Recensione
Neon Sign Amber
9.5/10
"Neon Sign Amber" è un volume autoconclusivo della mangaka Tanaka Ogeretsu.
Conoscendo come altra opera dell'autrice solamente "Yarichin Bitch Club", devo ammettere che in principio mi aspettavo da "Neon Sign Amber" una simile divertente, leggera e scottante storia d'amore...invece, è tutt'altro.
E ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Questo manga presenta sì una storia d'amore, quella fra i giovani Ogata e Saya, ma nella sua brevità (essendo purtroppo un volume unico) sorprendentemente tocca temi e argomenti delicati senza lasciarli superficiali e senza esprimere giudizi, ma lasciando che sia il lettore a farsi un proprio pensiero... ovvero, mi spiego meglio (attenzione, da qui in poi ci potrebbero essere spoiler!).
Il tema che principalmente viene affrontato è il rifiuto e il bullismo che il povero Saya subisce dalla gente fin da quando, al liceo, per la prima volta si dichiara apertamente ad un altro ragazzo. Viene malmenato, bullizzato appunto, viene conciato malissimo, deriso, addirittura le persone arrivano a dire di lui "mi fa schifo"... così, a partire da quel momento, il giovane (che pur di non ascoltare più quella gente orrenda si ritira dalla scuola) comincia a negare sè stesso e a passare da una donna all'altra, per dare l'idea (e ci riesce, almeno all'inizio) di essere un "amante del corpo femminile".
Ecco, questo argomento così delicato, triste, e purtroppo terribilmente reale e attuale, è stato affrontato e sviscerato dalla mangaka in maniera approfondita: ci viene mostrato il passato di Saya, il suo presente prima e dopo aver incontrato Ogata; il suo bisogno di stargli vicino essendosene innamorato, ma allo stesso tempo la sua tenacia nel dire a sè stesso "sono disgustoso, sono disgustoso"; e, ancora, la sua sofferenza interiore, le lacrime che versa al ricordo della faccia atterrita dell'uomo che ama nel momento in cui questi si rende effettivamente conto di "voler farlo con un uomo", e il pensiero che si è radicato in lui che per lui "non ci sarà mai felicità".
Sono rimasta senza parole, nel leggere tutto questo; senza parole, e terribilmente triste e addolorata, perchè situazioni come questa esistono, ed il punto è che la mangaka, a mio parere, cerca di farci proprio "aprire gli occhi" su questa realtà: nel manga non c'è una morale che venga a dire che il mondo, egoista e cattivo com'è, sia sbagliato; nel manga ci viene presentata la storia di Saya, e sulla base di questo formuliamo i nostri pensieri.
Sulla base di questo realizziamo quanto sia orribile ed errato giudicare le persone, avere pregiudizi, tradire la fiducia e diffondere segreti, quanto sia orribile quella cosa che fanno i vili che è "attaccare in gruppo chi è diverso"... gli occhi tristi di Saya catturano il lettore e lo fanno piombare in questo abisso.
E poi, verso la fine del manga, compaiono gli occhi luminosi, felici, dello stesso Saya di prima, che però non è più tanto lo stesso; perchè grazie alla presenza di Ogata, finalmente riesce ad uscire dal tunnel di considerazione di sè come "sbagliato", e si rende conto che sono le persone intorno a lui ad essere sbagliate.
Se Saya è un protagonista con grandissimo spessore, anche Ogata è un bellissimo personaggio. Lui è messaggero di un altro tema, in questo manga: il fatto che l'amore sia incontrollabile, indomabile, che sia scollegato dal genere, dall'età, dal carattere, e che sia quel sentimento che mette al primo posto la felicità dell'altra persona. Di fatto, Ogata non avrebbe mai immaginato che si sarebbe innamorato di un uomo; e seppure all'inizio non lo realizza a pieno, ciò che gli resta chiaro in cuore è che voglia vedere Saya felice.
Alla fine di questo manga resta una commozione interiore notevole, è un manga impegnativo. Rimane il desiderio di fermare tutte le bruttissime azioni e parole che la gente dice con lo scopo di offendere o distruggere chi vede come "diverso"; si accende e si fa più forte il desiderio di far rendere conto alla gente che più che "diversi" siamo "unici", ed è una ricchezza! E il desiderio di assicurare che tutti, tutti, meritiamo felicità. Nessuno è superiore a nessun altro.
Non do come voto un dieci solamente perchè avrei preferito un volume in più, in cui poter vedere più scene della felicità ritrovata di Saya ed Ogata.
Ma, per i temi trattati, come sono stati trattati, e per la profondità dei personaggi e della storia nello spazio di un singolo volume, ci sta un bel nove e mezzo.
Conoscendo come altra opera dell'autrice solamente "Yarichin Bitch Club", devo ammettere che in principio mi aspettavo da "Neon Sign Amber" una simile divertente, leggera e scottante storia d'amore...invece, è tutt'altro.
E ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Questo manga presenta sì una storia d'amore, quella fra i giovani Ogata e Saya, ma nella sua brevità (essendo purtroppo un volume unico) sorprendentemente tocca temi e argomenti delicati senza lasciarli superficiali e senza esprimere giudizi, ma lasciando che sia il lettore a farsi un proprio pensiero... ovvero, mi spiego meglio (attenzione, da qui in poi ci potrebbero essere spoiler!).
Il tema che principalmente viene affrontato è il rifiuto e il bullismo che il povero Saya subisce dalla gente fin da quando, al liceo, per la prima volta si dichiara apertamente ad un altro ragazzo. Viene malmenato, bullizzato appunto, viene conciato malissimo, deriso, addirittura le persone arrivano a dire di lui "mi fa schifo"... così, a partire da quel momento, il giovane (che pur di non ascoltare più quella gente orrenda si ritira dalla scuola) comincia a negare sè stesso e a passare da una donna all'altra, per dare l'idea (e ci riesce, almeno all'inizio) di essere un "amante del corpo femminile".
Ecco, questo argomento così delicato, triste, e purtroppo terribilmente reale e attuale, è stato affrontato e sviscerato dalla mangaka in maniera approfondita: ci viene mostrato il passato di Saya, il suo presente prima e dopo aver incontrato Ogata; il suo bisogno di stargli vicino essendosene innamorato, ma allo stesso tempo la sua tenacia nel dire a sè stesso "sono disgustoso, sono disgustoso"; e, ancora, la sua sofferenza interiore, le lacrime che versa al ricordo della faccia atterrita dell'uomo che ama nel momento in cui questi si rende effettivamente conto di "voler farlo con un uomo", e il pensiero che si è radicato in lui che per lui "non ci sarà mai felicità".
Sono rimasta senza parole, nel leggere tutto questo; senza parole, e terribilmente triste e addolorata, perchè situazioni come questa esistono, ed il punto è che la mangaka, a mio parere, cerca di farci proprio "aprire gli occhi" su questa realtà: nel manga non c'è una morale che venga a dire che il mondo, egoista e cattivo com'è, sia sbagliato; nel manga ci viene presentata la storia di Saya, e sulla base di questo formuliamo i nostri pensieri.
Sulla base di questo realizziamo quanto sia orribile ed errato giudicare le persone, avere pregiudizi, tradire la fiducia e diffondere segreti, quanto sia orribile quella cosa che fanno i vili che è "attaccare in gruppo chi è diverso"... gli occhi tristi di Saya catturano il lettore e lo fanno piombare in questo abisso.
E poi, verso la fine del manga, compaiono gli occhi luminosi, felici, dello stesso Saya di prima, che però non è più tanto lo stesso; perchè grazie alla presenza di Ogata, finalmente riesce ad uscire dal tunnel di considerazione di sè come "sbagliato", e si rende conto che sono le persone intorno a lui ad essere sbagliate.
Se Saya è un protagonista con grandissimo spessore, anche Ogata è un bellissimo personaggio. Lui è messaggero di un altro tema, in questo manga: il fatto che l'amore sia incontrollabile, indomabile, che sia scollegato dal genere, dall'età, dal carattere, e che sia quel sentimento che mette al primo posto la felicità dell'altra persona. Di fatto, Ogata non avrebbe mai immaginato che si sarebbe innamorato di un uomo; e seppure all'inizio non lo realizza a pieno, ciò che gli resta chiaro in cuore è che voglia vedere Saya felice.
Alla fine di questo manga resta una commozione interiore notevole, è un manga impegnativo. Rimane il desiderio di fermare tutte le bruttissime azioni e parole che la gente dice con lo scopo di offendere o distruggere chi vede come "diverso"; si accende e si fa più forte il desiderio di far rendere conto alla gente che più che "diversi" siamo "unici", ed è una ricchezza! E il desiderio di assicurare che tutti, tutti, meritiamo felicità. Nessuno è superiore a nessun altro.
Non do come voto un dieci solamente perchè avrei preferito un volume in più, in cui poter vedere più scene della felicità ritrovata di Saya ed Ogata.
Ma, per i temi trattati, come sono stati trattati, e per la profondità dei personaggi e della storia nello spazio di un singolo volume, ci sta un bel nove e mezzo.