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Parlare di "Tokyo Ghoul:Re" è un'impresa titanica, dal momento che la serie si divide in due stagioni da dodici episodi cadauna totalmente differenti tra loro.

La prima parte si dedica quasi totalmente a una tematica che si riallaccia veramente poco alle due serie TV precedenti, e soprattutto rimescola le carte in tavola in modo totalmente confuso e incongruente, mostrando addirittura degli strafalcioni e delle contraddizioni a dir poco imbarazzanti (come ad esempio i ghoul che, improvvisamente e senza alcuna spiegazione, mangiano tranquillamente il cibo umano), penalizzando ancora di più una terza serie che, lo dico senza mezzi termini, cominciava anche un po' a stancarmi, a causa di troppa carne al fuoco e cambiamenti esageratamente radicali.
Il personaggio di Kaneki viene trasformato in qualcosa di a dir poco vomitevole, e la trama principale sposta totalmente i riflettori su quelli che, in teoria, dovevano essere gli antagonisti.
Oltre a questo, ho percepito chiaramente un calo di intensità, di violenza e di maturità, per dare spazio a degli elementi e personaggi più "generalmente" frequenti in opere anime più frivole e spensierate, trasformando il tutto in qualcosa di completamente diverso da quello che "Tokyo Ghoul" era inizialmente.

Per fortuna, a salvare la baracca, ci sono il secondo ciclo di episodi che compongono la seconda parte, al contrario molto avvincenti e dedicati (meno male) a quello che "Tokyo Ghoul" sarebbe dovuto sempre essere; anzi, forse l'arco degli ultimi dodici episodi riesce addirittura ad essere il migliore di tutte le serie in assoluto, mostrando situazioni e risoluzioni che, detta tutta com'è, riescono se non altro a ridare un pizzico di brio a un'opera che invece sembrava cominciasse a tirarsela un po' troppo (oltre al fatto che riescono a dar nuovamente a Kaneki un'identità accattivante).

In funzione di tutto questo, quindi, mi risulta davvero complicato dare un giudizio obbiettivo a una serie che per metà fa schifo, e per l'altra metà invece si dimostra molto avvincente e interessante.
La soluzione in questi casi sarebbe scindere le due parti, ma, dal momento che in questo caso non è possibile farlo, ricorrerò a una media logica e ponderata, ringraziando anche che sia un'opera finalmente terminata: iniziava ad allungare troppo la brodaglia, e la parola "fine" cominciava ad essere necessaria.
Per fortuna così è stato.