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9.5/10
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Un buon anime lo si riconosce fin dal primo episodio, sin dal primo frame che viene mostrato sullo schermo, e "Vinland Saga" fa sicuramente parte di questo gruppo.

Ero decisamente molto incerta sull'iniziare questa saga. Avevo molti dubbi, molti pregiudizi, e temevo soprattutto che l'anime potesse solo essere una brutta imitazione della serie TV "Vikings". Tuttavia, titubante ho aperto il primo episodio e... ne sono stata letteralmente travolta.
Non mi capitava da tempo di guardare un anime con così tanta "passione". "Vinland Saga" mi ha conquistata in pochissimo tempo. Non vedevo l'ora di finire un episodio per cominciarne subito un altro e un altro ancora. Ho divorato ventiquattro episodi in quarantotto ore.

Opening e character design sono decisamente accattivanti. Ho adorato la cura e l'impegno che sono stati impiegati per realizzare ogni singola scena. L'impalcatura dei disegni non è per niente povera. Sono stati inseriti moltissimi dettagli anche in scene secondarie o in scene difficili da animare (scontri, battaglie, etc.). La grafica è sicuramente uno dei punti forte di questa serie e ne rende piacevole la visione, ma non l'unico.
Un'altra caratteristica fondamentale, che dovrebbe essere denominatore comune a tutte le serie animate di qualità, sono i personaggi. Essi possiedono personalità, un carattere proprio, che non viene mai meno con lo svolgersi della storia. Non è scontato riuscire a dare spessore a personaggi che non esistono tramite delle "semplici" animazioni, ma "Vinland Saga" ci riesce perfettamente. Si fa, dunque, la conoscenza di numerosi personaggi, alcuni dei quali anche se secondari possiedono dei momenti propri che ci permettono di comprendere la loro personalità.

La struttura con cui è stato costruito l'anime è quella del genere dell'avventura. Tuttavia etichettare "Vinland Saga" come un semplice anime d'avventura sarebbe decisamente riduttivo. I temi affrontati nel corso della vicenda sono, infatti, diversi e profondi: la vendetta, il riscatto personale, gli intrighi storici, il desiderio di trovare un obbiettivo nella vita, la libertà, la religione...
Nonostante argomenti così complessi potrebbero mettere in difficoltà autori molto abili, Makoto Yukimura riesce con semplicità a illustrarceli nella maniera migliore possibile. Egli racconta con maestria una storia davvero interessante e avvincente, ricca di drammaticità e azione.

Il risultato è che al termine dei ventiquattro episodi non sei tu ad essere stato catapultato nella vicenda, bensì è l'anime che ti è entrato dentro, lasciando spazio a numerose riflessioni personali e diventando spunto di possibili domande interiori.

Aspetto con ansia la seconda stagione.