Recensione
Recensione di Ferz In The Box
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Solo durante la visione della serie mi nacque la curiosità di vedere a che anno risalisse il manga a cui era ispirata, e mi accorsi, senza nemmeno troppo stupore, che risaliva al 1988. Dico senza stupore perché "Kiseiju" (questo è il titolo originale dell'opera concepita da Hitoshi Iwaaki) ha una quantità spropositata di elementi stilistici e drammaturgici che riconducono proprio a quell'epoca lì.
In fin dei conti, la fantascienza orrorifica, o quanto meno grottesca, definita dai cultori come "fanta horror" nacque in anni trasgressivi come i '70, per poi svilupparsi totalmente negli anni '80 e '90; film come "Alien" o "La Cosa" di John Carpenter (di cui quest'opera fa ben più di un "modesto" tributo) crearono un vero e proprio genere, dove l'aspetto letale di un extraterrestre con cattive intenzioni era rafforzato da scene di trasformazioni genetiche (la sagra del make up) estremamente sanguinose e macabre.
Gli anni sono quelli anche per il manga di "Kiseiju", e il fatto che sia passato tutto questo tempo prima che in Giappone gli dedicassero una serie animata risulta piuttosto strano, se consideriamo la popolarità che ha acquisito nella terra del Sol Levante.
Tuttavia (e infatti) il character design, lo stile narrativo, nonché la opening, sembrano chiaramente riflettere un riverbero generato almeno vent'anni prima.
Sia chiaro che l'opera si concentra poco sui combattimenti o le solite scene esagerate tipiche di alcuni prodotti; "Kiseiju" è un'opera più introspettiva che utilizza senz'altro un concept maturo tendente all'horror, ma tendenzialmente ha l'obiettivo di innescare tematiche che in realtà approfondiscono l'esistenza dell'essere umano e la sua natura.
La serie, in linea di massima, non ha grosse pecche, se non qualche calo di tono nelle parti shojo (secondo me eccessive, anche se necessarie per una ragione legata al finale), qualche combattimento un po' confusionario e l'ultimo ciclo di quattro puntate, secondo me troppo adibite ad allungare la brodaglia.
Ciononostante è un prodotto che merita sicuramente attenzione; non è semplice trovare opere anime (o manga) giapponesi che trattano certi argomenti in questo modo analitico e psicologico: più che la storia del protagonista, sembra quasi un'analisi all'animo umano.
Guardatelo fino alla fine e vedrete che concorderete con me; l'aspetto legato ai misteriosi parassiti presenti nella serie lo giudicherete sempre parte di questa analisi: vedere per credere.
In fin dei conti, la fantascienza orrorifica, o quanto meno grottesca, definita dai cultori come "fanta horror" nacque in anni trasgressivi come i '70, per poi svilupparsi totalmente negli anni '80 e '90; film come "Alien" o "La Cosa" di John Carpenter (di cui quest'opera fa ben più di un "modesto" tributo) crearono un vero e proprio genere, dove l'aspetto letale di un extraterrestre con cattive intenzioni era rafforzato da scene di trasformazioni genetiche (la sagra del make up) estremamente sanguinose e macabre.
Gli anni sono quelli anche per il manga di "Kiseiju", e il fatto che sia passato tutto questo tempo prima che in Giappone gli dedicassero una serie animata risulta piuttosto strano, se consideriamo la popolarità che ha acquisito nella terra del Sol Levante.
Tuttavia (e infatti) il character design, lo stile narrativo, nonché la opening, sembrano chiaramente riflettere un riverbero generato almeno vent'anni prima.
Sia chiaro che l'opera si concentra poco sui combattimenti o le solite scene esagerate tipiche di alcuni prodotti; "Kiseiju" è un'opera più introspettiva che utilizza senz'altro un concept maturo tendente all'horror, ma tendenzialmente ha l'obiettivo di innescare tematiche che in realtà approfondiscono l'esistenza dell'essere umano e la sua natura.
La serie, in linea di massima, non ha grosse pecche, se non qualche calo di tono nelle parti shojo (secondo me eccessive, anche se necessarie per una ragione legata al finale), qualche combattimento un po' confusionario e l'ultimo ciclo di quattro puntate, secondo me troppo adibite ad allungare la brodaglia.
Ciononostante è un prodotto che merita sicuramente attenzione; non è semplice trovare opere anime (o manga) giapponesi che trattano certi argomenti in questo modo analitico e psicologico: più che la storia del protagonista, sembra quasi un'analisi all'animo umano.
Guardatelo fino alla fine e vedrete che concorderete con me; l'aspetto legato ai misteriosi parassiti presenti nella serie lo giudicherete sempre parte di questa analisi: vedere per credere.