfaccettati della superficiale, infantile Hachiko. Non è andata così.
L'anime quindi arranca molto nella seconda parte, ma resta comunque bello e interessante.