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LA RECENSIONE E'ANDATA IN VETRINA QUINDI E' GIA' CORRETTA, GRAZIE

Kii Kanna ci racconta una tenerissima storia d'amore nata in riva al mare.

C’è qualcosa di speciale nel vivere su un’isola, qualcosa di cui ti rendi conto solo quando devi prendere una nave per andare sulla terraferma. Quando arriva al porto e attracca, la sensazione è quella di giungere in un mondo nuovo, molto lontano da casa, anche se il tempo che hai impiegato per arrivarci è davvero breve. E quando sull’isola ci stai per tornare, e vedi “il tuo mare” in lontananza, la sensazione ritorna, ed è come se stessi rincasando nel tuo mondo staccato dal resto dell'universo.

Shun ha lasciato casa, sulla grande isola, per recarsi su un’isoletta dell’arcipelago di Okinawa, così da tagliare i ponti con il passato e poter cominciare una nuova vita. O forse Shun è solo fuggito, rifugiandosi in quel luogo che sembra avvolto da una bolla in cui il tempo è fermo.

Dopo aver chiuso definitivamente i rapporti con la famiglia il ragazzo ha iniziato a vivere da una zia; Shun sembra un po’ apatico, svogliato e indolente, pare una piccola foglia che si lascia trasportare dal vento gentile che soffia sull’isola, come se avesse voluto sigillare una parte del suo io più profondo per farsi trascinare dallo scorrere del tempo. Quando incontra Mio qualcosa però si risveglia, perché quel bel ragazzo che osserva in modo malinconico il mare, sembra parte di un quadro triste e bellissimo.

E come il mare che si avvicina e si allontana, allo stesso modo Shun e Mio si conoscono, si avvicinano, si separano e si ritrovano. Ma non mantenere una promessa e ritrovarsi dopo 3 anni di lontananza rende le cose ancora più difficili, specialmente per Shun che, contrapposto all’irruenza e alla trasparenza di Mio, all’amore sembra volerci rinunciare per non subire più il peso schiacciante e ingestibile della sua condizione.

"Saresti stato molto più felice se ti fossi innamorato di una ragazza normale invece che di me. È questo quello che penso quando ti guardo."

"Umibe no étranger", manga di Kii Kanna pubblicato nel 2013, nasce come oneshot ma il successo spinge l’autrice a proseguire per crearne un volumetto. Come lei stessa afferma, l’obiettivo era quello di creare un manga “con un’adorabile coppia che potesse rendere felice chi lo leggeva”. La mangaka centra il bersaglio poiché Umibe è certamente la storia di una coppietta dolcissima che fa battere il cuore anche solo a guardarla. Però credo che, nella sua estrema semplicità, "Umibe no étranger" faccia anche qualcosa in più e forse, senza neanche pensarci troppo, ci racconta di una persona che ha chiuso il suo cuore, che vorrebbe mandare via lontano una parte di sé ma che, come volevasi dimostrare, viene ostacolata da un sentimento che sconvolge ogni suo piano.

Shun è dichiaratamente gay, ha lasciato la sua famiglia per non creare (altri) problemi, è fuggito da se stesso e ha paura di lasciarsi andare al sentimento per un uomo. E nonostante sia stato lui ad approcciare Mio, anche quando i due si ritrovano, continua a fuggire, rifiuta il sesso e qualunque parola che sia segno di un’unione profonda con il ragazzo. Ma Mio, quello straniero sulla spiaggia, quel ragazzo che ha vissuto anch’egli momenti dolorosi affrontandoli con forza e determinazione, per Shun è come il mare: arriva, non si ferma mai, irrompe e lascia il segno. Una volta che ti sei innamorato del mare e della sua forza delicata e prorompente, non puoi più ignorarlo, perché diventa parte di te senza nemmeno che tu te ne accorga.
E Mio, che la famiglia l'ha persa contro il suo volere, non può fare altro che spingere Shun a tornare a casa, per riconciliarsi con i suoi genitori, a costo di sacrificare la sua stessa felicità.

"È davvero triste restare senza famiglia. Sono triste ancora adesso. Non voglio che Shun provi la stessa cosa solo perché è così ostinato. Mi mancherà, però... voglio che torni a casa sua."

A fare da cornice a questa tenera storia d’amore è un’isola che la mangaka sa rendere protagonista con i suoi orizzonti abbozzati, la natura sprizzante di vita in tutte le stagioni, con il vento tra le foglie, la pioggia battente, il cielo stellato di una fredda notte d’inverno, il sole alto tra le nuvole e il mare che circonda tutto.
Il tratto della mangaka è semplice, tondeggiante e leggero ma imprime forza e vitalità in ogni scorcio di paesaggio che rappresenta, nonché nelle espressioni dei suoi personaggi, nei loro sguardi e nel modo in cui si muovono. Il disegno delicato e l’atmosfera a tratti onirica di quest’isola fanno sembrare "Umibe no étranger" quasi una favola, una storia accaduta in un luogo fuori dal mondo in cui un piccolo miracolo è stato possibile.

Flashbook porta in Italia il manga di Kii Kanna al prezzo di 6.90 €, nella consueta edizione dell’editore.
In realtà esiste un sequel, "Harukaze no étranger", e ovviamente non ci resta che sperare Flashbook ci permetta di continuare a vivere le vicende di questa adorabile coppietta.

"Umibe no étranger" è un manga semplice e delicato che racconta una storia tenera in maniera lenta e pacata, senza eccessi né patemi. Qualcuno dirà che gli manca la scintilla, ma io credo che la sua lentezza sia espressione del mondo interiore di Shun, un universo a parte, lento e un po’ svogliato che a un certo punto si risveglia, rinasce, si lascia cullare dai caldi raggi sole e si fa coccolare dalle onde forti e gentili del suo amato mare. Quel mare che lo ha svegliato e non arresterà mai il suo incedere.