Recensione
Coyote
7.5/10
Premetto che non sono una lettrice abituale di manga.
Generalmente è un mondo che difficilmente riesce a trasmettermi qualcosa, benché conosca alcune opere e mangaka fondamentali, per amore della cultura generale. Quindi è facile intuire che per piacermi, un manga debba avere davvero qualcosa di speciale.
Ebbene, quest'opera ce l'ha, perché mi sta piacendo veramente tanto. Di manga yaoi ce n'è una gamma amplissima, è un genere spesso discutibile a causa della mancanza di trame convincenti, oppure di disegni fatti bene, o con dei temi non per tutti (violenza, tortura, stupri, etc.). Ecco perché non mi sono mai considerata una fan del genere, e l'unica autrice che tengo in considerazione è Ayano Yamane (anche se per le trame è spesso un po' "meh" anche lei, mia opinione personale).
Quello che mi è piaciuto di questo manga è il realismo. Niente personaggi altisonanti, relazioni improbabili, etc. etc. I due protagonisti sono due ragazzi comuni, due uomini finalmente "normalizzati", con un lavoro, degli amici, un passato abbastanza credibile, che vivono in una città realistica. L'elemento soprannaturale dei lupi mannari inizialmente mi aveva fatto sorridere, e lo avevo messo sullo stesso piano di un manga sui vampiri come "Twilight" e simili, stra-spremuti e stra-visti, che non generano più nessun interesse. Anche il tema della "bestia", che non riesce a controllare i propri istinti, e ha bisogno del seme per essere dominata è qualcosa di già ampiamente visto.
Questi aspetti vengono trattati in una luce nuova dall'autrice, che sembra usarli come pretesto per trattare i problemi della diversità tra culture, dell'accettazione e del razzismo, anche se secondo me dovrebbe insisterci un filino di più. Questo è un tipo di simbologia che mi piace, e mi pare una cosa nuova per l'universo yaoi.
Altro punto che mi ha incoraggiato nella lettura sono i disegni. In effetti sono proprio i disegni che spesso mi trattengono dal leggere manga, ma qui che l'autrice sappia disegnare è evidente. C'è una ricerca, nell'anatomia, nei chiaroscuri, nell'attenzione ai dettagli, nelle parti colorate, che va oltre il disegno manga. Non è, infatti, uno stile propriamente classico "da manga". E' come se l'autrice avesse preso ispirazione da una scuola di fumetto più universale, e l'abbia portata a un livello più alto. L'enfasi che viene posta sulle espressioni in primo piano e gli sguardi mi manda in estasi, ma questa è una mia preferenza personale.
La lettura è scorrevole e piacevole, forse a volte ci sono alcune incongruenze tra le tempistiche della trama, ma nel complesso molto bene. La storia d'amore tra i due è abbastanza realistica, non ha un inizio inverosimile e forzato come ne ho visti tanti in molti manga yaoi. Il resto è giustificabile dal fatto che sia un'opera immaginaria, e che quindi molte dinamiche nella realtà non potrebbero mai accadere, ma sognare un po' é anche lecito.
Il voto 7,5 è dovuto al setting fantasy davvero poco originale e ai tanti clichè della trama, ma spero che la pubblicazione continuerà.
Generalmente è un mondo che difficilmente riesce a trasmettermi qualcosa, benché conosca alcune opere e mangaka fondamentali, per amore della cultura generale. Quindi è facile intuire che per piacermi, un manga debba avere davvero qualcosa di speciale.
Ebbene, quest'opera ce l'ha, perché mi sta piacendo veramente tanto. Di manga yaoi ce n'è una gamma amplissima, è un genere spesso discutibile a causa della mancanza di trame convincenti, oppure di disegni fatti bene, o con dei temi non per tutti (violenza, tortura, stupri, etc.). Ecco perché non mi sono mai considerata una fan del genere, e l'unica autrice che tengo in considerazione è Ayano Yamane (anche se per le trame è spesso un po' "meh" anche lei, mia opinione personale).
Quello che mi è piaciuto di questo manga è il realismo. Niente personaggi altisonanti, relazioni improbabili, etc. etc. I due protagonisti sono due ragazzi comuni, due uomini finalmente "normalizzati", con un lavoro, degli amici, un passato abbastanza credibile, che vivono in una città realistica. L'elemento soprannaturale dei lupi mannari inizialmente mi aveva fatto sorridere, e lo avevo messo sullo stesso piano di un manga sui vampiri come "Twilight" e simili, stra-spremuti e stra-visti, che non generano più nessun interesse. Anche il tema della "bestia", che non riesce a controllare i propri istinti, e ha bisogno del seme per essere dominata è qualcosa di già ampiamente visto.
Questi aspetti vengono trattati in una luce nuova dall'autrice, che sembra usarli come pretesto per trattare i problemi della diversità tra culture, dell'accettazione e del razzismo, anche se secondo me dovrebbe insisterci un filino di più. Questo è un tipo di simbologia che mi piace, e mi pare una cosa nuova per l'universo yaoi.
Altro punto che mi ha incoraggiato nella lettura sono i disegni. In effetti sono proprio i disegni che spesso mi trattengono dal leggere manga, ma qui che l'autrice sappia disegnare è evidente. C'è una ricerca, nell'anatomia, nei chiaroscuri, nell'attenzione ai dettagli, nelle parti colorate, che va oltre il disegno manga. Non è, infatti, uno stile propriamente classico "da manga". E' come se l'autrice avesse preso ispirazione da una scuola di fumetto più universale, e l'abbia portata a un livello più alto. L'enfasi che viene posta sulle espressioni in primo piano e gli sguardi mi manda in estasi, ma questa è una mia preferenza personale.
La lettura è scorrevole e piacevole, forse a volte ci sono alcune incongruenze tra le tempistiche della trama, ma nel complesso molto bene. La storia d'amore tra i due è abbastanza realistica, non ha un inizio inverosimile e forzato come ne ho visti tanti in molti manga yaoi. Il resto è giustificabile dal fatto che sia un'opera immaginaria, e che quindi molte dinamiche nella realtà non potrebbero mai accadere, ma sognare un po' é anche lecito.
Il voto 7,5 è dovuto al setting fantasy davvero poco originale e ai tanti clichè della trama, ma spero che la pubblicazione continuerà.