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8.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Visto prima di aver trovato per caso il gioco in offerta su steam, perchè God Eater è "liberamente" tratto dall'omonimo videogame per pc e diverse piattaforme Sony. Per chi non lo sapesse è una sorta di "concorrente" (prendetelo con le pinze) del più famoso Monster Hunter, ma con un'ambientazione più post-apocalittica.

L'anime in questione è tratto dalla prima parte del primissimo gioco, non riuscendo a coprirne interamente l'arco narrativo e trovando una conclusione della serie degna, ma con un cliffangher che lascia aperti molti dubbi e domande senza risposta.
Gli sceneggiatori nello scrivere la versione anime hanno deciso di applicare diversi cambiamenti alla storia originale, pur mantenendo intatto lo "spirito", ma calcando la mano su due aspetti: spettacolarità e dramma.
Sulla prima c'è poco da dire, i combattimenti sono bellissimi ed altamente coreografici, primo tra tutti quello sull'aereo.
Sul secondo, si nota molto nello sviluppo dei personaggi a cominciare dal protagonista, Lenka, su cui si è voluto investire dandogli una storia tragica a giustificare la sua caratterizzazione con un buon risultato. Ci si riconosce spesso nei suoi comportamenti soprattutto all'inizio, da sopravvissuto all'esterno del muro, a recluta new-type, fino ad assurgere al ruolo di leader di fatto.
Lindow in versione anime rispecchia la sua controparte videoludica con un design marcatamente ispirato a Dante e più o meno lo stesso atteggiamento. E' impossibile non amarlo e qui gli viene aggiunta anche una piccola sottotrama rendendolo anche più umano ed un legame diretto con il protagonista.
Alisa è invece uno dei punti dove il dramma si è calcato di più, perché se nel gioco il suo trauma mentale viene liquidato in poco, nell'anime assume connotati più importanti, rendendola leggermente migliore di un personaggio di mero fanservice.
Soma è caratterizzato con l'accetta, scontroso, cupo e solitario, ma grazie ai flashback sappiamo molto della sua storia e di come sono nati gli Aragami.
Kota e Sakuya al contrario soffrono di poco approfondimento, il primo riuscendo ad essere una spalla ben poco comica del protagonista e la seconda come "metà" di Lindow.

Menzione d'onore per i flashback alla fine di ogni episodio circa, che mostrano la nascita degli Aragami e "quanto" i due dirigenti della divisione dell'estremo oriente siano tutt'altro che santi.

La resa grafica dell'anime a me è piaciuta. Lo stile è strano, un raro mix ben riuscito di cgi e disegno, da ufotable non ci si poteva aspettare altro, anche se poi non a tutti è piaciuto.

L'unico difetto è che la serie resta orfana di una degna conclusione, mostrando allo spettatore cos'è d'avvero il progetto Aegis, ma senza portare lì lo scontro, che si conclude con l'abbattimento del Pita come vendetta verso Lindow.