Recensione
Solo Leveling
9.0/10
Non avendo molto da fare nel precedente lockdown (2020) ho deciso di recuperare uno dei top titoli presenti sul sito "Animelist", un anno dopo aver divorato la prima stagione in meno di 24 ore eccomi qui a recensire Solo Leveling, magari anche nel tentativo dare una mano a chi ne sta considerando l'acquisto in vista dell'uscita cartacea in italiano grazie a Star Comics.
Ritengo sia inutile soffermarsi sulla trama, visto che è un semplice pretesto per vedere delle mazzate come poche volte se ne sono viste su carta. L'impianto su cui si basa Solo Leveling non inventa nulla, ma in compenso rivoluzione quello che è l'isekai tradizionale: il protagonista al posto di venire trasportato in un modo fantasy, si ritrova il mondo fantasy bussare alla sua porta. Infatti in un mondo identico al nostro, forse solo leggermente più tecnologicamente avanzato, abbiamo la comparsa di misteriosi portali contenenti mostri da altre dimensioni, mostri che consentono di ricevere un loot più o meno profittevole. Non è necessario molto tempo affinché determinate figure, umani con poteri gli hunters, inizino ad avventurarsi in questi dungeon con lo scopo di ottenere loot da rivendere per fare soldi. Gli hunter sono divisi in diverse categorie e il protagonista è il più debole di tutti, nonostante questo riceve la possibilità di diventare più forte. Questa possibilità gli viene garantita dal sistema, che implementa delle meccaniche da videogioco nella sua vita di tutti i giorni e gli consentirà di avere un bonus su tutti gli altri hunters.
La lettura di Solo Leveling non è particolarmente impegnativa, ogni capitolo ha una durata media di lettura di un paio di minuti, ma quello che è incredibile è il numero dei combattimenti. Solo Leveling è consapevole di quello che è, non ha pretese di genere, ma cerca di fornire quanto più diletto possibile al lettore riducendo all'osso le meccaniche dello shonen più classico, pur essendo un'opera coreana. Niente più flashback o time skip, solo combattimenti e level-up a giustificare la crescita del protagonista, che cresce a ritmi forsennati senza però dimenticare l'esperienza precedente di hunter più debole al mondo, andando ad integrare la sua forza spaventosa con ragionamenti degni dei migliori master mind.
L'unica pecca di Solo Leveling è forse l'incapacità di sostenersi senza il suo protagonista, Sung Jin-Woo, ogni volta che non viene mostrato si avverte un leggero calo . Quindi si tratta di un'opera che fonda il suo successo esclusivamente su un unico protagonista, molto ben caratterizzato però.
I tempi di narrazione sono estremamente rapidi, poche tavole con monologhi e anche quando si presentano non sono particolarmente lunghe e complesse, inoltre la modalità di lettura verticale consente di avere una resa ancora più dinamica e veloce dell'azione.
Solo Leveling non è un'opera profonda, complessa o ricca di dettagli, ma è al contrario scarna di contenuti, povera di personaggi caratterizzati e con una trama non realmente delineata se non dall'inizio della seconda stagione, ma che in compenso regala una lettura veramente adrenalinica, dei disegni veramente piacevoli, con una resa di azione e di dinamismo veramente validi, un protagonista che mantiene concentrata l'attenzione su di sé e invoglia il lettore a vederne le gesta e i potenziamenti, lasciandolo alla fine di ogni singolo capitolo con la voglia di vedere cosa succederà dopo.
Solo Leveling è la giustissima e dovuta alternativa a tutti quei battle shonen puri di oggi pieni zeppi di flashback inutili e noiosi e di time skip finalizzati a giustificare un aumento di potenza del roster senza togliere troppo tempo alla lettura, essendo Solo Leveling un'opera letteralmente incentrata sul grinding spietato e infinito del protagonista.
Ritengo sia inutile soffermarsi sulla trama, visto che è un semplice pretesto per vedere delle mazzate come poche volte se ne sono viste su carta. L'impianto su cui si basa Solo Leveling non inventa nulla, ma in compenso rivoluzione quello che è l'isekai tradizionale: il protagonista al posto di venire trasportato in un modo fantasy, si ritrova il mondo fantasy bussare alla sua porta. Infatti in un mondo identico al nostro, forse solo leggermente più tecnologicamente avanzato, abbiamo la comparsa di misteriosi portali contenenti mostri da altre dimensioni, mostri che consentono di ricevere un loot più o meno profittevole. Non è necessario molto tempo affinché determinate figure, umani con poteri gli hunters, inizino ad avventurarsi in questi dungeon con lo scopo di ottenere loot da rivendere per fare soldi. Gli hunter sono divisi in diverse categorie e il protagonista è il più debole di tutti, nonostante questo riceve la possibilità di diventare più forte. Questa possibilità gli viene garantita dal sistema, che implementa delle meccaniche da videogioco nella sua vita di tutti i giorni e gli consentirà di avere un bonus su tutti gli altri hunters.
La lettura di Solo Leveling non è particolarmente impegnativa, ogni capitolo ha una durata media di lettura di un paio di minuti, ma quello che è incredibile è il numero dei combattimenti. Solo Leveling è consapevole di quello che è, non ha pretese di genere, ma cerca di fornire quanto più diletto possibile al lettore riducendo all'osso le meccaniche dello shonen più classico, pur essendo un'opera coreana. Niente più flashback o time skip, solo combattimenti e level-up a giustificare la crescita del protagonista, che cresce a ritmi forsennati senza però dimenticare l'esperienza precedente di hunter più debole al mondo, andando ad integrare la sua forza spaventosa con ragionamenti degni dei migliori master mind.
L'unica pecca di Solo Leveling è forse l'incapacità di sostenersi senza il suo protagonista, Sung Jin-Woo, ogni volta che non viene mostrato si avverte un leggero calo . Quindi si tratta di un'opera che fonda il suo successo esclusivamente su un unico protagonista, molto ben caratterizzato però.
I tempi di narrazione sono estremamente rapidi, poche tavole con monologhi e anche quando si presentano non sono particolarmente lunghe e complesse, inoltre la modalità di lettura verticale consente di avere una resa ancora più dinamica e veloce dell'azione.
Solo Leveling non è un'opera profonda, complessa o ricca di dettagli, ma è al contrario scarna di contenuti, povera di personaggi caratterizzati e con una trama non realmente delineata se non dall'inizio della seconda stagione, ma che in compenso regala una lettura veramente adrenalinica, dei disegni veramente piacevoli, con una resa di azione e di dinamismo veramente validi, un protagonista che mantiene concentrata l'attenzione su di sé e invoglia il lettore a vederne le gesta e i potenziamenti, lasciandolo alla fine di ogni singolo capitolo con la voglia di vedere cosa succederà dopo.
Solo Leveling è la giustissima e dovuta alternativa a tutti quei battle shonen puri di oggi pieni zeppi di flashback inutili e noiosi e di time skip finalizzati a giustificare un aumento di potenza del roster senza togliere troppo tempo alla lettura, essendo Solo Leveling un'opera letteralmente incentrata sul grinding spietato e infinito del protagonista.